[di Sergio Paronetto (Pax Christi Verona) • 05.05.02] Si stanno addensando ombre nere sulla democrazia italiana. Da tempo anche "Pax Christi" lo sta evidenziando. Nel gennaio scorso, durante un seminario sui "diritti minacciati", l'associazione ha inviato la sua solidarietà alla Magistratura affermando che "la nostra giustizia ha bisogno di essere più celere, ma con regole che valgano per tutti" e che è urgente "riscoprire il valore della legalità e del bene comune, che è garanzia di democrazia così come ci veniva a suo tempo autorevolmente chiesto dal documento dei vescovi italiani 'Educare alla legalità'".

PACE, GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA, LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI IN ITALIA

Nel testo si parlava anche di “coincidenze” tra alcune proposte governative e il Piano della loggia massonica P2. Oggi, la violenza dell’attacco governativo alla Magistratura si accompagna a iniziative legislative e mediatiche segnate da un enorme accumulo di interessi che inquina la libertà e la trasparenza della vita politica e i suoi rapporti con la comunità internazionale. A causa del cattivo esempio che viene dall’alto, si diffonde un clima di confusione istituzionale, di insicurezza sociale, di degrado civile. “Non sfugge a nessuno -scriveva don Ciotti  nel dicembre 2001- che i provvedimenti presi o le proposte sul tappeto in materia di giustizia e di processo sono obiettivamente tesi a salvaguardare posizioni e poteri eccellenti dagli obblighi della legge. Legge che, a differenza di quanto sta scritto (forse ancora per poco)  sulle pareti delle aule di tribunale, è sempre meno uguale per tutti”. L’intervento continuo  di esponenti del governo e della maggioranza su vicende giudiziarie riguardanti la corruzione politico-economica o le manifestazioni di Milano, Napoli e Genova, non esprime solo una pregiudiziale ostilità verso i magistrati ma una palese violazione dei principi dello “stato di diritto” (tra i quali la divisione dei poteri, l’indipendenza della Magistratura, l’obbligo di esercitare l’azione penale, la presunzione di innocenza). In molti casi, la presunzione di innocenza sembra diventare presunzione di impunità (per gli arrestati o indagati) e certezza di colpa per i magistrati. Il comportamento della parte più aggressiva della maggioranza diventa un grave atto di intimidazione verso chi sta compiendo il proprio dovere. Alimenta divisioni tra gli organi dello stato. Semina sospetti di complotti ovunque. Sembra proteggere persone e gruppi “intoccabili”. Umilia e condiziona l’informazione. Scredita il movimento sindacale e giovanile.  Limita lo spirito critico. Involgarisce la sensibilità civile. Tende ad annullare la ragione e a spegnere il desiderio. Occorre impedire la deriva! Tenere desto il variopinto girotondo civile perché. non caschi il mondo (della democrazia). Rilanciare l’allarme democratico di Giuseppe Dossetti, ripreso più volte in questo periodo da Caponnetto e da Borrelli, da Scalfaro e da Bobbio, da autorevoli esponenti della Comunità europea e da alcune Procure d’Europa.  Anche l’ONU, con la sua Commissione per i diritti dell’uomo di Ginevra, sta interessandosi al nodo giustizia-politica in Italia. L’azione per la pace (rivolta alla riduzione del commercio delle armi, alla tassazione delle speculazioni finanziarie, alla difesa dei diritti umani in Medio Oriente, in Sud America e nell’Africa centrale, alla prevenzione delle guerre, al dialogo tra culture e religioni) si sposa oggi con la lotta nonviolenta  per la democrazia, la giustizia e lo sviluppo dei diritti umani anche in Italia. Occorre sviluppare progetti di educazione alla legalità e alla democrazia e favorire l’abrogazione di alcune leggi lesive della legalità costituzionale.  In prospettiva, bisogna pensare alla nascita di un “istituto nazionale per la difesa dei diritti umani” secondo il modello previsto dall’ONU,  dalla sua “Carta dei difensori dei diritti umani” varata nel 1998. La pace e la democrazia sono sorelle. Possono fondarsi solo sulla forza della verità, sull’impegno per la giustizia, sull’ etica della libertà responsabile.