«SINISTRA CRISTIANA», PER TORNARE ALLA POLITICA


La proposta di promuovere con il nome di «Sinistra Cristiana» una rete di gruppi, di aggregazioni e di servizi «per la Costituzione, la laicità e la pace» è stata lanciata da Raniero La Valle, già parlamentare della Sinistra Indipendente dal 1976 al 1991, in un’assemblea a Roma il 21 giugno 2008 ed è stata presentata alla stampa a Palermo in una conferenza lo scorso 10 luglio. Si tratta di dare vita – si legge nel Manifesto per la Sinistra Cristiana – «nel territorio, nelle istituzioni e nelle assemblee elettive, a un ‘Servizio politico’ che da un lato abbia lo scopo di favorire la partecipazione politica dei cittadini, offrendo loro, indipendentemente dalle rispettive opinioni, dei servizi e degli aiuti per agevolarli nell’adempimento dell’art. 49 della Costituzione; dall’altro che abbia lo scopo, come parte tra le parti, di promuovere in modo associato iniziative, corsi e scuole di formazione politica, riattivare canali di comunicazione coi giovani, elaborare culture, soluzioni e proposte legislative, intervenire nel dibattito pubblico e, se necessario, partecipare anche direttamente all’azione politica per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale».

Raniero la valle«L’idea è nata nei circoli della «Scuola di antropologia critica Vasti, che cos’è umano?», al termine di un ciclo di seminari dedicato alla convivenza», spiega La Valle. «Il punto di partenza è stato l’analisi della gravissima crisi interna e internazionale, giunta ormai nel nostro Paese, con la lotta agli immigrati, i rom trattati come lo furono gli ebrei e con la sottrazione dei processi ai giudici, ad attaccare gli stessi diritti primari di libertà ed eguaglianza; ed è giunta nel mondo, con la scelta di produrre petrolio invece di cibo, di costruire muri invece di porte e di armare la vita quotidiana, a dare per perduta e nemica una gran parte della popolazione della terra. Tutto ciò rischia di risolversi in un fascismo strutturale sia in Italia che nel mondo». E in un tale contesto, le gerarchie ecclesiastiche si fanno vedere e sentire – più per rivendicare rendite che per promuovere diritti –, ma «i cristiani non ci sono», prosegue, «anche perché sono caduti in equivoco sulla laicità: hanno creduto che la laicità consista nel non essere o non manifestarsi credenti, mentre essa consiste nel vivere ogni realtà creaturale come profana e non come sacra, cioè disponibile all’uomo, non sottratta all’uso e alle responsabilità comuni, non gravata da riserve e da interdetti, non sequestrata da specialisti togati a ciò specialmente consacrati. Questa laicità non si contrappone a fede o a religione, perché il sacro non è la stessa cosa di Dio, non è la stessa cosa della Chiesa ma, fuorviato, diventa piuttosto la custodia cautelare con cui Dio è tenuto sotto controllo». Eppure, «per far fronte alla crisi anche i cristiani ci vogliono», conclude La Valle.

Ma non «i cristiani come categoria politica, perché questo significherebbe ricadere in vecchie pratiche integriste e confessionali», bensì «come il grido che reclama una qualità della politica che dovrebbe essere a tutti comune»: «Una qualità della politica che consiste ‘nell’agire in modo che comportamenti, atti o scelte nell’operare quotidiano non siano spiegabili soltanto sulla base di mere opportunità politiche o di convenienze personali’, come rispondeva don Giuseppe De Luca a chi lo interrogava sullo specifico cristiano nell’azione comune con i non credenti; una qualità che consiste nel non contentarsi di aver vinto ma andare oltre per una ulteriore giustizia, come diceva don Lorenzo Milani a Pipetta; nel mantenere sempre ‘un principio di non appagamento’ rispetto a ogni società data, come diceva Aldo Moro»; infine «una qualità della politica che consiste nel ricordarsi che la cosa più importante non è difendere la propria sicurezza e la propria vita, perché la speranza supera la sicurezza e la vita si può perdere per guadagnarla».

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del Manifesto della Sinistra Cristiana con i primi firmatari.

Luca Kocci




Manifesto per la «Sinistra Cristiana»

Siamo tutti vittime di una disfatta della politica che, dopo la rimozione del muro di Berlino, vissuta come la vittoria ultima di una parte sull’altra, ha rinunciato a fare un mondo nuovo preferendo rilanciare il vecchio, a cominciare dal suo ancestrale sovrano “diritto alla guerra”. Ciò facendo i poteri dell’Occidente hanno abdicato alla responsabilità di guidare il corso storico, mettendo tutto nelle “mani invisibili” del Mercato, del quale si sono fatti sudditi, guardiani e sacerdoti. E questo lo dice pure Tremonti, dal fondo del pensiero reazionario. Ma poiché il meccanismo così innescato ha creato isole di ricchezza in un oceano di naufraghi, incrementando povertà, insicurezza e disordine, la politica si è fatta polizia per domare terroristi e riottosi, alzando il livello di violenza preventiva e repressiva e mettendo sotto i piedi verità, diritto, Costituzioni e Convenzioni internazionali, ivi comprese quelle umanitarie. E questo non lo fa solo Tremonti, lo hanno fatto dirigenti di destra e di sinistra, anche in regimi inutilmente bipolari.

