[Giornale di Brescia • 18.01.04] Quest'anno ci riprovano: «Exa», la mostra internazionale di armi sportive, va regolamentata, dicono. E riparte l'appello perché si garantisca l'esclusivo contenuto sportivo della rassegna. È un fronte trasversale, quello che si è riunito ieri tra piazza Loggia e Largo Formentone...

«EXA SIA DAVVERO RISERVATA SOLTANTO A SPORT E TEMPO LIBERO»

Quest’anno ci riprovano: «Exa», la mostra internazionale di armi sportive, va regolamentata, dicono. E riparte l’appello perché si garantisca l’esclusivo contenuto sportivo della rassegna. È un fronte trasversale, quello che si è riunito ieri tra piazza Loggia e Largo Formentone. Associazioni laiche e religiose, sindacati, politici, d’accordo per chiedere agli organizzatori l’esclusione assoluta dal campionario in mostra «di armi da guerra, da difesa personale e civile, e di attrezzatura per la sicurezza». Si vorrebbe che venissero ammessi all’esposizione «solo fucili da caccia e da tiro, repliche ed armi antiche, buffetteria e abbigliamento» Ad inauguarare la petizione – giunta verso l’ora di pranzo a quota 70/80 adesioni – c’erano don Ruggero Zani, per la Commissione giustizia e pace della Diocesi di Brescia; Mimmo Cortese, nodo bresciano della Rete Lilliput, Silvia Spera, della Fiom. Ma anche Graziano Fracassi, segretario della Cgil bresciana; padre Alberto Pellucchi, missionario Comboniani, Francesca Parmigiani per la Sinistra giovanile e Mirko Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione. Tra gli altri promotori: Brescia Social Forum; Pax Christi; Verdi bresciani; Magazzino 47; Acli; Consulta comunale della pace e Mario Sberna, consigliere in Loggia per la Margherita. «Si tenta di sensibilizzare l’opinione pubblica e la società promotrice dell’expo, partecipata, tra gli altri, da Comune, Provincia e Asm – dice Cortese – sul problema del traffico illegale d’armi»; «Basta alla cultura imperniata sulla difesa “fai da te”» fa eco Lombardi. «Ma basta anche alla produzione di armi da guerra». Una preoccupazione avvertita anche dalla Chiesa: «Il Vescovo ha fatto capire chiaramente che si dovrà puntare su una riconversione dell’industria armiera» evidenzia don Zani.