Si celebrerà domenica 25 Gennaio del 2004 la Giornata mondiale dei malati di lebbra. L’iniziativa ha ricevuto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana. Capi di Stato, ricercatori e persone semplici offriranno il proprio contributo alla realizzazione dell’evento. La ricorrenza, istituita nel 1954 dallo scrittore e filosofo francese Raoul Follereau, è giunta alla 51.a edizione. La giornata rientra nella ampia campagna internazionale contro la diffusione della lebbra che si prefigge di: sollecitare la ricerca di un vaccino; informare sulla curabilità della malattia, sì da toglierle l’alone di paura che ancora l’accompagna e che causa l’emarginazione dei malati; favorire la riabilitazione delle persone guarite, in modo che possano reinserirsi attivamente nella società; sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle donazioni, al fine di poter offrire cure tempestive che evitino danni irreversibili. Attualmente circa 10 milioni di persone hanno la vita segnata dalla malattia, benché da essa si possa guarire. Oggi, e con soli 130 euro, è infatti possibile realizzare un intero ciclo di cura. Per questo è importante attivarsi. L’AIFO ( Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau ) opera dal 1961: in oltre quaranta anni ha curato più di un milione di persone, grazie ai 100 milioni di euro complessivamente donati dai cittadini italiani. Il prossimo 25 gennaio i volontari dell’Aifo offriranno in oltre 300 città il miele della solidarietà prodotto dai piccoli apicoltori aderenti alla rete del commercio equo e solidale. Le donazioni raccolte permetteranno sia di sostenere i produttori di miele croati, nicaraguensi e brasiliani, che di finanziare i progetti Aifo in India, dove si registra il 70% dei casi di lebbra e dove l’associazione nel 2002 ha curato 35.000 persone. Vi saranno anche numerosi testimoni di solidarietà che operano nei paesi dove il male esiste, i quali offriranno una testimonianza preziosa per conoscere quanto si è fatto e quanto si può fare per ridurne la presenza. La celebrazione della 51.a Giornata mondiale dei malati di lebbra beneficerà della visita in Italia della Compagnia di danza della Accademia per non vedenti proveniente dall’India. Verrà rappresentato in diverse città lo spettacolo Danze di luce. L’Accademia opera in favore delle persone svantaggiate rafforzandone l’autostima e favorendone così l’inserimento nella società. Oltre che in India, la Compagnia di danza per non vedenti si è esibita in Gran Bretagna ed in Australia, raccogliendo apprezzamenti per la bellezza dei balli, evocanti antichi riti di lode, eseguiti con veloci e complessi passi che i ballerini hanno appreso toccando il corpo dell’insegnante e reinterpretandone i movimenti.
I volontari dell’Aifo saranno presenti il 25 gennaio in molte città e paesi d’Italia. Ad oggi ci è possibile segnalarvi che in Veneto saranno presenti a: Cadoneghe (PD), Campo S. Martino (PD), Duecarrare (PD), Bosco di Rubano (PD), Rubano (PD), Campodoro (PD), Casalserugo (PD), Cave (PD), Ponte S. Nicolò (PD), Veggiano (PD), Villaguattera di Rubano (PD), Feltre (BL), Anzù (BL), Boscariz (BL), Farra (BL), Foen (BL), Memeggio (BL), Mugnai (BL), Sanzan (BL), Tono (BL), Cesio Maggiore (BL), Pedavena (BL), Serenna del Grappa (BL), Sovramonte (BL), Volpago, Castelfranco Veneto (TV), Loria (TV), Vedelago (TV), Trebaseleghe (TV), Dueville (VI), Cartigliano (VI), Fellette di Romano D’Ez. (VI), Marostica (VI), S. Anna di Rosà (VI), S. Giuseppe di Cassola (VI), S. Zeno di Cassola (VI).
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.aifo.it ([email protected]) oppure possono essere richieste telefonando alla sede dell’ Aifo ( 051 – 43.34.02 ) o scrivendo al seguente indirizzo: AIFO, via Borselli, 4 – 40135 – Bologna.
L’AIFO E RAOUL FOLLERAU
L’Aifo è una organizzazione non governativa di cooperazione sanitaria internazionale riconosciuta idonea dal Ministero degli Esteri e dalla Unione Europea a realizzare progetti nei paesi in via di sviluppo. Collabora attivamente con alcune agenzie delle Nazioni Unite, in particolare con l’Organizzazione Mondiale della Sanità della quale è partner ufficiale.Attualmente opera in Africa, Asia, America Latina ed Oceania con 130 progetti, realizzando i suoi interventi senza alcuna discriminazione di credo o cultura. Agisce prevalentemente per la prevenzione e cura della lebbra e per il reinserimento delle persone guarite. Nel 2002 ha assistito 68.530 persone. Ogni anno destina 5 milioni di euro per realizzare progetti di sviluppo umano. L’80% dei suoi fondi deriva da donazioni private, ed il restante 20% da enti.I costi di gestione incidono per il 15% sul bilancio. L’Aifo è nata nel 1961 ed ha un forte radicamento nelle comunità cattoliche italiane. Oggi l’associazione collabora con oltre cinquecento diocesi, istituti missionari e Caritas diocesane. La sua attività si ispira al messaggio di amore e giustizia di Raoul Follereau. Giornalista, scrittore e poeta francese, Follereau ( 1903-1977 ) dedicò la sua vita a vincere la lebbra. Denunciò che la diffusione della malattia era una delle conseguenze della povertà, originata dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta e perpetuata dalla indifferenza dei più. Notevole fu il suo impegno in favore della pace, con i celebri appelli ai capi di stato. E’ stato autore di numerosi scritti.
LA LEBBRA
La lebbra è una malattia causata da un batterio che attacca principalmente la pelle ed i nervi periferici provocando l’insensibilità delle parti colpite. Non è possibile conoscere con esattezza quante siano nel mondo le persone vittime del morbo di Hansen perché il timore ed i pregiudizi verso i malati ne determinano l’isolamento.
E’ considerata attendibile la stima di 10 milioni. Negli ultimi venti anni sono stati conseguiti importanti risultati: le attività di controllo si sono intensificate e oltre 12 milioni di persone hanno beneficiato di terapie farmacologiche raggiungendo la piena guarigione. Al momento non è possibile sapere con certezza se la situazione evolverà positivamente. Due indicazioni fanno ben sperare: l’elevato numero di casi trattati e il concentrarsi della malattia in regioni sempre più circoscritte.Esistono tuttavia anche altre indicazioni di segno contrario: il numero di nuovi casi scoperti non diminuisce ma si mantiene superiore ai 750.000 l’anno. La diffusione della lebbra è favorita dalla scarsa alimentazione e dalle precarie condizioni igieniche che indeboliscono l’organismo. Si può allora annoverare l’hanseniasi tra i peggiori effetti della povertà.