LIBRI. «SOLTANTO ALLA LEGGE», DI FRANCESCO MORONI

«Soltanto alla legge»: è questo il titolo del libro – pubblicato da Effepi Libri – che il giovane studioso di Foligno, Francesco Moroni, ha dedicato all’indipendenza della magistratura. Non una semplice storia del potere giudiziario, dunque, ma una ben più ampia, ragionata e rigorosa analisi storico-evolutiva dei suoi fondamenti: l’indipendenza del giudice (sia come singolo magistrato, che come ufficio) e la sua soggezione «soltanto alla legge», così come prevede l’articolo 101 della nostra Costituzione repubblicana.

Il volume – che si presenta in una forma grafica accattivante la quale ne agevola la lettura – nasce dal forte interesse che l’Autore nutre per i rapporti tra politica e magistratura, e costituisce la rielaborazione della sua tesi di laurea. Una lettura necessaria – soprattutto in questo periodo di deleterie controriforme dell’Ordinamento giudiziario – che, come ricorda Moroni nell’introduzione, aiuta a «fare un passo indietro per analizzare le radici storiche dell’indipendenza della magistratura e la sua evoluzione anche culturale, facendo tesoro della lezione del passato per valutare con cognizione di causa la compatibilità, la coerenza sistemica e la congruità tecnica delle disposizioni contenute nel recente progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario», purtroppo solamente ‘congelata’ per pochi mesi dal Governo Prodi, e non invece abrogata, come sarebbe stato auspicabile.

«Una riforma – commenta il prof. Nicola Tranfaglia nella sua prefazione – attenta a non affrontare nessuno dei gravi problemi di efficienza e funzionalità della giustizia dal punto di vista dei cittadini-utenti ma, nello stesso tempo, tesa, con norme che riguardano sia la struttura e i poteri del Consiglio Superiore della Magistratura sia la carriera dei magistrati, a ripristinare, contro l’ispirazione e la lettera della Costituzione vigente, la situazione che di fatto e poi anche di diritto esisteva nel periodo liberale e in quello fascista».

Buona parte del libro è dedicata alla difficile attuazione dei precetti costituzionali in materia di ordine giudiziario – che costituiscono un netto punto di rottura rispetto al periodo precedente – e al ruolo dei magistrati, singoli ed associati, in questo processo di ‘disgelo costituzionale’. Non manca un’analisi degli anni Ottanta e Novanta, che «registrano – sottolinea Moroni – un incremento esponenziale delle aggressioni ingiuriose ai magistrati, nel quadro di una strategia massmediatica di difesa extraprocessuale di imputati ‘eccellenti’ e, più in generale, di un preoccupante degrado del costume politico che affonda le sue radici in uno spaventoso deficit di cultura istituzionale, non facilmente colmabile, almeno nel breve periodo».

Il pensiero non può non andare a giudici esposti in prima linea nella lotta contro le mafie, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tanto odiati ed osteggiati nel loro lavoro mentre erano in vita, quanto ‘santificati’ e commemorati subito dopo la loro tragica morte. Ma anche a giudici come Giancarlo Caselli, a cui è stato addirittura impedito di partecipare al concorso di  Procuratore Nazionale Antimafia con apposite norme contra personam, e Armando Spataro, duramente attaccato per le sue recenti e delicate indagini su vicende legate al terrorismo internazionale. Completano il volume di Moroni un ricco apparato di note e una bibliografia con indicazioni per approfondire il tema trattato.

Michele Turazza

tratto da http://www.antimafiaduemila.com/

«Soltanto alla legge. L’indipendenza della magistratura dal 1945 a oggi»

di Francesco Moroni

Effepi Libri editore

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