[di Gaia Valdenazzi, ingegnere • 01.10.03] Con questa lettera voglio esprimere la mia indignazione, come tecnico e come cittadina italiana, per la pessima qualità dell'informazione sul black-out diffusa dalla televisione domenica scorsa. Sono ingegnere elettrico, con tesi di laurea sul ripristino delle reti dopo i black-out ed esperienza di cinque anni nel settore energia...

IL BLACK OUT VISTO DA UN INGEGNERE ELETTRICO E LE MISTIFICAZIONI DELLA TV

Con questa lettera voglio esprimere la mia indignazione, come tecnico e come cittadina italiana, per la pessima qualità dell’informazione sul black-out diffusa dalla televisione domenica scorsa. Sono ingegnere elettrico, con tesi di laurea sul ripristino delle reti dopo i black-out ed esperienza di cinque anni nel settore energia. Posso dire che nessun sistema elettrico, di qualsivoglia dimensione, è progettato per soccombere a un primo guasto, e tantomeno la nostra rete. La perdita di una delle linee che ci collegano all’estero non dovrebbe provocare l’interruzione di tutte le altre a catena nè il collasso della rete nazionale: infatti se non si può far fronte all’eccesso di richiesta di potenza,  si risponde in tempi rapidi con il cosiddetto “distacco carico” per evitare che la rete, sovraccaricata, diventi instabile. Detto in altre parole, in casi estremi si mette al buio qualcuno, per evitare che vadano al buio tutti e che il sistema vada alla deriva. La prima cosa che ho pensato domenica mattina è perciò che siano
fallite le procedure che i centri di controllo eseguono in questi casi, o che non siano state eseguite. Durante tutto il giorno, però, sulle reti televisive nazionali ho visto solo gente fare a gara a gridare più forte che in Italia mancano le centrali (anche quelle nucleari), con lunghi intermezzi sui surgelati andati a male. Nessuno ha menzionato la gestione della rete. Come al solito molti slogan e tanta confusione per il telespettatore medio. Veramente penosa poi la trasmissione di Raiuno alle 22:15, dove le dichiarazioni del presidente di GRTN, che attribuiva tutta la responsabilità del disastro alla nostra dipendenza energetica dall’estero, non sono state nè supportate nè contestate da alcun tecnico del settore o persona informata sui fatti. Sono convinta che la nostra rete, i nostri centri di controllo e la nostra capacità produttiva diversificata potevano evitare un tale macroscopico danno. Quello che voglio sapere è: le procedure di emergenza (e in particolare quelle citate dall’Ing. Marconato  su Repubblica di
oggi30/09) sono state applicate? La riserva “calda” domenica notte era in funzione? Il contratto che abbiamo con Francia e Svizzera ci obbliga a comprare tanta energia anche di notte così da non usare la nostra che di notte avremmo? Rafforzare la nostra rete è meno costoso che costruire nuove centrali? Un albero caduto su una linea non mette in ginocchio l’Italia. L’incompetenza, invece, sì. (Ing. Gaia Valdenazzi, messaggio pubblicato sulla mailing list del ForumAmbientalista).