USA. IL VERO VOTO DICE KERRY

QUESTO ARTICOLO, FIRMATO DA GREG PALAST, È COMPARSO SUL SITO INTERNET WWW.TOMPAINE.COM (5/11/2004). TITOLO ORIGINALE: “KERRY WON. HERE ARE THE FACTS

So bene che non volete sentire queste cose. Non si può assistere ad un’altra elezione rubata. Ma non ho alcuna scelta. Come giornalista che esamina quella maionese impazzita che è la democrazia americana, è il mio lavoro dirvi chi ha davvero preso il maggior numero di voti negli Stati decisivi: martedì, in Ohio e New Mexico, è stato John Kerry.

La maggior parte degli elettori in Ohio pensava di votare per Kerry. All’1.05 di mercoledì mattina, gli exit poll della CNN mostravano Kerry in vantaggio su Bush tra le donne dell’Ohio con il 53% contro il 47. Gli exit poll sono stati più tardi combinati (e quindi contaminati) con i risultati dei tabulati, diventando alla fine uno specchio del voto apparentemente reale. Kerry ha anche sconfitto Bush tra gli elettori maschi dell’Ohio con il 51% contro il 49. A meno che un terzo genere non abbia votato in Ohio, Kerry deve avere per forza vinto nello Stato.

Così, cosa è davvero accaduto? Risposta: gli exit poll erano accurati, i sondaggisti hanno chiesto: “Per chi avete votato?”. Sfortunatamente, però, non hanno fatto la domanda cruciale, “È stato contato il tuo voto?”.

Gli elettori non potevano saperlo.Questo è il punto. Sebbene gli exit poll abbiano mostrato che la maggior parte degli elettori dell’Ohio ha votato per Kerry-Edwards, migliaia di questi voti semplicemente non sono stati considerati. Tutto questo era prevedibile, era già stato previsto più volte. [Vedere ad esempio l’articolo “An Election Spoiled Rotten”, dell’1 novembre, in www.TomPaine.com]

Ancora una volta, al cuore del gioco dei voti non contati in Ohio, mi spiace dirlo, ci sono i brogli e le schede punzonate male, oltre ad una serie di trucchi elettorali vecchi e nuovi.

Le elezioni in Ohio non sono state decise dai voti degli elettori, ma da qualcosa chiamato “spoilage”. È tipico degli Stati Uniti che circa il 3% dei voti non venga contato, ma semplicemente gettato via, non registrato. Quando i saccenti conduttori televisivi affermano che l’Ohio o qualsiasi altro Stato è stato conquistato con un margine del 51% contro il 49, non dovete credergli… semplicemente questo non è mai successo negli Stati Uniti, poiché il totale dei voti scrutinati non ha mai raggiunto il 100% netto. La televisione, nel fare questi calcoli, semplicemente omette i voti scartati.

Quali voti sono stati scartati?

E non tutti i voti sono stati scartati allo stesso modo. La gran parte di questi voti, come è possibile capire da qualsiasi rapporto ufficiale, proviene dai distretti afroamericani ed in generale da quelli abitati dalle minoranze. Abbiamo tutti visto come questo sia accaduto già in Florida nel 2000. Gli exit poll mostravano Gore con una maggioranza di almeno 50.000 voti, ma il conteggio ufficiale non ha dato gli stessi risultati.

Questo è successo perché l’ufficiale preposto al conteggio dei voti, il Segretario di Stato Katherine Harris, ha escluso 179.855 voti “spoi-led” (viziati). In Florida, così come in Ohio, la gran parte di questi voti è stato escluso perché si trattava di schede dove i buchi non erano stati punzonati in maniera corretta – lasciando quelli che si chiamano “hanging chad” (il tondino che non si stacca bene dalla scheda, ndt) – o erano state punzonate più di una volta.

Quali schede sono state scartate? Gli esperti statistici che investigano lo “spoilage” per conto del Governo calcolano che quest’anno il 54% delle schede scartate è stato quello di elettori neri (rapporto della Commissione dei Diritti Umani del Governo U.S.A.).

E questo è il punto: il caso Florida è terribilmente diffuso. La maggioranza delle schede scartate (si tratta quasi di 2 milioni in totale per le elezioni del 2 novembre) è quella degli elettori afroamericani o di altre minoranze etniche.

