Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e la Biblioteca Austriaca organizzano a Trento, mercoledì 31 ottobre, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito «Polemiche su Gustav Klimt». Intervengono Francesca Boarini e Fernando Orlandi. Introduce Paola Maria Filippi.
Gustav Klimt è uno dei pittori europei universalmente più conosciuti e il 2012 è l’anno di Klimt. In occasione del 150° anniversario della sua nascita la casa editrice Silvy ha pubblicato il volume Polemiche su Klimt di Heramann Bahr, in cui si documentalo scandalo artistico-culturale che esplose a Vienna quando l’artista realizzò delle grandi tele che gli erano state commissionate per l’Aula magna dell’Università di Vienna.
Quando nel 1900 La filosofia, una di queste tele, fu esposta alla Secessione ad uno “stato incompiuto”, il dipinto, rivoluzionario anche sotto il profilo formale, provocò le più violente proteste degli ambienti conservatori. Era anche comprensibile, perché nell’opera il valore di conoscenza della filosofia positivista viene messo in discussione in modo radicale: il Sapere emerge dal caos del mondo come una sorta di mistero.
Klimt e i suoi amici lottarono ostinatamente e con grande determinazione perché questo e gli altri due dipinti – La medicina e La giurisprudenza – fossero installati nell’Aula magna. La battaglia terminò con una sconfitta. Dopo una lunga vicenda, anche giudiziaria, nel 1905 Klimt riuscì a rientrare in possesso delle tre opere restituendo l’alto compenso che aveva ricevuto.
Questi lavori furono particolarmente importanti nella vicenda artistica di Klimt. Egli vi introduce quello che sarà uno dei temi di fondo della sua arte. Si tratta della tematica dell’inspiegabile, del perpetuo mutamento della natura inaccessibile all’intelletto umano: del suo sviluppo circolare che comincia con la generazione e con la nascita e attraversa tutti gli stadi della vita fino alla morte, per avere quindi un nuovo principio. Riferito al vivere umano è un tema facilmente comprensibile, con le sue fondamenta biologiche. Non si tratta più del limpido e rassicurante stile storicista, ma un fluire di corpi simbolici e metafisici; non una parata dei grandi pensatori del passato ma un turbinio di forze oscure e non rassicuranti.
A sinistra una massa di corpi in diversi atteggiamenti, giovani e anziani, disperati o sereni; a destra uno sfondo punteggiato di stelle su cui aleggia un volto misterioso (l’enigma del mondo) mentre in basso spunta un volto femminile radioso: La filosofia. Non una sobria rappresentazione del progresso della cultura, ma un turbinio di corpi sensuali.
Queste tele suscitarono una ondata di critiche e polemiche furiose, giungendo fino al Parlamento, nonostante La filosofia fosse stata premiata come migliore opera straniera all’Esposizione mondiale di Parigi.
Di questa contesa e della sua appassionata e diretta partecipazione, Hermann Bahr ne testimonia in Polemiche su Klimt, ora proposto al lettore italiano.
Queste tele entrarono poi a far parte della collezione Lederer. Quando la Seconda guerra mondiale si avvicinò a Vienna, per il timore di bombardamenti e incendi queste tele vennero trasferite dalla capitale austriaca al castello di
Immendorf, assieme a numerose altre opere d’arte. La sfortuna volle che nei pressi di quel castello facesse campo un reggimento di carristi dell’Armata rossa e che in un momento di ebbrezza facessero una gara di tiro a segno cannoneggiando il castello. Tutte le opere andarono criminalmente distrutte.
Hermann Bahr (Linz, 1863-Monaco, 1934), scrittore e critico letterario, fu un saggista brillante che contribuì a diffondere in patria le più moderne correnti della letteratura europea.
Bahr studiò filosofia, giurisprudenza, economia e filologia a Vienna, Czernowitz e Berlino. Nel corso di un lungo soggiorno a Parigi emersero i suoi interessi per la letteratura e l’arte.
A Vienna Bahr si legò agli allora sconosciuti scrittori della “Giovane Vienna”, delle cui opere si fece promotore e divulgatore: seguì con attenzione le prime esperienze letterarie di Arthur Schnitzler, scrisse uno degli articoli più famosi su “Loris”, lo pseudonimo dietro cui si celava il giovane Hofmannsthal. Fece propria la causa dei secessionisti viennesi e fu il primo a recepire l’empiriocriticismo di Mach e a definirlo “filosofia dell’impressionismo” e ad applicare il termine “modernismo” alle opere letterarie.