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04.04.2016 – Bolzano – «La promessa dell’utopia». Incontro con la filosofa ungherese Agnes Heller

Lunedì 4 aprile 2016 alle ore 18 nell’Aula Magna della Libera Università di Bolzano [piazza Università n.1] la grande filosofa ungherese Agnes Heller terrà un dialogo con Vincenzo Passerini sul tema: «La promessa dell’utopia. Contro l’odio: la solidarietà e l’amore per il prossimo».

Esiste una promessa dell’utopia? E se esiste qual’è? Che cos’è il messaggio che ci viene da questa promessa, come un tesoro nascosto nella bottiglia dell’avvenire? Non sempre nella storia le utopie si sono dimostrate positive quando si sono trasformate in realtà.

L’utopia di una società di uguali ha creato un sistema di dominio e di controllo che anziché sviluppare la vita l’ha compressa in manichini ideologici violenti e repressivi. L’utopia dell’atomo di pace si è trasformata in devastazione e in bomba atomica.

Ciononostante l’utopia è un motore della storia. Mette l’uomo nelle condizioni di camminare verso quell’ideale di un cambiamento possibile. E ciò vale come promessa e come premessa di un futuro migliore. Da qui partirà Agnes Heller, la prestigiosa pensatrice ungherese, per sviluppare la sua lezione nell’ambito del ciclo che prende proprio il titolo dall’intervento della Heller.

Ágnes Heller -nata in una famiglia ebrea di Budapest nel 1929- è una delle filosofe più importanti della nosra storia. La sua straordinaria avventura di vita e di pensiero passa attraverso il secolo dei totalitarismi e delle utopie. Il padre, anarchico e scrittore. La vita nel ghetto. Il maestro indimenticato, Gyorgy Lukacs. E poi l’abbandono dell’Ungheria nel 1973, l’Australia e New York. E dopo la caduta del Muro e la fine del comunismo, il ritorno a Budapest, cuore inquieto dell’Europa, attraversato da sussulti neonazionalisti. E una passione speciale per l’Italia: «Fu il mio primo viaggio in Occidente. Nelle vie, nelle chiese, nelle case, nei palazzi di Firenze ho incontrato un sogno, o meglio, ho incontrato il mio sogno di un mondo adeguato all’uomo».

In una recente intervista sul settimanale «Donne» di Repubblica è tornata sulla sua esperienza di ragazzina chiusa nel ghetto di Budapest: «Quando avevo 15 anni durante l’olocausto hanno ucciso la mia paura. Non potevo più provare paura. E se non hai paura, non controlli te stesso, semplicemente perché non hai paura. Quindi io non sono coraggiosa. Le persone credono che lo sia, ma so di non esserlo».

Ingresso libero.

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