«Ho deciso di scrivere. Proprio a te, coinvolto nella ubriacatura razzista che attraversa il Paese. Una ubriacatura a cui partecipi forse per convinzione o forse solo per l’influenza di un contesto in cui prevalgono le parole di troppi cattivi maestri e predicatori d’odio, che tentano di coprire così l’incapacità di chi ci governa (e ci ha governati) di assicurare a tutti, compresi i più poveri, condizioni di vita accettabili» scrive don Ciotti nel prologo. E aggiunge: «Non mi sento, comodamente e presuntuosamente, dalla parte giusta. La parte giusta non è un luogo dove stare; è, piuttosto, un orizzonte da raggiungere. Insieme. Ma nella chiarezza e nel rispetto delle persone. Non mostrando i muscoli e accanendosi contro la fragilità degli altri. Così don Luigi Ciotti apre questa lettera a un razzista del terzo millennio. Una lettera dura e, insieme, accorata. Perché il rancore non prevalga, travolgendo tutti».
L’AUTORE
Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell’«Associazione Gruppo Abele» e di «Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», è impegnato dal 1965 sulla strada, nella tutela e promozione dei diritti dei più deboli e nella difesa della legalità contro tutte le mafie.
Luigi Ciotti
LETTERA A UN RAZZISTA DEL TERZO MILLENNIO
Edizioni Gruppo Abele, 2019
78 pagine, 6,00 euro
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