[di PIERANGELO GIOVANETTI • 05.05.02] Padre Zanotelli è tornato. Alex contro la Chiesa del potere. Zanotelli è tornato in Trentino: resterà definitivamente in Italia a fare il missionario. Dopo più di 12 anni in Africa, il comboniano ha lasciato Korogocho. "La tragedia di avere eletto Berlusconi è che ai giovani è stato messo a modello uno che predica il successo dei soldi". "Purtroppo la Chiesa non è più coscienza critica della società. È diventata parte del sistema". Andrà tra gli emarginati di Palermo. "Voglio essere tra gli ultimi". Lancia l´accusa: "Trentino materialista ha perso se stesso".

IL GRIDO DI PADRE ALEX ZANOTELLI: CHIESA BERLUSCONIZZATA

Sull´aereo che lo riportava in Italia dopo il suo addio a Korogocho, ha preso in mano la Bibbia e s´è messo a rileggere l´Apocalisse: “Allora la terra intera, presa d´ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia… L´adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita dell´agnello immolato”.
“Vedi – dice padre Alex -, la Bestia è l´Impero, il Faraone, la potenza demoniaca che opprime e schiaccia i più deboli. I cristiani sono quelli che resistono alla Bestia, mentre gli altri si identificano con il sistema. Purtroppo oggi la Chiesa in Italia si è berlusconizzata, e non ha più voce nel denunciare la Bestia. Ha perso la profezia. Non ci si deve meravigliare se oggi non ci sono più vocazioni. Se i valori dominanti sono il denaro, il successo, l´edonismo, non ci possono essere preti. Perché la missione del
prete è quella di donare la vita”. Alex Zanotelli ha lasciato l´Africa ed è tornato a fare il missionario in Italia. Andrà probabilmente a Palermo, in una periferia tra gli emarginati. “Per dare un segno concreto che la Chiesa è dalla parte degli ultimi, anche in Italia”.

Padre Alex, ora che hai lasciato l´Africa cosa farai?
“Andrò tra gli emarginati di una grande città del Sud, probabilmente Palermo. Stiamo definendo con i miei superiori comboniani cosa è meglio fare. Comunque starò con la gente. Anche per richiamare la Chiesa italiana a stare dalla parte degli emarginati. Per me è elemento fondante. Altrimenti si rischia di diventare dei burocrati. Poi mi impegnerò a livello europeo, a Bruxelles, in attività di lobbying, per far pesare la forza dei movimenti di base italiana lì dove si prendono le decisioni economiche”.

Che impressione hai, venendo dalle baraccopoli di Nairobi e dalla tua montagna di immondizie di Korogocho, a ritornare in Italia?
“Provo un grande malessere per l´assurdità di un sistema che permette a pochi di avere tutto e alla maggior parte di non avere niente. Dobbiamo smetterla di pensare che questa gente è così perché vuole essere così. È così perché c´è un sistema politico-economico che li riduce così. La mia rabbia, in senso evangelico, è quella di vedere il grande peccato, di vedere infranto il sogno di Dio. Se non ci fossero le possibilità, uno direbbe: vabbè, non si può. Quello che fa male è che abbiamo un mondo mal spartito. Basterebbe che fosse spartito un po´ più equamente”.

Padre Gheddo, missionario del Pime, oggi a Trento, nel suo ultimo libro “Davide e Golia”, sostiene una tesi opposta. Dice che la causa del sottosviluppo dell´Africa non è la diseguaglianza Nord-Sud ma sta nelle dirigenze dei Paesi africani che non sono state in grado di garantire lo sviluppo al continente nero. Chi ha ragione?
“È vero che le dirigenze africane hanno tradito i loro popoli. Riconosco anch´io che non ci sono solo ragioni esterne ma anche interne nella miseria degli africani. È di una gravità estrema però, dire come fa padre Gheddo che il sottosviluppo è legato al fatto religioso. Cioè affermare che è il cristianesimo che porta lo sviluppo, mentre le altre religioni fermano al sottosviluppo. Questa mentalità, tipica dell´Occidente, è alla base del colonialismo e tutt´oggi dell´imperialismo. Alois Pieris, teologo asiatico dello Sri Lanka, con i suoi libri ha smentito pesantemente questa tesi di Gheddo, che è gravissima. L´esperienza cristiana è motivante per un cammino di liberazione. Ma non è detto che ciò ci sia solo nel cristianesimo. Altrimenti significa negare che Dio lavora anche attraverso le altre religioni. Del resto Gheddo è convinto che occorre ricolonizzare l´Africa. Un discorso di un razzismo che mi spaventa”.

Padre Gheddo smentisce anche la tesi terzomondista secondo cui occorre cancellare il debito come prima risposta all´emergenza dei Paesi poveri. Gheddo dice che la prima emergenza è quella educativa e culturale e chiama in causa l´Occidente.
“Padre Gheddo non legge in chiave economica la situazione globale. Gli Stati Uniti andranno a spendere quest´ anno 500 miliardi di dollari in armamenti. Con i 250 miliardi che l´Europa spendereà quest´anno, fanno 750 miliardi che potrebbero essere investiti in vita e invece sono usati per difendere il sistema, quello che vede il 20% del mondo consumare l´83% delle risorse. Questo ce lo possiamo permettere alla stessa maniera per cui in Sudafrica 5 milioni di bianchi tenevano in scacco 30 milioni di neri, pappandosi il 90% delle risorse. Cosa glielo permetteva? Le armi. La stessa cosa che facciamo noi oggi con i poveri del Sud del mondo. Spendiamo 750 miliardi di dollari quando la banca mondiale dice che con 13 miliardi di dollari risolveremmo il problema fame e sanità”.

