[GRILLOnews • 23.07.01] Gli investimenti socialmente responsabili hanno un loro indice. Lo ha creato la società Ftse, responsabile per gli indici della Borsa di Londra, e si chiama Ftse4good, cioè più o meno, "Ftse per il bene" e comprende 50 società europee, fra cui quattro italiane (le Assicurazioni Generali, le banche Unicredito, Intesa e San Paolo -Imi e il produttore di semiconduttori italo-francese STMicroelectronics).

Investire etico?

Quindi se vuoi investire in pace con la tua coscienza (facendo anche un investimento indicizzato) hai uno strumento in più. Tre sono i criteri principali usati dalla Ftse (una joint-venture fra il Financial Times e la Borsa di Londra) per stabilire l’inclusione delle imprese quotate nel suo indice socialmente responsabile: rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e buone relazioni con le varie componenti delle società su cui le operazioni dell’impresa hanno un impatto (stakeholders). Alcuni settori sono stati esclusi a priori, come tabacco, nucleare e produttori di armi.Alcune considerazioni su questi criteri vanno però fatte:mentre aziende come Wal Mart e Nike sono state tagliate dagli investitori etici per via del mancato rispetto dei diritti dei lavoratori in aziende loro fornitrici, la Coca-Cola, multinazionale simbolo, è uno dei titoli preferiti dagli investitori etici americani. Perchè? che fare quando un’azienda “etica” è acquisita da una che lo è di meno? La Montedison, azienda che secondo i più è etica, è stata acquisita da una cordata in cui è presente Edf, la cui produzione di energia deriva al 75% dal nucleare. Secondo i criteri della citata Ftse ora Montedison è ancora etica? Unicredito ha annunciato che non finanzierà più aziende che producono armi. Che fare con tutte le banche che continuano a farlo? la morale cattolica in Italia influenza notevolmente i criteri etici: il più grande fondo comune etico, San Paolo Azionario Internazionale Etico, è “consigliato” da un comitato in cui sono presenti esponenti cattolici. Non ha aziende  farmaceutiche in portafoglio perchè la maggior parte di queste produce beni contrari alla “morale” cattolica (es contraccettivi). Sarebbe pertanto utile che tutti i sottoscrittori fossero consapevoli di questa esclusione in quanto molti di loro potrebbero ritenere assolutamente etico e nobile investire in aziende che producono profilattici, visto che è una delle poche armi contro la diffusione dell’Aids; inoltre, sarebbe importante che tutti i sottoscrittori fossero consapevoli del costo-opportunità di questa esclusione: chi avesse investito cinque anni fa nel paniere delle aziende quotate attive nella produzione di contraccettivi venduti in Italia (ma anche di altri beni che curano le malattie), quali American Home Products, Akzo Nobel, Sanofi-Synthelabo, Schering, Ssl International avrebbe ottenuto un rendimento annualizzato del 24,5%, contro il 18,6% degli indici di mercato dei rispettivi paesi. Ma non era risaputo che i titoli non etici devono rendere meno del mercato nel medio-lungo periodo?