Oggi non solo c’è bisogno di tornare alla politica da cui molti con giusto disappunto si sono allontanati, come hanno fatto due milioni e mezzo di nuovi astenuti nelle ultime elezioni, ma c’è bisogno di una politica “altra”; né del resto alla vecchia politica questo ritorno sarebbe possibile, né ad essa possibile l’approdo dei giovani; c’è bisogno di una ricostruzione della politica come un “essere per gli altri”, a cui tutti sono chiamati.

Perciò rivolgiamo questo appello alle donne e agli uomini che vogliono operare per la giustizia per un ritorno alla politica. Proponiamo pertanto di promuovere con il nome di Sinistra Cristiana una rete di Gruppi, di aggregazioni e di servizi “per la Costituzione, la laicità e la pace”: cioè per l’unità degli uomini nella giustizia e nel diritto, per la responsabilità comune di “credenti” e “non credenti”, per la crescita del mondo. Dire Sinistra Cristiana non significa qui riferirsi alla pur positiva esperienza che ebbe questo nome dal 1938 al 1945, né crearne oggi una nuova, ma fare appello a quella Sinistra Cristiana che è già nel Paese ed è nascosta nel fondo di molti di noi. Ciò comporta una scelta di campo di sinistra, cosa che in un’Italia drasticamente divisa in due sole parti politiche non significa più sposare una determinata ideologia, ma assumere il peso della contraddizione, mentre della sinistra rivendica la dignità, contro tutte le delegittimazioni e diffamazioni.

Si tratterebbe di dar vita ovunque sia possibile, nel territorio, nelle istituzioni e nelle assemblee elettive, a un “Servizio politico” che da un lato abbia lo scopo di favorire la partecipazione politica dei cittadini, offrendo loro, indipendentemente dalle rispettive opinioni, dei servizi e degli aiuti per agevolarli nell’adempimento dell’art. 49 della Costituzione; dall’altro che abbia lo scopo, come parte tra le parti, di promuovere in modo associato iniziative, corsi e scuole di formazione politica, riattivare canali di comunicazione coi giovani, elaborare culture, soluzioni e proposte legislative, intervenire nel dibattito pubblico e, se necessario, partecipare anche direttamente all’azione politica per concorrere a determinare con metodo democratico la politica nazionale e instaurare la giustizia e la pace tra le nazioni, sempre promuovendo alternative costruttive e nonviolente nei conflitti; e ciò entrando nelle contraddizioni in atto, tra cittadini e stranieri come tra uomini e donne, tra regolari e clandestini, tra necessari ed esuberi, e cercando di ristabilire i legami tra il quotidiano, la cultura, la politica e una speranza nuovamente credibile; sapendo che se non subito si può cambiare il mondo, si può intanto cambiare il modo di stare al mondo.

La definizione di questa rete di Gruppi e di iniziative come “Servizio politico”, intende non solo identificare il criterio della politica nel servizio e non nel potere, ma anche riprendere la radicale illuminazione secondo la quale il vero modo per evitare che nella vita collettiva gli uni siano nemici degli altri, è che tutti si riconoscano servi gli uni degli altri.

Il nome di Sinistra Cristiana, poi, non comporta un’identificazione confessionale, che in nessun modo può confondersi con una divisa politica, ma intende alludere a un mondo di valori, tutti negoziabili, ossia non imposti, purché prevalgano l’amore e la libertà, vuole indicare come discriminante il principio di eguaglianza e, nel conflitto, significa fare la scelta dei poveri, delle vittime e degli esclusi.

Si tratta dunque di un nome nuovo che si riferisce tuttavia a una ricca e variegata tradizione di impegno politico che va da Murri a Sturzo a Dossetti, dai cristiani della Resistenza ai “professorini” della Costituente, da Rodano a Ossicini a Gozzini, dalla cruenta testimonianza di Moro a quella della salvadoregna Marianella Garcia Villas, che hanno attraversato il Novecento italiano.

Quanti intendono associarsi a questo appello sono invitati a farsi promotori delle relative iniziative nelle realtà a cui ciascuno appartiene, salvo poi ogni possibile coordinamento. E se per ottenere risultati è necessario coinvolgere molti, anche due o tre che si riuniscano per queste cose già compendiano tutto il significato dell’azione.

