Per non dimenticare le deportazioni naziste verso i luoghi di sterminio, in ricordo della Giornata della Memoria, il Partito Democratico di Verona ha organizzato: «Per non dimenticare. Verona e le deportazioni», mercoledì 25 gennaio alle ore 20,30 presso la Sala da Lisca, in Via Interrato dell’Acquamorta, 54 a Verona (vicino Piazza Isolo).
Introduzione di Vincenzo D’Arienzo – Segretario Provinciale PD Verona; Roberto Bonente – Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea; Carlo Rimini – Presidente della Comunità Ebraica di Verona – Vicenza e testimone diretto; Gino Spiazzi – ex deportato e Presidente della sezione veronese dell’Associazione Nazionale ex Deportati. Musiche di Andrea Testa, violinista.
Vincenzo D’Arienzo, Segretario Provinciale PD: senza il ricordo e lo studio degli orrori di cui l’umanità si è macchiata rischieremmo tutti di rivivere momenti terribili della nostra storia. Per questa ragione la memoria della Shoah dovrà rimanere per sempre come monito per tutti affinché mai più sia raggiunto quell’abisso.
Lo scopo è quello di aprire un spaccato su Verona: cosa accadeva nella nostra città all’epoca? Le leggi razziali e le deportazioni come venivano attuate dai gerarchi fascisti e dal Comando SS veronese?
Il nostro dovere è di tramandare, soprattutto alle nuove generazioni, la storia tragica della Shoah e delle deportazioni per non dimenticare e perché ciò che è stato ancora oggi interroga le nostre coscienze.
Per questa ragione chi è chiamato – aggiunge D’Arienzo – nella politica come nella società, ad assolvere una responsabilità deve sentire su di sé l’impegno morale a non alimentare mai questi sentimenti; deve sentire l’urgenza morale di unire e non di dividere, di aiutare la comprensione reciproca.
La Giornata della Memoria sia quindi motivo per riflettere sul valore della dignità e del rispetto dei diritti umani di ogni singola persona. L’odio e il pregiudizio hanno alimentato la mala pianta del razzismo e dell’antisemitismo.
É anche compito del Partito Democratico vigilare perché non si ricreino le condizioni dell’odio e della paura che hanno portato tanti uomini a dimenticare la propria umanità e a trasformarsi in tranquilli carnefici. Il nostro compito è di lavorare perché prevalga sempre e comunque il diritto di ogni persona al rispetto degli altri, conclude D’Arienzo.