[a cura del Team De Falco Marotta • 19.06.03] Più che “Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore”, la 50.ma Biennale d’arte di Venezia, si sarebbe potuta chiamare come il bellissimo programma di incontri con le più famose personalità della cultura nell’arco della stessa, immaginata dal direttore Francesco Bonami, “99 idee, meno una”, perché sono proprio tanti i pensieri e gli impulsi che ti vengono nel...

50 BIENNALE D’ARTE: 99 IDEE, MENO UNA

Più che “Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore”, la 50.ma Biennale d’arte di Venezia, si sarebbe potuta chiamare come il bellissimo programma di incontri con le più famose personalità della cultura nell’arco della stessa, immaginata dal direttore Francesco Bonami, “99 idee, meno una”, perché sono proprio tanti i pensieri e gli impulsi che ti vengono nel visitare questa immensa manifestazione artistica che già dall’inizio ti mette di buonumore per la presenza colorata (e non solo per le mise che di per sé costituiscono già uno spettacolo) di tantissima gioventù proveniente da quasi tutto il mondo e che scarpina sotto un sole cocente ed un’aria irrespirabilmente afosa, per le silenziose viuzze di Venezia per raggiungere i luoghi dell’esposizione che, ufficialmente, sono tre: il Museo Correr, dove vi è il meglio della pittura Da Rauschenberg a Murakami 1964- 2003 (50 opere di grandi protagonisti dell’arte contemporanea che hanno partecipato alla Biennale), i Giardini (la sede storica della Biennale con i Padiglioni dei vari paesi) con 63 partecipazioni nazionali(Ritardi e Rivoluzioni; La Zona) e L’Arsenale (Clandestini; Smottamenti; Sistemi individuali; Zona d’urgenza; La struttura della crisi; Rappresentazioni arabe contemporanee; Il Quotidiano alterato; Stazione Utopia). Vi sono poi le 19 mostre speciali di Extra 50 e, in contemporanea, tantissime altre lodevoli esposizioni tra cui, secondo noi, tra le più intriganti, vi è quella di Kuma, artista  giapponese famosissimo per le sue sculture di “luce circolante” (Chiostro s. Francesco della Vigna) e degli iraniani che, dopo 40 anni, ritornano nel “Satana occidentale” con le opere di tre giovani artisti, giovanissimi e perciò non contaminati, al tempo di Khomeini, commoventi e poetiche, esposte a Palazzo Malipiero( proprio di fronte a Palazzo Grassi). Per orientarsi  sui destini dell’arte contemporanea, di cui la Biennale 2003, propone talmente tanta roba che si fatica a capirci qualcosa, ricordate che:  

IL DIRETTORE
Francesco Bonami, italiano, sia pure americano d’adozione, è un  direttore sui generis, avendo alle spalle un passato da artista non riuscito e rapide affermazioni internazionali come critico che ha “scoperto”, tra gli altri, Maurizio Cattelan e Matthew Barney. Egli pone in primo piano lo spettatore esplorandone  i “sogni e i conflitti”, cioè l’energia metaforica, visionaria, eccentrica dell’arte necessaria anche per orientarsi nella conflittualità del nostro mondo accelerato, distorto e spesso incomprensibile, centrata anche sulle ricadute della globalizzazione in arte. Francesco  Bonami, ha messo insieme una rassegna che presenta dieci mostre organizzate  dai più importanti curatori del mondo: da Catherine David, Hou Hanru, Hans-Ulrich Obrist (solo per citarne alcuni) che hanno chiamato gli artisti più interessanti del momento, talmente tanti che nominarne alcuni si farebbe un torto ad almeno cento altri. Inoltre, ha voluto aggiungere ad un’impresa già di per sé sufficiente a spaventare il più duro dei manager, una sfilza di altre iniziative: progetti speciali, interventi urbani, in più  celebrare con il premio alla carriera due “classici” dell’arte contemporanea italiana: Michelangelo Pistoletto, artista e solido promotore culturale e Carol Rama, eccentrica e “giovanissima” artista torinese, meno conosciuta, di 85 anni.

LE CURIOSITA’
Nelle 12 sezioni  della mostra internazionale, gli artisti partecipanti sono 380, cui vanno aggiunte altre 170 presenze nelle 63 rappresentanze straniere. La loro età va dagli 85 anni, appena compiuti  di Carol Rama, Leone d’oro alla carriera assieme a Michelangelo Pistoletto, ai 24 anni di Micol Asael, una dei cinque italiani di La Zona, curata da Massimiliano Gioni (29 anni). Gli accreditati sono stati circa 5700 (un vero record) e le donne artiste partecipanti sono tantissime, tra cui la curatrice di “Rappresentazioni arabe contemporanee”, Katherine David.
 
