11.11.09 – Trento – I sessanta anni della Repubblica Popolare Cinese

Mercoledi 11 novembre 2009, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito I sessanta anni della Repubblica Popolare Cinese. Interviene Giovanni Salvini. Introduce Fernando Orlandi.

Gli straordinari risultati economici appaiono l’oggetto più evidente di una riflessione sulla Repubblica Popolare Cinese in occasione del suo sessantesimo anniversario.
Il tratto più specifico dell’esperienza cinese lo si ritrova nella simultaneità della crescita economica e del processo di transizione da un sistema socialista “alla sovietica” ad una forma peculiare di capitalismo.

In effetti, nel primo periodo della sua esperienza (1949-1976) l’unità del paese si attua – pur con gravi lacerazioni – in un sistema istituzionale di matrice sovietica che imbriglia tutta la società in modo totalitario e da “dispotismo orientale”, soffocandone ogni iniziativa.

Dopo la morte di Mao (1976) inizia una graduale liberalizzazione che, con Deng Xiaoping (1978) si estende, partendo dal vasto mondo rurale, ad ampia parte della sfera economica. È in questo secondo periodo che – dopo il massacro di Tian’anmen (1989) – si introduce il “socialismo di mercato” (1993), inteso in concreto a diminuire il ruolo dell’economia di comando, che pure permane in altro modo, e introdurre forme di mercato.

Il terzo periodo – adesione alla WTO (2001) – collega le riforme interne alle esigenze della realtà internazionale. Il dumping monetario e del costo del lavoro favoriscono le esportazioni. La Cina diventa la “fabbrica del mondo”.

Il dirigismo asiatico, il marcato nazionalismo sostitutivo del marxismo-leninismo, a permanenza del partito-stato, l’influenza crescente della cultura confuciana, la politica mercantilista sono gli strumenti impiegati per ottenere il consenso interno e per l’integrazione armonica nel mercato internazionale (“la crescita pacifica”) che si sviluppa parallelamente ad una politica di potenza svolta oramai a livello mondiale.
Acquisizione di materie prime in tutti i continenti, enormi riserve valutarie, G 20 versus G 2, sono le “parole chiave” di una spregiudicata strategia che crea non poche perplessità.

Traccia un bilancio di questi sessanta anni e discute sugli scenari che si prospettano Giovanni Salvini, docente di Sistemi economici comparati all’Università di Pavia (e Visiting scholar alle Università di Praga, Varsavia e Davis).

Giovanni Salvini ha pubblicato numerosi lavori sulle economie dei paesi socialisti, la transizione e le economie russa e cinese. Il suo più recente lavoro sulla Cina è il contributo nel volume collettaneo Cina. Verso la modernità, appena pubblicato da Einaudi.