Venerdì 27 maggio alle ore 18.00 presso il Convento di San Bernardino (Sala Morone), a Verona: «GLI UOMINI OMBRA – L’ERGASTOLO: UNA PENA DI MORTE LENTA?». A partire dal libro di Carmelo Musumeci, «Gli uomini ombra e altri racconti».
Intervengono: Marco Zenatelli Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Verona, Alberto Laggia, giornalista di Famiglia Cristiana, Roberto Puliero, attore e regista, Fra’ Beppe Prioli dell’Ass. La Fraternità di Verona, Giuseppe Angelini della Comunità Papa Giovanni XXIII di Spoleto, Giuseppe Longo della Comunità Papa Giovanni XXIII di Vicenza. Coordina: Anna Zegarelli.
Organizza: Ass. Papa Giovanni XXIII e Gabrielli editori in collaborazione con l’Associazione «La Fraternità».
Info: Gabrielli editori tel. 045 7725543, 340 5791171
L’ergastolo è paragonabile ad una morte? Se ne discute venerdì 27 maggio alle 18 nel convento di San Bernardino, in sala Morone. Interverranno il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Verona Marco Zenatelli, Alberto Laggia, giornalista inviato speciale di “Famiglia Cristiana”, Giuseppe Angelini e Giuseppe Longo della comunità Papa Giovanni XXIII ( il primo è impegnato a Spoleto, il secondo a Vicenza), Fra’ Beppe Prioli dell’associazione La Fraternità. E Roberto Puliero, attore. Il quesito nasce dopo avere letto il libro dell’ergastolano Carmelo Musumeci “Gli uomini ombra” edito dalla Gabrielli editori (la casa editrice che con le associazioni da sempre impegnate nel portare valore e sollievo nelle carceri, ossia la fraternità e la comunità Papa Giovanni XXIII, hanno organizzato l’incontro). Ma chi è Musumeci e perché ha scritto un libro che ha fatto risvegliare tante coscienze?
Musumeci è un ergastolano, attualmente detenuto a Spoleto. E’ siciliano. Nato a Aci Sant’Antonio in provincia di Catania è stato arrestato con l’accusa di appartenere ad un’organizzazione malavitosa, come “cosa nostra”, e detenuto all’Asinara in regime di 41 bis. Questo è da sempre il carcere di massima sicurezza, e qui Musumeci ha ripreso a studiare fino a laurearsi in giurisprudenza con una tesi in sociologia del diritto dal titolo eloquente “Vivere l’ergastolo”. A differenza dei veri uomini mafiosi lui, nonostante un cognome così pesante che evoca cosche mafiose, si è sempre comportato diversamente: ha da subito rivendicato i propri diritti, ha presentato esposti e reclami alle autorità giudiziarie, ha scritto a giudici, parlamentari, associazioni. Ha denunciato vessazioni. Si è fatto portavoce dei malesseri dei carcerati. Tutto questo nel massimo rispetto della legge, e senza mai calunniare. Per dirla con le parole di Laggia, di cui è anche la prefazione del libro, Musumeci è “uno scrittore detenuto che sconta la pena dell’ergastolo ostativo, ossia dell’ergastolo senza benefici, senza mai un giorno di permesso, senza alcuna speranza”. “Gli uomini ombra”, è un libro che si legge d’un fiato che offre una visione del mondo chiusa, soffocante e nel contempo così reale che sembra parte di un altro mondo. I suoi sono racconti “social noir” che fanno riflettere e portano a chiedersi quanti sono gli italiani che sanno che esiste una morte che ti tiene in vita ma non ti permette di vedere il sole. L’ergastolo ostativo è quanto di più crudele ci possa essere. Ma non spetterà ai relatori del convegno giudicare se questa pena sia giusta. Sarà chi ascolta, chi sentirà con le proprie orecchie i brani letti dall’attore Puliero. E le testimonianze di chi vive il mondo “di chi sta dentro”. Ogni cinque giorni muore un detenuto. Non solo, dal 1997 ad oggi sono morti 64 agenti di polizia penitenziaria, più dei militari inviati nelle cosiddette missioni di pace. A subire il carcere sono anche 50 bambini sotto i tre anni che vivono con le loro madri detenute. “Gli uomini ombra” apre uno scenario che non si vorrebbe conoscere ma che esiste. “Nella mia giovane vita avevo sopportato con forza ogni traversia, ma la prigionia non riuscivo a sopportarla. Eppure a cinquantacinque anni suonati, sono tutt’ora in prigione”, scrive Musumeci che per la prima volta, l’11 maggio ha goduto di un permesso speciale per discutere la tesi della sua seconda laurea. (Anna Zegarelli)