ALLA RICERCA DI PIÙ DEMOCRAZIA. A ROVERETO DECOLLA IL REFERENDUM PROPOSITIVO


Nel gennaio 2007 è sorto a Rovereto il gruppo «PartecipAzione Cittadini Rovereto». Obiettivo: promuovere la democrazia e la partecipazione nella propria città. Il metodo è stato, fin dall’inizio, quello di organizzare serate partecipative, chiamate «La Parola ai Cittadini». Durante questi eventi ad essere protagonisti sono i cittadini, che hanno a disposizione tempi uguali per intervenire e fare proposte per la città. Per discuterle e per votarle. Le proposte più votate vengono poi portate in consiglio comunale sotto forma di mozione, presentata con la firma dei consiglieri comunali presenti all’evento, che fanno così da tramite tra le scelte dei cittadini e l’apparato amministrativo formale.

Nel gennaio 2008 il gruppo ha introdotto una variante alla serata partecipativa: le proposte più votate sarebbero state portate avanti con gli strumenti di democrazia diretta previsti dallo statuto comunale. Ossia con l’iniziativa di delibera popolare e, se questo primo passo non avesse mostrato risultati, con lo strumento del referendum.

Queste le proposte più votate dal pubblico in sala: l’abolizione del quorum per i referendum comunali; il desiderio di progettare insieme una piazza centrale in città, soggetta a progetti di riqualifica; il desiderio di avere voce nella stesura del Piano Regolatore Generale. Così il gruppo organizzatore ha iniziato, nella primavera del 2008, a raccogliere le firme necessarie per attivare prima le delibere di iniziativa popolare e, successivamente, i referendum sullo stesso tema.

Nel frattempo, nel maggio 2008, una grande azienda chimica, la Sandoz, ha ottenuto il via libera dal consiglio comunale per aprire un inceneritore per i propri rifiuti tossici industriali. Ciò ha innescato dibattiti, discussioni ed infine la richiesta che anche su questo tema fosse la cittadinanza ad esprimersi.

Solo per presentare i quesiti referendari al Comitato dei garanti, per poi iniziare la raccolta firme vera e propria, sono necessarie 200 firme. Firme che sono state raccolte, ma i quesiti non hanno ottenuto l’ammissibilità. Quindi il gruppo, con l’aiuto del Difensore Civico, ha riformulato i testi, raccolto nuovamente le 200 firme, e ripresentato i quesiti. E questa sono stati giudicati ammissibili.

I volontari di «PartecipAzione Cittadini Rovereto», quindi, hanno impiegato gran parte dell’estate dello scorso anno a raccogliere le 600 firme autenticate e a depositare i moduli completi. Con un pretesto formale, un gran numero di firme sono state invalidate dall’ufficio elettorale. Ma il gruppo non si è perso d’animo. E nell’autunno inverno 2008-2009 abbiamo nuovamente raccolto le firme per presentare gli identici quesiti di alcuni mesi prima. Ed abbiamo ottenuto l’ammissibilità. Poi sono state raccolte le firme autenticate, che sono state ripresentate nei primi mesi del 2009.

Questa volta tutto è risultato conforme a norma di legge. Abbiamo chiesto formalmente, con una petizione popolare sostenuta da altre 220 firme raccolte in 3 giorni, di abbinare i referendum comunali alle imminenti elezioni europee di giugno 2009. Ma il sindaco ha deciso la data dell’11 ottobre 2009. Formalmente il motivo è stato quello di dare «maggiore dignità» ai referendum con una votazione a loro dedicata. Mentre «PartecipAzione Cittadini Rovereto» sosteneva che fare spendere alla comunità 20-30 mila euro in più e costringerla a due date di voto, aveva come scopo ultimo solo il tentativo di non far raggiungere la partecipazione sufficiente per superare il quorum attuale, che è del 50%.

Questa è la terza volta in Italia che si tenta di introdurre e di migliorare gli strumenti di democrazia diretta a livello locale, tramite gli strumenti democratici a disposizione dei cittadini. La prima volta fu a Vicenza, nel settembre 2006, con il Referendum Più Democrazia, vinto dal «SI» ma poi inattuato (era un referendum consultivo), poi vi fu un’esperienza di referendum propositivo in Valle d’Aosta, su scala regionale, nel 2007. A Rovereto l’11 ottobre 2009 sarà quindi la prima volta in Italia che verrà usato lo strumento del referendum propositivo in ambito locale, uno strumento “forte” ma che ha il notevole ostacolo rappresentato dal quorum.

L’associazione referendaria è convinta che quando passerà il referendum per eliminare il quorum dai referendum comunali, si spalancherà la porta alla democrazia, come avviene in Svizzera, in Baviera (quorum del 10-15%) e in 26 stati degli USA, i cittadini potranno avere voce nelle scelte della loro città. Dovranno raccogliere un alto numero di firme, che in questi mesi gli amministratori si sono già premuniti ad alzare a 1500 dalle 600 previste prima, ma senza il quorum verranno premiati i cittadini che partecipano, ci saranno campagne referendarie più accalorate e con la presenza di tutte le parti, i quesiti verranno discussi più a fondo, l’affluenza sarà maggiore e la democrazia sicuramente un po’ più vera.

Per saperne di più: www.cittadinirovereto.it


20 SETTEMBRE 2009

«IL CITTADINO PARTECIPA. IDEE PER RIATTIVARE LA DEMOCRAZIA IN TRENTINO»



Per la prima volta in Italia, domenica 20 settembre 2009 il Palasport di Rovereto ospiterà la giornata partecipativa «Il Cittadino Partecipa – Idee per riattivare la democrazia in Trentino», promossa da “TrentoAttiva”, “PartecipAzione Cittadini Rovereto” e liberi cittadini.

Per sapere di cosa si tratta, clicca qui.

É stato creato un sito web: www.ilcittadinopartecipa.it ed organizzata la suddivisione della giornata. Al mattino parleranno relatori trentini, italiani e stranieri esperti di democrazia diretta e partecipata. Nel pomeriggio i cittadini suddivisi ai tavoli discuteranno le proposte da portare avanti per migliorare la democrazia nel trentino. I facilitatori sono volontari, i computer sono prestati dai partecipanti, così come i videoproiettori.

É stato trovato uno sponsor software che fornirà l’assistenza informatica (la Posit di Trento) per coordinare i dati provenienti da 33 computer dislocati ai tavoli. A fine serata tutti i 333 partecipanti riceveranno un foglio con stampate le idee più votate emerse. Che verranno poi date ai media, messe sul blog, fatte girare tramite mailing list. E portate in Consiglio Provinciale. E questo sarà solo l’inizio. Se il Consiglio Provinciale non presterà ascolto verranno utilizzati gli strumenti di democrazia diretta previsti dallo statuto provinciale. Un esperimento democratico ambizioso, partito dal basso, curato nei minimi particolari e che il gruppo organizzatore spera sarà di stimolo ai cittadini desiderosi di maggiore democrazia, dell’Italia e del mondo. (P.M.)