Parlare di filosofia a una ragazzina? Ma poi, per quale motivo? E come fare? Siete invitati alla presentazione del libro di Eliano Zigiotto «PARLAMI DI FILOSOFIA», venerdì 25 maggio 2012 alle ore 20.30 presso «La Foglia e il Vento. Museo del Gioco di Soave» (via foro Boario – all’interno del parco giochi situato vicino a porta Verona)
La ragazzina è appena uscita dalle elementari e tra tutte le nuove materie della scuola media scopre che non c’è filosofia, quella cosa che insegna suo padre al liceo. Perché la filosofia s’insegna solo al liceo? Perché è difficile, si dice: va bene per i più grandicelli, quelli che sono ormai in grado di inoltrarsi nei suoi “misteriosi sentieri”, mentre invece parlarne ai bambini o ai ragazzini sarebbe come abbassarla, banalizzarla, svilirla: farne insomma una sciocca tiritera. Ma è proprio così? Già l’aver posto la domanda, quel perché sulle cose di cui i piccoli dell’uomo sono ancora capaci, significa che i ragazzi a volte intuiscono qualcosa che gli adulti non vedono: infatti, è una assenza strana, incomprensibile.
Studiare la letteratura, la matematica, le scienze o la religione, è forse meno impegnativo?
Va bene – si dirà – ma perché avvicinare i ragazzi alla filosofia: a che cosa può servire? La filosofia non serve a niente, tutt’al più a fare qualche “ragionamento”. Imparare a ragionare – sarebbe già qualcosa. Anche leggere una poesia non serve a niente, eppure ci dà il gusto di vivere, di pensare e immaginare. Non di solo pane vive l’uomo. D’accordo, la filosofia non serve a niente, ma nel senso che non è serva di niente. Infatti è formazione al pensiero – quello libero, critico, creativo e razionale insieme. La filosofia non fa cose, ma fa gli uomini che fanno le cose. E quanto ci sarebbe bisogno di formare persone che fanno le cose con la testa e non con i piedi. O forse si ritiene che il pensiero cresca e maturi da sé, come una pianta spontanea, senza cura e senza storia, così per magia o tutt’al più appoggiandosi a qualche “materia” canonica? Non sarà invece che insegniamo troppo tardi a filosofare, quando la partita ormai è chiusa? I ragazzi, poi, da un po’ di tempo a questa parte, anche grazie all’opera di maestri come Mario Lodi, sono i nuovi “cittadini” di oggi, soggetti di diritto al sapere, come ogni altro, secondo la giusta misura.
Ecco allora la sfida del libro appena uscito: «Parlami di filosofia». Autore: Eliano Zigiotto, professore di filosofia e storia al liceo “L. Da Vinci” di Arzignano (ed. Contro, Lonigo 2012, con disegni di Manlio Onorato). Il sottotitolo reca: “Esercizi di dialogo tra padre e figlia su antichi e nuovi problemi filosofici legati ai luoghi della vita quotidiana”. Si tratta di un racconto in forma di dialogo che si snoda per una settimana, ogni giorno intorno ad un tema filosofico diverso. Così il lunedì si va al parco e ci si lascia interrogare dalla natura; il martedì si va al mercato e si ragiona intorno al tema socratico della virtù; il mercoledì a scuola per parlare della cosiddetta “voglia di imparare”; il giovedì al circolo parrocchiale per parlare dell’amicizia e della musica giovanile; il venerdì a teatro per parlare del bello estetico; il sabato al cinema per parlare della forza seducente delle immagini; la domenica in chiesa per parlare di Dio, del male, della morte e dell’amore per il prossimo. Tutto questo per dimostrare che la filosofia può essere a portata di mano di chiunque la voglia incontrare e che, contrariamente a quanto si pensa, può essere utile a qualcosa, forse anzi essenziale per crescere in umanità. Come dice Epicuro, nella Lettera a Meneceo: “Non indugi il giovane a filosofare, né il vecchio di filosofare si stanchi: nessuno è troppo giovane o troppo vecchio per la salute dell’anima”.