LE DONNE
Tante e brave, degne del XXI secolo che tutti ci auguriamo sia migliore di quello passato. C’è Alessandra Arati che dipinge ritratti della provincia emiliana, tradizionale e legata alla famiglia; Anna de Manincor proietta immagini di giovani che ripetono:” Non farò figli per questo Paese”; Micol Asael, la più giovane in assoluto tra gli artisti partecipanti, dipinge “Ricordi”; Candida Hofer, eccellente fotografa nel padiglione della Germania ha distribuito lunghe le pareti immagini di quella che è ora la sua patria; Silvie Eykeberg e Valerie Mananerts(Belgio) espongono i loro diari e immagini sul proprio corpo; Beatrix Milhaz( Brasile) con dipinti allegri, riposanti, belli e Rosangel Rennò, con quadri monocromi rosso scuro, che in un primo momento non riesci a capire e poi ti fanno pensare; Alicia Framis( Olanda) che ha creato un enorme ambiente con tendone scritte quali “La bellezza batte la violenza”; la greca Athanasia  Kyriakakos che proietta immagini di persone che raccontano i loro sogni; l’australiana( si fa per dire, il suo nome è tutta una storia) Patricia Piccinini che dimostra un coraggio da leone nel voler proporre figurativamente, il tormentone dei nostri giorni: i cloni e, pur sapendo di essere stati estremamente riduttivi, l’artista del padiglione israeliano, che ti shocca presentandoti l’umanità( a prima occhiata, sembrano un po’ le formiche di quel lodato film di Spielberg  che tutti i bambini hanno visto divertendosi molto)  guardata da Dio( siamo formiche o meno, allora?) e che poi attraverso una visualizzazione più attenta, ti appare distinta e tanta, seppure uguale(meno male!). non possiamo non citare Sara Rossi, con il suo giocosissimo video tra animazione e avventure magico-sciamaniche, e il gusto scanzonato della parodia,  il leit-motiv del padiglione dei Paesi Nordici, titolo della mostra: «Chi diavolo se ne importa» di cui sono protagoniste, tre artiste – tra Norvegia, Finlandia e Svezia – chiamate a farsi beffe del mondo patriarcale, sabotatrici di film b-movie, videoclip ai pop-corn e minimalismo della cultura di massa.
 
LE TEMATICHE
La natura, la sua difesa, come pure lo scempio che si compie giorno dopo giorno (e ce ne siamo accorti tutti con questo caldo torrido ed impossibile che distrugge la salute dei più deboli), è la tematica più trattata, sebbene con sensibilità e arte diversa( bellissima per esempio, l’installazione dell’artista Ahmad Nadalian, costituita da incisioni  di pesci su pietre lungo tutto il percorso del fiume Haraz che scorre per 65Km alle pendici del monte  Damavand, sulla strada per Amol(Iran) che non saranno più rimosse.  Poi vi è l’avanzata delle donne, la pace, i no- global, l’integrazione delle diversità, il difficilissimo problema etico della clonazione dal titolo allucinante “We are family” di Patricia Piccinini che, secondo noi ha avuto un coraggio da leoni nell’esporre quelle opere così ripugnanti ma, pure, così future…
 
IL SUD DEL MONDO
La Biennale 2003, è incredibilmente aperta al Sud del mondo, con iniziative che riguardano i Paesi Arabi, le megalopoli a rischio di esplosione sociale, realtà artistiche ancora relativamente nuove, come quella indiana, quella africana e, per certi versi, quella sudamericana,  la globalizzazione e l’affermarsi delle culture post coloniali  che pongono all’ordine del giorno accanto alla realtà cinese verso la quale recentemente si è registrata una grande attenzione, un coinvolgimento totale. Diremmo che le “sorprese” più carine ed allegre sono venute proprio da loro perché  se il mondo globalizzato non ha più i confini canonici acquisendone di nuovi, così sempre meno l’arte distingue tra “generi” e “mansioni”, arrivando a proporre alcuni artisti nella veste di curatori: Gabriel Orozco e Rirkrit Tiravanija, ad esempio.

I LINKS
The cord collega e cabla i diversi luoghi dove la Rassegna si estende e svolge i differenti contenuti con l’intento di informare sull’arte, come comunicazione e Riserva Artificiale, nato dalla collaborazione fra la Biennale e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, si propone come lettura di progetti legati ad un’interpretazione del territorio veneziano, nella sua complessità.
 
99, MENO UNA
Il problema principale del nostro tempo è l’omologazione, l’uniformità alle idee e alle “mode” culturali. La Biennale 2003, nel suo insieme, propone un’arte troppo “usa e getta” (eccessive installazioni: quando finirà la Biennale che fine faranno?), fortissimamente connessa alla tecnologia, quasi che fosse lei il deus ex machina. Avremmo voluto vedere, ammirare opere che fondessero insieme l’arte, la maestria, la tecnica, l’esperienza, in modo che provocassero quello stupore e quella intensità emozionale che emerge spontanea di fronte ad un’opera d’arte sublime. Dire che il suo futuro coincide con la tecnologia e il computer è estremamente limitativa, perché l’arte rappresenta un’alternativa, che ci permette di scoprire altre sensazioni, altre storie,  indicandoci anche spazi liberi per le nostre menti.


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NOTE TECNICHE
(Orari, prezzi, prenotazioni, libri: guida per l’uso della mostra veneziana)
La 50ª Esposizione internazionale d’arte, intitolata “Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore”, è aperta da domenica 15 giugno al 2 novembre 2003. I luoghi principali della manifestazione ufficiale sono tre, aperti dalle 10 alle 18: il Museo Correr (tutti i giorni), i Giardini della Biennale (chiusura lunedì) e l’Arsenale (chiusura martedì). Per informazioni chiamare 199.199.100. Sito: www.labiennale.it. Il prezzo massimo è di 18 euro per le tre sedi, 13 per due sedi e 10 per una sola mostra. Il catalogo edito da Marsilio si vende in Biennale al prezzo di 60 euro invece che 70. Nelle sale dell’Arsenale si svolgeranno 99 conferenze, organizzate da Luciano da Empoli. Una speciale mostra fotografica, allestita dalla rivista Carnet, racconta la Biennale dietro le quinte. Si può acquistare anche, volendo, Il libro di Enrica Roddolo, La Biennale: arte, polemiche, scandali e storie in laguna (Marsilio)