[Giovani di Chiama l’Africa di Fano • 2001] La testimonianza dei giovani di «Chiama l’Africa» di Fano: “ Zambia, una nazione da salvare”. Aperto un Centro Notturno di Pronto Soccorso  per bambini di strada. Cinque giovani volontari (Nadir, Raffaella e Valeria di Fano, Cecilia e Valentina di Pesaro) sono tornati dallo Zambia, dove hanno trascorso ventitre’ giorni davvero indimenticabili: tanta voglia di raccontare e di riferire quanto hanno visto e vissuto per sensibilizzare anche altre persone sulla drammatica situazione della popolazione zambiana...

UN VIAGGIO NELL’INFERNO DELL’AIDS IN ZAMBIA

Aperto un Centro Notturno di Pronto Soccorso  per bambini di strada. Cinque giovani volontari (Nadir, Raffaella e Valeria di Fano, Cecilia e Valentina di Pesaro) sono tornati dallo Zambia, dove hanno trascorso ventitre’ giorni davvero indimenticabili: tanta voglia di raccontare e di riferire quanto hanno visto e vissuto per sensibilizzare anche altre persone sulla drammatica situazione della popolazione zambiana. Nel primo periodo di soggiorno, a Luanshya, il gruppo e’ stato ospite di Maria Pia Ruggeri, volontaria laica di Carpegna, che vive e opera in Zambia dal 1995. “ Con lei- afferma Cecilia, Facolta’ di Scienza dell’Educazione- ci e’ stato possibile toccare con mano le tante situazioni di estrema indigenza, alle quali, Maria Pia, con grande tenacia ed ammirevole impegno, cerca di provvedere con la costruzione di casette per le famiglie piu’ povere, con i centri nutrizionali, con la scolarizzazione di circa duemila bambini e con la distribuzione di viveri e generi di prima necessita’ a chi e’ stato adottato a distanza dalle famiglie della nostra zona.” I giovani hanno anche visitato varie missioni, piccole “oasi nel deserto” con scuole, orfanotrofi, piccoli ospedali, centri nutrizionali ecc…. “ Con grande piacere-ricorda Raffaella, Facolta’ Scienze Internazionali Diplomatiche – ho potuto rivedere quasi tutti i bambini che sono stati ospitati, per interventi e cure,  negli anni passati dalle famiglie fanesi. Tutti ricordano con affetto e con gratitudine quanti hanno incontrato e conosciuto in Italia, in particolare le famiglie che li hanno accolti e che ancora continuano a sostenerli con l’adozione a distanza. Qualcuno di loro parla ancora italiano, mentre tutti vorrebbero tornare in Italia.” Nella seconda parte del soggiorno sono stati ospiti di una casa famiglia della Comunita’ Papa Giovanni XXIII di Rimini nella citta’ di Ndola dove e’ operante da tre anni il progetto Rainbow, un programma di interventi umanitari a favore di diecimila bambini e ragazzi orfani dell’AIDS. Un viaggio “missionario”, tra i quartieri (compounds), dove migliaia e migliaia di famiglie vivono senza lavoro e senza nessun sostentamento e la disperazione cresce soprattutto nei giovani che non vedono nessuna prospettiva per il futuro. I dati dicono che lo Zambia e’ il Paese del mondo con piu’ orfani a causa dell’AIDS: sono piu’ di un milione e mezzo su una popolazione di nove milioni e mezzo di abitanti, e dicono anche che un adulto su cinque e’ ammalato di AIDS. “Avere l’AIDS significa morire nelle proprie case-racconta Nadir, laureando in medicina- senza medicine e senza assistenza fra atroci sofferenze. Anche negli ospedali gli scaffali dei medicinali sono vuoti. Sta sparendo un’intera generazione, quella dai venticinque ai quarant’anni, con un aumento vertiginoso di orfani”.In molte famiglie zambiane una nonna si ritrova da sola ad accudire fino a quindici o venti nipoti. Figli e figlie, nuore e generi sono morti di AIDS. L’AIDS nell ‘Africa subsahariana sta facendo strage della generazione adulta privando in questo modo intere famiglie del necessario. “Ammirevole lo slancio con il quale gli operatori della Papa Giovanni  -dice Valentina, Facolta’ di Comunicazioni Internazionali- portano avanti le numerose attivita’: sostegno scolastico ai bambini piu’ poveri, scuola per bambini portatori di handicap mentali, sostegno ai malati di AIDS, un’ azienda agricola e una fabbrica di mattoni. Abbiamo avuto anche la fortuna e il piacere di incontrare don Benzi, venuto in Zambia proprio nello stesso periodo”. Le famiglie piu’ povere fanno fatica a prendersi cura degli orfani e per questa ragione viene loro concesso un prestito per iniziare un’attivita’. Una caratteristica tutta originale della comunita’ di don Benzi e’ la presenza in mezzo ai ragazzi della discarica, ai ragazzi di strada.” Con gli operatori sociali- riferisce Valeria laureanda in Psicologia – siamo stati, di notte, a parlare con i bambini di strada che vivono in condizioni disperate: dormono all’aperto coperti da qualche cartone, uno attaccato all’altro per proteggersi dal freddo( in Zambia la temperatura di notte scende a zero gradi),  dai cani randagi e da altri pericoli”.Per questi orfani,  gia’ in questo mese di agosto e’ stato avviato un Centro Notturno di Pronto Soccorso, alla periferia di Ndola, in una casa  che potra’ ospitarne una cinquantina e alla quale sono destinati i proventi raccolti dal comitato di Fano  Chiama l’Africa (tel.0721/865586) tramite l’iniziativa delle Bomboniere della “Solidarieta’ e dalle donazioni di tante persone sensibili.  A tutt’oggi e’ stata raggiunta la considerevole somma di 60 milioni,importo necessario per affrontare la spesa annuale per il funzionamento del Centro.  Data la gravissima emergenza dei tanti bambini di strada, i volontari fanesi di Chiama l’Africa, incoraggiati da tanta generosita’, si propongono di sostenere la Comunita’ Papa Giovanni XXIII anche  per il progetto dell’apertura di un altro  Centro  Notturno di Pronto Soccorso, per cinquanta bambini, a Kytwe, sempre nella zona mineraria dello Zambia. (fonte: Chiama l’Africa Fano [email protected] )