Quindi ci siamo di nuovo. O, meglio, quindi non ci siamo di nuovo. Poiché diversamente dall’ultima volta, i democratici non hanno neppure chiesto allo Stato dell’Ohio di ricontare queste schede non ben punzonate (chiamate ‘sottovoti’ nel gergo elettorale). E non hanno neanche chiesto di verificare almeno quale possa essere l’intenzione di chi ha messo nell’urna questi ‘sottovoti’.

L’Ohio è uno degli ultimi Stati, in America, ad usare ancora le macchine per il voto con punzonatura. E lo stesso Segretario di Stato dell’Ohio, J. Kenneth Blackwell, ha scritto prima delle elezioni, che, “con il metodo della punzonatura, come nel caso delle primarie dello Stato, il caso di una elezione testa a testa prefigura una calamità tipo quella avvenuta in Florida del 2000”.

Ma questa settimana, Blackwell, un repubblicano di ferro, è stato molto contento del risultato del voto effettuato con macchine che hanno la strana abitudine di mangiare voti democratici. Anzi, quando gli è stato chiesto se avesse paura di diventare il Katherine Harris di quest’anno, Blackwell ha notato che gli sforzi di Miss Broglio le hanno consentito di avere un seggio sicuro al Congresso.

Esattamente quanti voti sono stati persi attraverso lo “spoilage” quest’anno? L’ufficio di Blackwell, è da notare, non ha voluto riferire esattamente questo numero, benché la legge preveda che debba farlo. Hmm. Ma sappiamo che, l’ultima volta che si è votato qui, il totale dei voti scartati in Ohio raggiungeva pericolosamente la soglia-democrazia dell’1.96%. Le macchine avevano prodotto la loro solita perdita di voti – 110mila voti circa – in gran parte democratici.

L’impatto dei “contestatori” ai seggi

La sconfitta di Kerry è stata innanzitutto e soprattutto causata dai voti scartati perché punzonati male. Ma il candidato democratico non è stato sconfitto solo per questo motivo. C’erano anche i “contestatori”. Questa è la gentile parola usata dal Partito Repubblicano dell’Ohio per descrivere una tecnica già fatta propria dal buon vecchio Ku Klux Klan: il tentativo di bloccare migliaia di voti di colore alle urne. In Ohio, Wisconsin e Florida, il Partito Repubblicano ha fatto in modo di sfruttare una legge – quasi mai usata prima d’ora – che permette ad osservatori designati dal Partito di bloccare degli elettori nei seggi e richiedere che sia loro negata la scheda per votare. I tribunali dell’Ohio sono inorriditi, e la legge federale proibisce di individuare e discriminare gli elettori sulla base della loro razza. Ma la nostra Corte Suprema ha deciso di concedere lo stesso ai repubblicani questa opportunità.

Bisogna dire che alla fine questi contestatori non erano in numero abnorme, ma comunque c’erano. A causa loro molti elettori hanno dovuto votare con i cosiddetti “provisional ballot” – un surrogato di scheda elettorale – che non è detto però siano sempre contati. Blackwell stima siano 175mila; i democratici parlano invece di 250mila. Dite anche voi la vostra. Ma visto che quasi tutte le contestazioni  sono state effettuate ai danni delle minoranze, non c’è alcun dubbio che anche questi “provisional ballot” siano di gran lunga di elettori democratici. Contate questi “provisional ballot”, aggiungeteci quindi le schede scartate (è facile scartare le schede quando è un occhio umano a contare) e vedrete che il totale inizia ad essere simile a quello degli exit poll iniziali; e, sorpresa, avrete un altro Presidente. Ricordate bene, secondo i dati ufficiali Bush ha vinto in Ohio per soli 136.483 voti.

I voti incantati dello Stato incantato

Ora, passiamo al New Mexico, dove una maggioranza a favore di Kerry – se tutti i voti fossero stati contati – è ancora più ovvia. Prima delle elezioni, sul sito TomPaine.com, ho scritto: “John Kerry è già sotto di migliaia di voti in New Mexico, sebbene nessuna scheda sia stata ancora contata”.

E cosa è successo in questo caso? Lo “spoilage”, stupido, e i “provisional ballot”. La CNN ha affermato che George Bush ha vinto il New Mexico per 11.620 voti. Di nuovo, la rete televisiva ha detto che questi dati si basano sul ‘100%’, miracoloso ed inesistente, di voti scrutinati.

