[GRILLOnews • 21.07.02] Giovedì 11 luglio 2002 è stata definitivamente approvata dal Senato la legge Bossi-Fini sull’immigrazione con 146 voti a favore, 89 contrari, 3 astenuti, dopo una settimana di votazioni sulle centinaia di emendamenti dell’opposizione, tutti respinti.  Le norme che l’Ulivo e Prc considerano pessime, entrano in vigore.

IMMIGRAZIONE – APPROVATA LA LEGGE APARTHEID

Giovedì 11 luglio 2002 è stata definitivamente approvata dal Senato la legge Bossi-Fini sull’immigrazione con 146 voti a favore, 89 contrari, 3 astenuti, dopo una settimana di votazioni sulle centinaia di emendamenti dell’opposizione, tutti respinti.  Le norme che l’Ulivo e Prc considerano pessime, entrano in vigore. A favore della legge hanno votato tutti i senatori della Casa della Libertà, contrari l’Ulivo, Rifondazione comunista. Tra i punti più contestati della normativa: – le impronte digitali, rilevate agli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno o fanno domanda di rinnovo; – il permesso di soggiorno, inoltre, sarà concesso solo a chi ha già un contratto di lavoro e durerà due anni; – l’immigrato che perde il lavoro avrà due alternative: o tornare in patria o finire tra i clandestini; – lo straniero senza permesso di soggiorno viene espulso per via amministrativa; se è privo di documenti viene portato in un centro di permanenza per 60 giorni (prima erano 30) durante i quali si cerca di identificarlo. Se non ci si riesce al clandestino viene “intimato” di lasciare il territorio entro 3 giorni (prima era entro 15 giorni); – lo straniero espulso che rientra in Italia senza permesso commette un reato.  Per ottenere la carta di soggiorno, che a differenza del permesso non ha scadenza, il periodo di tempo necessario passa da cinque a sei anni. Inoltre il decreto del Presidente del Consiglio che determina il numero di extracomunitari che possono entrare ogni anno in Italia diventa facoltativo. – Scompare la figura dello sponsor, che era stata introdotta dalla legge Turco-Napolitano; – sul fronte della repressione le navi della Marina militare avranno più poteri per bloccare le carrette che trasportano in Italia i clandestini; – ciascuna famiglia potrà regolarizzare una sola colf, ma non è stato posto un limite per le badanti, ossia per chi assiste disabili o anziani. “Riteniamo questa legge assolutamente sbagliata – ha commentato il presidente dei senatori ds, Gavino Angius – anche l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati afferma che questo provvedimento calpesta e nega diritti fondamentali della persona”. “Ci sembra – ha aggiunto Angius – un giudizio più che sufficiente per rispedire al mittente un provvedimento cinico, razzista, indegno di un Paese civile com’è il nostro”. “Dietro questa legge – prosegue Angius – c’è una logica assolutamente lontana da quella dell’integrazione, una logica che vede lo straniero come un estraneo, un ospite precario da sfruttare fino a che serve, un limone da spremere e buttare”.  “Una legge feroce, sbagliata e ingiusta – incalza Massimo Brutti, che ha annunciato in aula il voto contrario dei Ds . “Questa legge – ha spiegato Brutti – conduce solo alla precarietà della vita e del lavoro degli immigrati che lavorano in Italia, senza aggiungere nulla: viene ridotta alla metà la durata del permesso di soggiorno: ci vorranno 6 anni per ottenere la carta di soggiorno; una figlia di 18 anni non potrà ricongiungersi con la famiglia in Italia, i nonni non potranno accogliere i nipotini, perché, in questi casi, il ricongiungimento è impossibile”. “Questa legge porta il timbro della Lega, il timbro di una forza politica che è contro gli italiani del Mezzogiorno in cerca di lavoro al nord, contro gli immigrati extracomunitari più poveri, contro gli stranieri”. E Stefano Boco, senatore dei Verdi “E’ prevalsa la logica di una nevrosi paranoide nei confronti degli stranieri”.  Reazioni fortemente negative da parte del volontariato contro questa legge “ingiustificata e intollerante”, come l’ha bollata don Luigi Ciotti che ha annunciato una raccolta di impronte digitali dai referenti regionali della associazione Libera da lui fondata e che verranno consegnate alla Questura di Roma.  Una legge – ha aggiunto don Ciotti – che rischia di ratificare una immagine dello straniero come soggetto pericoloso o di un potenziale delinquente”. Per il presidente nazionale dell’Arci, Tom Benetollo “viene sancito istituzionalmente l’imbarbarimento del rapporto tra Stato e migranti. L’Arci continuerà la battaglia a fianco degli immigrati per impedire, con azioni di disobbedienza, l’attuazione di una legge ingiusta”- Per Loretta Caponi, presidente del Forum delle comunità straniere in Italia  parla di “delusione”  e di “inseguimento del consenso della xenofobia diffusa”. E Dino Frisullo, presidente dell’Associazione “Senzaconfini”, ha definito la legge Bossi-Fini appena approvata “Legge apartheid”. Durissimo il giudizio della CGIL Per il segretario confederale Giuseppe Casadio, si tratta “dell’interpretazione materiale di pulsioni regressive, xenofobe, quando non esplicitamente razziste, che convivono nella pancia della nostra società e che da una parte politica importante del nostro governo vengono alimentate e coltivate”.

