L’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI) e l’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (ANPPIA) organizzano un incontro che si terrà martedì 15 novembre 2011 alle ore 17.30 presso la sala “Berto Perotti” dell’IVrR, in via Cantarane 26, dal titolo: «L’antifascismo nonviolento di Aldo Capitini, il filosofo schedato politico», conferenza di Massimo Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento. Introduce Beppe Muraro.
Aldo Capitini fin dai primi anni ’30 avvertì l’esigenza di ispirarsi alle lotte condotte da Gandhi per resistere alle ideologie totalitarie che si stavano affermando in Europa. Impiegato come economo all’Università Normale di Pisa rifiutò di iscriversi al Partito fascista perdendo il lavoro e trasferendosi a Perugia. In quegli anni si impegnò a trasmettere le idee della nonviolenza come strumento concreto per opporsi e reagire al despotismo del regime fascista. Durante la guerra si collegò ad esponenti dell’antifascismo di matrice liberal-socialista e proprio in seguito a questa attività venne arrestato e condannato. Dopo aver scontato alcuni anni di carcere riprese la sua opera di persuasione a favore degli ideali della nonviolenza. Nel 1944 dopo la liberazione di Perugia avviò il Centro di Orientamento Sociale convinto della partecipazione alla vita democratica “dal basso” e al di fuori degli schieramenti partitici dell’epoca. Capitini preferì restare estraneo alla politica contingente e tradizionale per svolgere la sua azione sui temi dell’obiezione di coscienza, della necessità di una “società aperta”, della nonviolenza e della pace. Azione che trovò il suo culmine nell’organizzazione della prima Marcia per la pace Perugia-Assisi nell’ottobre del 1961.