Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale ha appena pubblicato un nuovo Working Paper di Enrico Fardella, A Win-Win Compromise: La normalizzazione tra Stati Uniti e Cina all’epoca della riforma economica di Deng Xiaoping (CSSEO Working Paper 146).
Chi è interessato ad una copia in formato elettronico di questo Working Paper, può ottenerlo gratuitamente inviando una mail di richiesta a: [email protected].
In questo lavoro Enrico Fardella rivisita il ruolo svolto dalla China policy dell’amministrazione Carter nell’ultima fase della Guerra fredda e ricostruisce il complesso intreccio di eventi che portò, tra il 1977 e il 1979 a un drastico mutamento della balance of power in Asia.
La normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti alla fine del 1978 costituisce il momento cruciale di questo processo. Non fu la semplice finalizzazione di un percorso già tracciato da Nixon e da Kissinger. Per certi aspetti, invece, ne rappresentò un correttivo, e si spinse fino a creare un compromesso più equilibrato, che tenesse in considerazione i diversi interessi in gioco.
Questo fu reso possibile da due fattori: la capacità del consigliere per la sicurezza nazionale di Carter, Zbigniew Brzezinski, di gestire la China policy tra il 1978 e l’inizio del 1979, e il momento storico all’interno del quale l’amministrazione si trovò ad operare. Una fase storica in un certo qual modo unica in quanto “ponte” tra due processi simultanei: la crisi della distensione tra la due superpotenze da una parte e il passaggio epocale della Cina popolare dalla “lotta di classe” alla “modernizzazione socialista” dall’altra.
La crisi della distensione con Mosca e l’estensione dell’impegno sovietico nel Terzo mondo, Indocina compresa, spinsero Washington e Pechino verso un comune orizzonte strategico, ponendo le basi per il superamento degli ostacoli che si erano fino ad allora interposti a livello diplomatico tra le due parti.
Il ritorno sulla scena politica di Deng Xiaoping e il rilancio della sua politica di riforma crearono le condizioni per aggiungere la normalizzazione dei rapporti diplomatici all’intesa strategica. L’incombere della minaccia sovietica e il degenerare della crisi in Indocina avrebbero potuto compromettere il successo dei piani di riforma di Deng. Il rapporto con Washington dunque era funzionale alla soluzione dei problemi di sicurezza di Pechino e alla realizzazione della riforma economica.
In una fase di lotte intestine al partito come quella successiva alla morte di Mao, Deng aveva bisogno dell’appoggio americano per poter conseguire risultati in politica estera che avrebbero dato spessore e solidità al suo ruolo dirigente. La normalizzazione era uno dei punti chiave in questo processo.
L’amministrazione Carter, e in primo luogo Zbigniew Brzezinski, seppe approfittare della disponibilità cinese a concludere la normalizzazione ottenendo il miglior compromesso possibile, un compromesso che prevedeva di fatto la possibilità per gli Stati Uniti di continuare la vendita di armi difensive al suo vecchio alleato Taiwan.
Quel compromesso si rivelava tanto efficace quanto più si veniva adattando alle situazioni interne ai due paesi: da un lato corroborava il ruolo dirigente di Deng Xiaoping nel Partito Comunista Cinese, e dall’altro consentiva alla Casa Bianca di non dare l’impressione al Congresso e all’opinione pubblica di voler abbandonare Taiwan al suo destino.
In pochi mesi la China domestic policy divenne parte integrante della China policy dell’amministrazione Carter e, analogamente, anche la politica interna americana divenne un fattore cruciale all’interno della strategia di Deng.
Enrico Fardella, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di studi sullo stato della Facoltà di scienze politiche dell’Universitá di Firenze e post-doc presso il Dipartimento di storia dell’Università di Pechino. Ha scritto una breve biografia di Mao per Mondadori, tradotta in diverse lingue, e vari articoli sui rapporti tra Cina e Stati Uniti pubblicati su riviste e volumi accademici in italiano, inglese e cinese.
Questo Working Paper è disponibile in due versioni: in versione ridotta con solo il testo di Enrico Fardella (291 kb), oppure la versione completa (e più “pesante”, circa 4000 kb), con una appendice documentaria di 77 pagine.
Nell’appendice sono riprodotti integralmente quattro documenti:
Il primo è l’affascinante trascrizione della conversazione che Henry Kissinger ebbe il 12 novembre 1973 nella residenza di Mao Zedong, presente anche Zhou Enlai.
Il secondo testo è una nota è la nota del CC del PCUS del 30 agosto 1978, indirizzata a Erich Honecker.
Il terzo documento, un Memorandum della CIA, Sino-Soviet Competition in Indochina (14 novembre 1978).
Il quarto documento è il riassunto della conversazione fra Zbignew Brzezinski e Chai Zemin, tenutasi il 15 dicembre 1978 alla Casa Bianca.