[di Eugenio Melandri • 05.11.2001] - Luca 18:9-14 Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo." Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore." Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato".

O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini

“Ti ringrazio, Dio, perché mi hai creato bianco. Hai fatto di me il campione di un mondo evoluto e progredito. Dove ad ogni persona si garantisce il rispetto dei diritti umani. Nessuno è messo fuori dalla nostra civiltà. Perché, Signore tu lo sai bene, quella che noi abbiamo costruito è la vera civiltà. Ti ringrazio, Dio, perché sono nato cristiano. Sono stato battezzato e ho fatto la prima comunione. Non come gli altri che praticano religioni false e primitive. Alcuni credono nei geni della foresta. Sono veri e propri pagani. Senza un’etica. Senza nessun valore. Altri si riconoscono in un Dio guerriero, come Allah. Un dio intollerante che non permette libertà di religione e che pratica la guerra santa. Ti ringrazio, Dio, perché mi hai chiamato a far parte di una società tollerante. Dove ogni persona è rispettata e accolta nei suoi diritti e nella sua diversità, dove alla donna è riconosciuto il suo ruolo unico. Dove ognuno ha pari opportunità. Ti ringrazio, soprattutto, perché mi hai posto in una società superiore (lo dico a te in privato anche se non posso dirlo in pubblico, perché con questo ecumenismo di maniera bisogna dire che si è tutti uguali). La nostra invece è una civiltà superiore, non solo per le conquiste tecnologiche, ma anche per le sue conquiste giuridiche. Noi rispettiamo la carta dei diritti umani fondamentali, accettiamo il dialogo interreligioso. Permettiamo che da noi si costruiscano le moschee, mentre loro non accettano che si costruiscano le chiese a casa loro. Noi abbiamo scoperto tante cose di cui loro usufruiscono. La nostra medicina che permette loro di guarire da malattie che altrimenti li condurrebbero alla morte; l’istruzione e l’alfabetizzazione. Per merito nostro possono viaggiare in automobile o in aereo. Ti ringrazio poi perché la nostra civiltà ha inventato la democrazia. Una testa un voto. Tutti possono accedere agli incarichi pubblici e tutti possono, attraverso il voto, essere sollevati da quegli incarichi. Non come loro, governati da dittatori che non hanno alcuna legittimazione popolare. Finalmente ti ringrazio perché hai dato a noi una missione civilizzatrice, chiamandoci a fare il mondo a nostra immagine e somiglianza. Lo abbiamo fatto lungo i secoli portando nel mondo la tua parola e i tuoi insegnamenti. In America latina distruggendo forme religiose primitive e diaboliche. In Africa, portando la nostra saggezza e la nostra civiltà. Ci siamo riusciti meno in Asia, dove ancora fioriscono forme religiose organizzate in modo strano e dove soprattutto impera l’Islam, questa religione di beduini, guerrieri e privi di morale, che continuano a fare la guerra santa contro di noi che rappresentiamo la civiltà. Non permettere, o Dio, che i tuoi nemici abbiano il sopravvento. Donaci la forza di saper resistere e saper combattere in nome tuo che sei la verità e in nome nostro che da te abbiamo appreso ad essere umani”. Prega così nel grande Tempio del mondo il fariseo. Centrato su se stesso, vede solo se stesso. Dio è soltanto l’idolo che serve a mantenere intatte le sue convinzioni di superiorità. Dimentica tutto ciò che contraddice questa immagine: il suo imperialismo, l’economia inventata apposta perché i conti tornino solo nel portafogli dei ricchi. Il suo razzismo, spesso mascherato in nome dell’ordine pubblico. Dimentica la storia, fatta di colonialismo e tratta degli schiavi. Gli altri? Di fatto non esistono. Solo lui è nel giusto. Solo lui è giusto. Proprio per questo è disposto a tutto. Anche a fare la guerra. In fondo è sempre stato così: “Gott mit uns”. Eugenio Melandri (da “Adista” n.71-15 ott. 2001)


Eugenio Melandri – Fondatore di “Chiama l’Africa”, OMELIA XXX Domenica del Tempo Ordinario Sir 35,12-14.16-18; Sal 33; 2Tm 4,ó-8.16-18; Lc 18,9-14