LIBRI. «QUALCHE PESCANTINA FA. ALLA SCOPERTA DI UN MONDO PERDUTO»

[Aldo Scimone – 13.06.2020] Scrivere i ricordi della propria vita può far cadere spesso nell’autocelebrazione, incentrando tutti gli avvenimenti attorno alla propria persona. Ed è raro saper trovare, attraverso la scrittura, il giusto equilibrio tra ciò che si vuole narrare e quello che effettivamente è stato vissuto.

Renzo Giacopini vi riesce invece magnificamente nel suo ultimo libro «Qualche Pescantina fa. Alla scoperta di un mondo perduto» in cui, attraverso la rievocazione delle storie di vari personaggi e di fatti del suo paese natale, Pescantina, ci narra la sua vita e i suoi affetti in un viaggio alla scoperta del significato della propria vicenda umana.

L’esordio è quanto mai significativo con la dedica al padre, presenza molto forte nella vita dello scrittore e con la dichiarazione dell’identificazione del suo paese con la sua vera Patria, cioè della sua totale appartenenza alla storia, alla cultura e alle tradizioni di Pescantina.

Giacopini, dopo avere girato il mondo come ingegnere di una grande azienda di telecomunicazioni, giunto alla pensione trova finalmente il tempo di tornare più spesso al suo paese natale e di rivivere momenti salienti della sua fanciullezza, pur trovando molti luoghi cambiati, diversi da quelli che si impressero nella sua mente di fanciullo, e sapendo che tanti personaggi che contribuirono alla sua formazione umana e sociale sono ormai scomparsi come fotogrammi di un film andato avanti e che non si è potuto più rivedere.

È questa la ragione del titolo significativo «Qualche Pescantina fa», analogo all’Amarcord di Fellini. Ma Giacopini, passeggiando per il lungadige, pur scorgendo tanti cambiamenti inevitabili avvenuti nei luoghi frequentati nella sua giovinezza, rivive a poco a poco gli interminabili giochi all’aria aperta fatti a Piazza San Rocco con altri bambini, tutti accomunati, come scrive, «dalla gioia di vivere e da una povertà che era la norma e non ancora una vergogna».

Si rivede in primavera fare a gara con i suoi amici nel cercare di colpire con la fionda i rondinoni che volteggiavano attorno al campanile della chiesa omonima. Riavvolgendo la pellicola della propria vita gli vengono innanzi le immagini di tante persone che, chi più e chi meno, hanno contribuito alla sua crescita: la rigida Suor Gaetana, il severo don Castagna, il gelataio che suonava la fisarmonica, lo scapestrato cugino Zraff, l’epicureo zio Rico che lo portava ad uccellare, l’amato papà che gli dispensava tanti consigli. I ricordi gli fanno rivivere le vicende di tanti altri personaggi, macchiette che caratterizzavano la vita sociale di Pescantina: Ornero, il re degli ambulanti, Migliano, l’aviatore, Togno Culata, poeta ufficiale di Pescantina, Nelo Bale, presunto donnaiolo. Ma vi sono anche i ricordi degli sport più amati, il calcio, il ciclismo e immancabilmente dei risvolti comici di alcuni episodi relativi.

Nell’epilogo di questo bel libro, edito dalla veronese Casa Editrice Mazziana, non poteva mancare il ricordo dell’amata moglie e la consapevolezza dei begli anni vissuti insieme a lei. A mano a mano che si procede nella lettura accade una sorta di identificazione tra lo scrittore e il lettore per cui anche quest’ultimo crede effettivamente d’aver conosciuto i luoghi e i personaggi descritti. Come mai? Ciò è dovuto semplicemente alla magia della prosa di Giacopini, magnificamente e volutamente colloquiale, come potrebbe essere il suo parlare ad un amico che sta passeggiando con lui sul lungadige mentre gli indica con una punta di rimpianto tutti i luoghi che lo videro protagonista in quelle stagioni ormai lontane.

Un libro da leggere, ma anche da rileggere, venato dalla poesia che, come affermava Leopardi, è legata ai ricordi.

Aldo Scimone

Titolo: «Qualche Pescantina fa. Alla scoperta di un mondo perduto»
Autore: Renzo Giacopini
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 192
Editore: Casa Editrice Mazziana
ISBN: 8897243312
Prezzo di copertina: 14,00 euro
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[ Fonte: recensione tratta da Sololibri.Net ]