[GRILLOnews • 17.04.04] Una battuta sulla proposta del Governo di accorpamento delle ferie: "Negli Stati Uniti si lavora 9 settimane in più rispetto all'Europa ma non si guadagna di più"...

GARDNER: «NUOVI CONSUMATORI CRESCONO, PIANETA A RISCHIO»

“Dobbiamo avere il coraggio di introdurre e praticare con coerenza, a partire dal Nord del mondo, l’ “etica della sufficienza”, chiedendoci che cosa ci serve veramente, e impegnandoci, come consumatori e cittadini del Nord e del Sud del mondo, a non usare più risorse di quelle necessarie. Altrimenti non c’è ritorno”. E’ l’allarme lanciato a Firenze il 2 aprile scorso, nell’ambito del palinsesto “Terra Futura” Gary Gardner, direttore del World Watch Institute, il più autorevole osservatorio sulle condizioni ambientali del pianeta.

Una classe di nuovi consumatori, con stili di vita simili ai nostri, si affaccia nei Paesi di nuova industrializzazione come Cina e India. Piccole percentuali rispetto al totale della popolazione ancora in miseria, ma che in Paesi, rispettivamente da 240 milioni e 120 milioni, il cui Pil cresce fino al 10% annuo, fanno lanciare l’allarme risorse. Il World Watch Institute, ha presentato a Terra Futura il rapporto annuale State of the world sulle condizioni della Terra, che quest’anno è dedicato proprio ai consumi.

“In 17 Paesi in via di sviluppo (Cina, India, Corea del Sud, Filippine, Indonesia, Malesia, Thailandia, Pakistan, Iran, Arabia Saudita, Sud Africa, Brasile, Argentina, Venezuela, Colombia, Messico e Turchia) – ha spiegato Gardner – e tre economie in transizione (Polonia, Ucraina e Russia), si è creata una nuova fascia di consumatori valutata intorno agli 1,1 miliardi di persone. E la pressione sull’ambiente rischia di diventare insostenibile: in Cina nel 1990 circolava un milione di automobili, mentre nel 2000 erano già 6 milioni. Nello stesso periodo il parco auto indiano è passato da 1,7 a 6,1 milioni”.

Nonostante questa rincorsa, tuttavia, i Paesi industrializzati, che rappresentano il 12% della popolazione mondiale, assorbono ancora il 62% dei consumi delle famiglie a livello mondiale. La classifica globale del numero dei consumatori medi, quindi del numero degli abitanti con un livello medio di consumi procapite, è guidata dagli Stati Uniti, che hanno 242,5 milioni di consumatori medi, l’84% della popolazione, seguita dalla Cina, che ne conta circa 239,8 milioni, appena il 19% della popolazione. Al palo l’Africa subsahariana, dove i consumi negli ultimi anni si è registrato un calo nei consumi del 20%.

Una battuta sulla proposta del Governo di accorpare ai weekend alcuni giorni festivi: “Gli Statunitensi lavorano 9 settimane in più rispetto agli europei ma non è detto che guadagnino di più. Inoltre, proprio per il loro stile di vita insostenibile, il 61% degli Statunitensi è indebitato, con un debito medio di 11mila dollari procapite, e un interesse di 2mila dollari l’anno”.

Un diverso modello di consumi è possibile, ha concluso Gardner: “E’ importante generare benessere, non necessariamente ricchezza, offrendo alle persone il servizio e non il bene. Un piccolo esempio concreto: se si offrono ai cittadini, ad esempio, trasporti pubblici adeguati nel prezzo e nell’efficienza, che incentivino un uso collettivo dei mezzi e delle risorse, le cose possono cambiare”.