Però se oggi in Italia un politico si presentasse alle elezioni dicendo di voler ridurre i consumi del 10% lo prenderebbero per pazzo. Perchè ridurre del 10% i consumi vuol dire centinaia di migliaia di disoccupati, crollo della crescita economica, recessione, ccetera eccetera. Per certi versi il sistema è diventato irreversibile.
“Irreversibile verso la morte. Se andiamo avanti in questa maniera, si va verso la morte. Dobbiamo esserne consapevoli, però. Se, per esempio, il miliardo e 400 milioni di cinesi si dotano di un´automobile ciascuno, come abbiamo noi, chi potrà più vivere in questo mondo? Siamo arrivati ad un punto in cui non è possibile andare avanti con un sistema che spinge a produrre sempre di più. Gli scienziati ci danno il tempo limite di cinquant´anni per cambiare. Se entro quella data non c´è mutamento di rotta, saranno intaccate per sempre le radici ecologiche che permettono alle generazioni future di sopravvivere”.

Una soluzione forse qualcuno l´ha pensata: congeliamo il sistema com´ è. Noi pochi ricchi restiamo ricchi, e impediamo ai poveri di diventare ricchi come noi.
“Va bene, basta dirlo. Diciamolo anche a Gheddo. Teniamo il 20% della popolazione che sta benissimo e lasciamo l´80% nella fame. Io, come credente, proprio perché appartengo alla tradizione biblica di un Dio che sogna per l´umanità un´economia di eguaglianza, non lo posso accettare. Devo gridare”.

Non sono molti a gridare. Perchè, per esempio, secondo te oggi non c´è più nessuno che vuole fare il prete?
“I soldi, il successo, il vivere bene non si conciliano con la vita del prete. Perché la vocazione del prete è quella di donare la vita. Sono due mentalità che non si conciliano. Se nella società sono questi i valori dominanti, è chiaro che non ci sono più vocazioni. Martin Luther King diceva che la Chiesa è chiamata ad essere non il termometro della società, ma il termostato. Oggi invece abbiamo una chiesa che è il termometro: misura quelli che sono i valori di questa società. Invece dovrebbe cambiarli. Dovrebbe essere coscienza critica. Purtroppo non ci siamo. Oggi la Chiesa italiana si è berlusconizzata. È diventata parte del sistema”.

Quale dovrebbe essere il compito della Chiesa oggi, anche in Trentino?
“Essere coscienza critica della società: una critica chiara, sociale economica politica, senza mezzi termini. Secondo, deve proporre dei valori, ma con gioia di vivere. La vita è bella, ha ragione Benigni. Dà gioia molto di più che arrabattarsi per quattro soldi. La Chiesa dovrebbe offrire questa alternatività”.

Come si può invertire l´atrofia della Chiesa di oggi?
“Partendo dalla base, da comunità che vivono questo. Dall´alto, dalla gerarchia, non mi aspetto grandi cambiamenti. Oggi alla maggior parte dei vescovi italiani basta avere i soldi per le scuole private. Un invischiamento che ti lega. La Chiesa ha bisogno di libertà, di spaccare con questi sistemi. E invece con due soldi ti imbrigliano le mani”.

Come hai trovato il Trentino di ritorno da Korogocho?
“Chiuso nel suo materialismo. È questo il degrado. Oggi girando il Trentino avverto il senso totale della disgregazione sociale, della atomizzazione, in cui ognuno è per sè a fare i propri affari. Il materialismo porta all´edonismo: si fa solo quello che riempie la pancia. È la violazione delle nostre radici storiche. Basta vedere a come abbiamo ridotto l´esperienza religiosa. Non ha più niente di vitale, non ti tocca, non ti entra con la famiglia. Al massimo è qualcosa di individualistico. La dinamica religiosa delle nostre comunità è stata stravolta. Fondante in Trentino può essere ripartire dalla montagna, il ritorno alla montagna vissuta come momento di trascendenza, di spiritualità, di andare oltre. Non dobbiamo inventare niente: solo ritornare al cordone ombelicale che abbiamo reciso”.

Troppi soldi?
“Sì, il materialismo dominate è il degrado. Pensate alla tragedia di avere eletto Berlusconi, di avere messo come modello per i nostri giovani uno che dice che bisogna far fortuna coi soldi, farli come si vuole, ma farli”.

In cosa hanno sbagliato le due generazioni precedenti, se i giovani sono intrisi di materialismo?
“Credo bisogna risalire agli anni del Dopoguerra, quando abbiamo imboccato la via americana del consumismo. È la svolta, la spaccatura, che ha portato Dossetti, Carretto, Lazzati a lasciare la politica. Siamo entrati nel sistema. L´America ha aperto i rubinetti, e via… La Chiesa però dovrebbe avere un´altra visione. Io sono legato ad una tradizione biblica che vive il sogno di Dio, quello che affida a Mosè di uscire dall´Impero del Faraone, di imboccare un´economia di eguaglianza, che a sua volta chiede una politica di giustizia, e richiede un´esperienza religiosa. Anche chi si definisce ateo o agnostico in fondo cerca Dio, ma non si ritrova in questa immagine di Dio che forniamo loro”.

Giancarlo Innocenzi, sottosegretario del governo Berlusconi, ha accusato la Chiesa trentina di fare politica e di stare dalla parte dei noglobal.
“Innocenzi dovrebbe andare a leggersi la Bibbia. Troverebbe un Dio che chiede una politica di eguaglianza, una politica di giustizia. Non è il dio del faraone, il dio di Berlusconi. È il Dio delle vittime di questo sistema. Questo ci dice la Bibbia”.


DA “l’Adige” 20/04/02