Il New Mexico ha riportato, nella precedente elezione, un tasso di “spoilage” del 2,68%, e si tratta di voti persi quasi interamente tra gli ispanici, i nativi americani ed i distretti poveri, zone profondamente democratiche. Se assumiamo lo stesso tasso di perdita di voti per le elezioni di martedì, possiamo attenderci che almeno 18.000 schede siano state cestinate a causa dello “spoilage”.

Lo “spoilage” in New Mexico ha sempre colpito profondamente i democratici. Gli elettori ispanici dello Stato Incantato, che hanno votato più di due ad uno a favore di Kerry, hanno una probabilità 5 volte maggiore che il loro voto sia scartato rispetto a quello dei bianchi. Basta contare solo questi voti scartati per mostrare che la presunta maggioranza a favore di Bush in realtà non esiste.

Già ora, l’effetto perverso dello “spoilage” sta uscendo fuori nelle statistiche elettorali, ed esattamente nei posti in cui ce lo attenderemmo: nelle aree fortemente ispaniche controllate da ufficiali elettorali repubblicani. La Contea di Chaves, nell’area del New Mexico chiamata “Little Texas”, ha un 44% di popolazione ispanica, oltre a una certa percentuale di afroamericani e di nativi americani, ma George Bush “ha vinto” qui con il 68% dei voti contro il 31% del suo avversario.

Ho parlato con l’addetto repubblicano della Contea di Chaves prima delle elezioni, e mi ha detto che è alto il tasso di “spoilage” tra i voti degli ispanici semplicemente sta a significare che queste persone non riescono a decidere per chi votare. Buffo: molti ispanici avrebbero guidato attraverso il deserto solo per poi far registrare la propria indecisione nelle cabine elettorali.

Ora, lasciatemi aggiungere gli effetti dei “pro-visional ballot” sul conteggio finale dei voti del New Mexico. “Stanno uscendo fuori come funghi,” ha riferito il giornalista di Albuquerque, Renee Blake, riferendosi ai “provisional ballot”. Alla fine ne sono saltati fuori circa 20.000. A favore di chi?

Santiago Juarez, che gestisce il programma “Cittadinanza Fedele” per conto dell’Arcidiocesi Cattolica del New Mexico, mi ha detto che i “suoi” elettori, ispanici poveri, che sono sempre stati identificati come solidi supporter di Kerry, hanno potuto votare solo con i “provisional ballot”. Agli ispanici sono stati forniti ai seggi “provisional ballot”, piuttosto che normali schede, subito dopo aver identificato gli elettori. Alcuni elettori, ha detto Santiago, sono stati semplicemente cacciati via.

Il vostro party per la vittoria di Kerry

Così, è possibile dire che l’Ohio e il New Mexico hanno votato per John Kerry (se fossero stati contati tutti i voti). Ma questo non è accaduto. Nonostante le promesse fatte dal Partito Democratico che sarebbero stati contati tutti i voti, ancora una volta la leadership del Partito non ha mantenuto ciò che aveva detto. Perché? Nessun dubbio: i democratici sapevano bene che per contare tutti i voti “spoiled” e i “provisional ballot” ci sarebbe dovuta essere la cooperazione del Segretario di Stato dell’Ohio, Blackwell. Sarebbe stato lui a dover decidere, in via definitiva, quali voti “spoiled” e quali “provisional ballot” dovessero essere contati o meno. Blackwell, nella sua spasmodica ricerca di prendere il posto di Kate Harris, avrebbe quasi sicuramente detto di no, causando una battaglia legale. Ed i democratici sapevano bene che i media li avrebbero attaccati duramente per la decisione di andare al riconteggio.

Che cosa bisogna fare ora? Kerry ha vinto, quindi potete tenere il vostro party per la vittoria. Ma siate sicuri che le ombre ormai sono scese sull’America: potrebbe in futuro diventare illegale domandare un pieno conteggio dei voti ai sensi del Patriot Act III.

Di solito scrivo articoli anche per il giornale londinese, The Guardian. Molti amici perciò mi hanno chiesto se lascerò di nuovo il Paese dopo la vittoria di Bush. Ma alla luce del fallimento – per la seconda volta – del conteggio di tutti i voti, non c’è più bisogno di chiedermelo. È il mio Paese che ha abbandonato me.