<?XML:NAMESPACE PREFIX = O />

LIVIA TURCO (DS): “LEGGE DANNOSA ALL’ECONOMIA E FORIERA DI INSICUREZZA”
“Altroché riforma! Con la Bossi-Fini si torna alla vecchia politica basata sull’aumento della clandestinità e successive sanatorie. Infatti questa legge, appena approvata, ha già prodotto guasti profondi perché è stata accompagnata dal blocco delle quote degli ingressi regolari. Ciò ha provocato gravi danni alla nostra economia e ha determinato un forte aumento di immigrati clandestini”. Lo dichiara Livia Turco responsabile Welfare della Segreteria nazionale dei DS. “Per riparare ai danni di questa scelta dannosa e grave – continua la Turco – ricorrono alla sanatoria. Alla faccia della coerenza!”. “Proprio loro che sono andati al governo ingannando gli italiani e promettendo loro che avrebbero cancellato sia l’immigrazione clandestina che le sanatorie. La Bossi-Fini è una legge grave perché lede il principio costituzionale di pari dignità tra le persone”. E’ una legge dannosa all’economia e foriera di insicurezza, Continueremo la nostra ferma battaglia di opposizione a partire dall’entrata in vigore della legge. Dimostreremo all’opinione pubblica i danni che essa provoca e le parti in cui non sarà in grado di funzionare”. “Attiveremo una azione di monitoraggio sul territorio costruendo un’ampia rete che coinvolga competenze, associazioni, imprenditori e cittadini. Metteremo in campo un altro messaggio: quello della dignità e dei diritti. Saremo accanto alle persone immigrate per difenderne dignità e diritti e per costruire relazioni positive tra italiani e immigrati”.  

CIR: LA NUOVA LEGGE BOSSI-FINI, UNO “SCHIAFFO” AL DIRITTO D’ASILO
L’Italia rimane all’ultimo posto nell’Unione Europea per la tutela dei rifugiati e del diritto d’asilo. Dopo le espressioni di soddisfazione della maggioranza per l’approvazione della nuova legge sull’immigrazione e l’asilo, il CIR ribadisce la sua delusione e grave preoccupazione per una legge che pone il nostro Paese in netto contrasto con le proposte di direttive comunitarie che il mese scorso il Consiglio europeo di Siviglia aveva formalmente richiesto di adottare. “Il nostro Paese – sottolinea Christopher Hein, Direttore del CIR – tradisce gli impegni assunti a livello internazionale, ma anche all’interno dello stesso Parlamento. L’iter della legge aveva visto un ordine del giorno, largamente condiviso soprattutto alla Camera, che ben si inseriva nel processo europeo volto ad uniformare la disciplina del diritto d’asilo all’interno dell’Unione, secondo quanto previsto da precisi strumenti internazionali, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 (art. 14) e la Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951”. “Questa legge”, continua Hein, “rappresenta un’altra occasione mancata per l’attuazione di una normativa organica sul diritto di asilo in Italia, previsto dalla Costituzione e ora “liquidato” in due soli articoli, 31 e 32 del nuovo testo sull’immigrazione”. Tra i punti sui quali il CIR esprime con forza la propria disapprovazione, la previsione relativa al ricorso. In caso di respingimento della richiesta d’asilo, infatti, la stessa Commissione territoriale che ha deciso in prima istanza, andrà a giudicare il ricorso del richiedente, assieme ad un membro della Commissione nazionale per il riconoscimento dello status di rifugiato, in chiara violazione degli standard minimi di garanzia previsti a livello nazionale, internazionale ed europeo. Inoltre, la legge nega esplicitamente la sospensione del provvedimento di allontanamento dal territorio. Tale provvedimento che scatta automaticamente al momento del diniego del riconoscimento dello status di rifugiato da parte della Commissione territoriale, salvo l’esistenza di un titolo di soggiorno per altri motivi. In tal caso viene negato il principio di non-refoulement (art. 33 della Convenzione di Ginevra), principio di diritto internazionale fondamentale. Il CIR accoglie con favore l’introduzione di un c.d. “status umanitario” per coloro che non rientrino nella definizione formale di rifugiato, e la previsione relativa al proseguimento del Programma Nazionale Asilo (PNA), il primo piano di accoglienza ed integrazione per i rifugiati e i richiedenti asilo in vigore dal 2001. Nonostante questi due elementi positivi, il nostro Paese dimostra ancora una volta, con questa legge, di tirarsi indietro rispetto agli impegni assunti di fronte alla comunità internazionale, con una disciplina soltanto marginale e provvisoria del diritto d’asilo inserita nel diverso e più ampio contesto dell’immigrazione.