ABRUZZO E ARMAMENTI. PAX CHRISTI SCRIVE A BARAK OBAMA E AL GOVERNO ITALIANO


Il Congresso nazionale del movimento cattolico internazionale per la pace Pax Christi, tenutosi a Cervia (Ra) dal 24 al 26 aprile 2009, ha votato all’unanimità un documento finale composto da due lettere. Due lettere per il disarmo. Due lettere per un futuro di pace e non di morte.

Nella prima, indirizzata al presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, si chiede di rinunciare alla costruzione della nuova base americana di Vicenza. E di destinare il corrispettivo alla costruzione dell’università dell’Aquila (nella foto), che verrebbe costruita con gli stessi criteri antisismici adottati per gli edifici pubblici californiani. La seconda, diretta al Governo italiano, chiede invece che si rinunci al progetto, già approvato dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato, di destinare 14 miliardi di euro per l’acquisizione di 131 cacciabombardieri F-35 da combattimento e da trasporto di ordigni nucleari. Ed anche in questo caso si chiede di rivedere la decisione assunta e di destinare l’equivalente per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma.

Due proposte di buonsenso, che si focalizzano sulle priorità che la politica dovrebbe decidere di abbracciare. E che sono in perfetta sintonia con la petizione della «Campagna di Indignazione Nazionale» lanciata nei giorni scorsi da GRILLOnews.it, che ognuno di voi può appoggiare mediante l’adesione on-line.

Proponiamo di seguito il testo di entrambe le lettere, nella speranza che gli auspici in esse contenuti si traducano in azioni concrete. Per un futuro di pace e non di morte.


PAX CHRISTI ITALIA

Lettera al presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama



Gentile Presidente Obama

abbiamo molto apprezzato le Sue parole di solidarietà in occasione del terremoto che ci ha recentemente colpito ed anche il Suo desiderio di esserci vicini concretamente.

Ci piacerebbe che questa Sua volontà si realizzasse attraverso gesti comuni tra Stati Uniti e Italia, con aspetti innovativi e sorprendenti, che già caratterizzano le sue iniziative politiche. Sarebbe significativo sospendere i lavori della base militare Dal Molin di Vicenza, e trasferire uomini, mezzi e finanziamenti all’Aquila per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Il Governo italiano certamente faciliterebbe lo spostamento delle imprese e dei finanziamenti che Gli competono, e altrettanto potrebbe fare Lei per le somme già stanziate per la costruzione della base: non si tratterebbe, quindi, di prevedere nuovi finanziamenti, ma di iniziare ad utilizzare quelli già esistenti, cambiandone la destinazione. Attuerebbe, così, concretamente le sue parole: ridurre gli arsenali nucleare a favore di una popolazione che merita un gesto così fraterno da parte Sua.

I giovani risultano essere le persone più segnate, il cui futuro è seriamente in pericolo: chiediamo che la Sua attenzione venga inizialmente concentrata verso la ricostruzione di scuole e università. Sarebbe un modo per favorire una collaborazione tra due Paesi, che non passi necessariamente sempre attraverso aspetti di collaborazioni militari. Anche il Governo italiano potrebbe dare ulteriori segnali in questa direzione, riducendo le commesse militari, e investendo su ciò che resta da fare per uno sviluppo legato all’innovazione ambientale.

Domandiamo di fare Sua questa proposta al prossimo incontro del G8.


PAX CHRISTI ITALIA

Appello al Governo italiano

Signor Presidente,

i partecipanti al Congresso di Pax Christi Italia, tenutosi a Pinarella di Cervia nei giorni 24- 26 aprile scorsi, hanno ritenuto di dover scrivere a Lei, in quanto responsabile delle scelte del nostro Governo, in merito alla decisione di realizzare a Cameri (Novara) i nuovi aerei caccia JSF, più noti come F-35.

Pax Christi da sempre lavora per la pace e per il disarmo, contro ogni logica di guerra e di violenza. Questo impegno è illuminato sia dalla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa, sia dai principi della nostra Costituzione, in particolare all’art. 11. Non possiamo restare indifferenti alla decisione delle Commissioni Difesa di Camera e Senato che – proprio a pochi giorni dal terremoto che ha provocato morte e distruzione in Abruzzo – hanno approvato l’impegno di spesa per realizzare un centinaio di aerei F-35, con una previsione di spesa di circa 14 miliardi di euro.

Ancora una volta desideriamo riaffermare la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. La produzione di armamenti non è considerare alla stregua di quella di beni economici qualsiasi ed è per questo motivo che, oltre ai principi etici applicabili all’economia, occorre tenere conto di altri principi più specifici in rapporto alla natura stessa di tali strumenti di distruzione.

Non possiamo accettare che venga giustificata questa folle spesa, con la motivazione che gli aerei servono per la Difesa, perchè sono aerei d’attacco e possono anche trasportare bombe nucleari. Nè tantomeno la giustificazione che tutta questa operazione porterà molti posti di lavoro e rilancia l’economia. Sappiamo che non è così. La loro produzione, infatti, manifesta una palese contraddizione tra lo spreco di risorse per la realizzazione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali attualmente non soddisfatti e tragicamente presenti in molte parti del mondo.

L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967 al n.53 ribadiva: «Quando tanti popoli hanno fame, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi».

Chiediamo a Lei e al suo Governo un ripensamento di questa scelta che da più parti in Italia e in Europa viene auspicata come segno di impegno concreto per la pace e di sincera ricerca del bene comune in vista di una Pace finalmente universale. Vogliamo credere che il sogno di Isaia «forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci», sia ancora possibile.

Distinti saluti.