[Mariagrazia Bonollo • 10.10.03] Padova, 10 ottobre 2003. I piccoli produttori di caffè dell’Honduras, ridotti alla povertà dal crollo del prezzo del caffè sul mercato mondiale, avevano lottato per un anno intero contro il governo per salvare se stessi e le proprie famiglie da politiche statali che li mettevano definitivamente in ginocchio...

LA VITTORIA DEI CAFETALEROS DELL’HONDURAS

Padova, 10 ottobre 2003. I piccoli produttori di caffè dell’Honduras, ridotti alla povertà dal crollo del prezzo del caffè sul mercato mondiale, avevano lottato per un anno intero contro il governo per salvare se stessi e le proprie famiglie da politiche statali che li mettevano definitivamente in ginocchio. Una lotta che aveva portato non solo a grandi mobilitazioni interne, inizialmente represse con violenza, ma anche a forti pressioni internazionali e che ha ora consentito di ottenere un riconoscimento fondamentale da parte del governo. A settembre, infatti, il governo dell’Honduras con un decreto ha promulgato la legge “di riattivazione finanziaria del settore produttivo del caffè”. Concretamente significa che verrà costituito un fondo speciale denominato “Fideicomiso” per pagare, per conto dei produttori stessi, i saldi debitori dei prestiti bancari ottenuti fino allo scorso 29 aprile per attività legate alla produzione del caffè. Il fondo verrà alimentato attraverso l’imposizione di una tassa sulle esportazioni che oscillerà tra i 4 e i 9 dollari per ogni quintal (corrispondente a 46 kg) di caffè venduto. L’oscillazione sarà in relazione al prezzo di vendita. Si tratta, di fatto, dell’annullamento di un debito che viene stimato in 100 milioni di dollari e che grava sulle spalle di centinaia di migliaia di piccoli produttori già stremati da una congiuntura internazionale che li ha costretti, negli ultimi anni, a vendere spesso il caffè ad un prezzo inferiore ai costi di produzione. In Honduras, lo ricordiamo, su 7 milioni di abitanti, 5 milioni vivono in condizioni di povertà: il caffè, oltre ad essere il principale prodotto d’esportazione, è quello che consente una più diretta distribuzione della ricchezza e la sua produzione coinvolge ben due milioni di persone. A confermare la notizia di questa vittoria dei cafetaleros è Marco Santori, presidente del Consorzio di microfinanza Etimos, partner finanziario de La Central de Cooperativas Cafetaleras dell’Honduras, un consorzio di 62 cooperative che costituisce il principale coordinamento di piccoli produttori del paese centroamericano. Etimos, assieme a TransFair Italia, marchio di garanzia del commercio equo e solidale, si è fatto interprete delle richieste e delle istanze dei piccoli produttori promuovendo una vera e propria campagna, SIN CAFÈ NO HAY MAÑANA, a loro sostegno. “L’azzeramento del debito – afferma Santori, di ritorno in questi giorni da una missione in Honduras – è un risultato importantissimo, una vera e propria vittoria per i cafetaleros. Significa che il governo si fa garante per loro e accetta la richiesta di dare vita ad un politica di sostegno al comparto cafetalero. Si tratta di un obiettivo centrato grazie alla determinazione dei produttori ma anche grazie alla pressione internazionale cui anche l’Italia e la nostra campagna di sensibilizzazione hanno contribuito”.  Attualmente grazie alla campagna – che invita a comprare caffè equosolidale e a sottoscrivere certificati di deposito per la costituzione di un Fondo di garanzia – Etimos sta sostenendo la Central per un totale di 585 mila dollari, ma un nuovo ingente prestito è in fase di definizione entro la fine di ottobre.
Per informazioni: www.campagnaproduttori.net, Etimos tel. 049/8755116, TransFair Fairtrade tel. 049/8750823, [email protected].