Per un incontro di carattere nazionale, da convocarsi a settembre, si può prevedere fin da ora di mettere all’ordine del giorno, come primissime urgenze, il ritorno alla rappresentanza proporzionale senza snaturamenti maggioritari, e l’affermazione del principio che i diritti sono uguali per tutti: dove la proporzionale è la condizione per non dare troppo potere a qualunque “sovrano del popolo” e perché anche una minoranza possa continuare a rivendicare diritti uguali per tutti contro maggioranze che li neghino.

PRIMI FIRMATARI

Raniero La Valle, Patrizia Farronato, Giovanni Galloni (ex vice-presidente del Consiglio superiore della Magistratura), Rita Borsellino, Adriano Ossicini (presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica), Carla Busato Barbaglio, Mimmo Gallo (magistrato di Cassazione), Giuseppe Campione (presidente della Regione siciliana nel 1992-93), Boris Ulianich (storico del cristianesimo), Giacoma Cannizzo (ex sindaco di Partinico), Annamaria Capocasale (segretaria della Scuola “Vasti”), Roberto Mancini (ordinario di filosofia teoretica all’università di Macerata), Amelia Pasqua, don Mario Costalunga, Laura Brustia, Francesco De Notaris, Agata Cancelliere (insegnante), Giovanni Franzoni (ex abate di San Paolo), Renata Ilari, Giovanni Avena (direttore editoriale di ADISTA), Emilia Carnovale, Giulio Russo (responsabile del Centro di servizi per il volontariato), Nicola Colaianni (giurista), Padre Nicola Colasuonno (direttore di Missione oggi), Donatella Cascino, Pasquale Colella (ecclesiasticista), Franco Ferrara (sociologo), Padre Alberto Simoni (direttore di Koinonia), Bernardetta Forcella (insegnante), Giovanni Benzoni, Angelo Bertani (giornalista), Enrico Peyretti, Francesco Comina, Chiara Germondari, Ettore Zerbino, Alessandro Baldini (Comitati Dossetti per la Costituzione, Associazione “Salviamo la Costituzione”), Claudio Bocci, Antonio Cascino, Anna La Vista, Federico D’Agostino (sociologo), Pasquale De Sole, Franco Ferrari, Gianvito Iannuzzi, Luca Kocci, Angela Mancuso, Gianfranco Martini, Giuseppe Mirale, Francesco Paternò Castello, Maria Antonietta Piras, Fiammetta Quintabà, Corrado Raimeni, Maurizio Serofilli (Comitati Dossetti per la Costituzione), Gabriella Saccami Vezzami, Luca Spegne, Maria Rosa Tinaburri, Paola e Claudio Tosi, Angelo Cifatte, Piero Pinzauti, Nanni Russo (avvocato, ex senatore), Alessandra Chiappini (presidente dell’Istituzione Servizi educativi, scolastici e per le famiglie del comune di Ferrara), Enrico Grandi (professore Associato di anatomia patologica all’Università di Ferrara), Franco Borghi, Tonio Dell’Olio (Pax Christi), Nando e Paola Peloso, Antonio De Lellis, Giovanni  Bianco (giurista), Adele Tomassini, Nadia Neri (psicanalista), Mauro Murino (dirigente scolastico), Carlo Crocella, Mario Corinaldesi, Carlo Ciarrocchi (insegnante di religione), Pio Russo Krauss (medico), Nazzareno Serra, Fabio Ragaini (Gruppo Solidarietà), Gabriella De Blasi (insegnante di informatica), Esposito Angelillo (funzionario P.A.), Anna Doria (insegnante), Gabriele Grassi, Giovanni Dazzi (infermiere), Adriano Declich (giornalista), Orietta Citoni Declich (insegnante), Francesco Auricchio (insegnante), Giovanni Cresci (astronomo),  Antonello Miccoli, Giovanni Panettiere (giornalista), Pierangelo Monti (insegnante di religione), Pippo La Barba (giornalista), Andrea Volpe (ingegnere), Simone Triglia, Carola Gugino. Pasquale Iannamorelli (Edizioni “Quale vita”), Renzo Dutto, Massimo De Magistris (studente), Citto Saija, Fiorella Ferrarini (assessore scuola di Quattro-Castella R.E.), Amedeo Tosi (giornalista), Lauro Magnani, Walter Loddi (insegnante), Adelina Bartolomei (psicologa), Chino Piraccini, Nadia Piraccini, Rosa Pia Bonomi, Paolo Bertagnolli…

ADESIONI

Per aderire a questo appello si può utilizzare l’ospitalità dell’Agenzia di stampa «Adista», inviando una mail all’indirizzo [email protected], specificando nome, cognome, indirizzo, professione e recapito postale, telefonico e informatico. Un contributo simbolico di 10 euro – o più – per le spese può essere invece versato sul conto di «Pace e diritti» presso la Bnl del Senato (Iban IT36V0100503373000000010470), oppure sul conto corrente postale n. 10654507 intestato a «Comitato per i campi di pace».

I firmatari saranno poi invitati a una riunione costituente per decidere come condurre il seguito dell’iniziativa.

Fonte: Adista del 19.07.08