[La Nuova Ecologia • 20.04.2004] A Parigi la riunione dei trenta paesi più industrializzati sulle emergenze ambientali. Smog, rifiuti e spreco dell'acqua le spine nel fianco del nostro paese. Per il ministro Matteoli necessarie risorse per 10 miliardi in dieci anni...

AMBIENTE. ITALIA BOCCIATA

Disco rosso per traffico e energia nelle città dei Paesi Ocse. Con le attuali politiche ambientali, gli scenari vedono un aumento dell’anidride carbonica (il maggiore gas serra) del 33% e un aumento di chilometri percorsi del 40% da qui al 2020. Senza contare il contributo proveniente dal boom del traffico aereo.

La bocciatura arriva dal primo rapporto sulle performance ambientali dei paesi Ocse a partire dall’adozione, nel 2001, della Strategia anti-inquinamento fino al 2010, reso noto in occasione della riunione in corso a Parigi dei ministri dell’Ambiente Ocse. Per quanto riguarda l’Italia, il problema non è “sul come” agire per combattere l’inquinamento dell’aria generato dal traffico urbano nelle città ma riguarda le risorse: «Con i fondi a disposizione del ministero dell’Ambiente – ha detto Altero Matteoli, presente alla riunione di Parigi – è impensabile che si possa risolvere il problema. Come fare lo sappiamo ma ci vogliono risorse adeguate. Per ottenere risultati – ha sottolineato il ministro – occorrono circa 10 miliardi di euro in dieci anni, un miliardo l’anno».

Matteoli, inoltre, ha ricordato di aver proposto al premier Berlusconi l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare la questione. Sospiro di sollievo per i “vecchi” inquinanti come ossido di carbonio, ossidi di zolfo e piombo, sia in Italia che in tutti i paesi Ocse. Ancora un sonoro stop invece per quanto riguarda i rifiuti urbani: la media europea di produzione pro capite è cresciuta del 40%, mentre in Italia dal 1980 si è assistito a una crescita del 100% pro capite. Incremento che fa guadagnare al nostro paese il terzo posto per crescita di produzione di rifiuti a testa, dopo la pole dell’Irlanda con oltre il 250% in 24 anni e il secondo posto del Portogallo con circa il 130%. Per l’acqua potabile, l’Italia si pone tra i paesi virtuosi con il 100% di popolazione servita insieme a Olanda e Svizzera contro l’86% della Svezia, l’85% del Portogallo, l’81% della Polonia e il 55% della Turchia. Ma il Belpaese è ancora troppo sprecone: è al quinto posto per utilizzo di risorsa idrica con 1.000 metri cubi per abitante l’anno.

Le peggiori performance sono degli Usa con oltre 1.750 metri cubi per abitante l’anno, il Canada poco sotto i 1.500 metri cubi, l’Australia intorno ai 1.250 e il Portogallo sopra i 1.000. Le risorse forestali sono più o meno stabili, ma l’allarme è per la biodiversità soprattutto fuori dalle aree protette. In Italia l’Ocse mette ancora un disco rosso per la perdita di specie: circa il 50% dei mammiferi conosciuti è minacciata di estinzione e quasi il 30% degli uccelli. Stessa posizione per la Germania che ha qualche problema in più con l’avifauna. Ma la maglia nera va all’Ungheria con quasi l’80% di specie di mammiferi sotto minaccia. Male anche il Lussemburgo con quasi il 60% di mammiferi minacciati e il 50% delle specie di uccelli. Ma l’Ocse accende anche qualche spia gialla, per esempio per alcuni miglioramenti nel campo delle tecnologie per l’efficienza energetica e dei trasporti.

Luce verde, infine, non solo per i cosiddetti vecchi inquinanti atmosferici, ma anche per il patrimonio delle aree protette, la riserva forestale, i risultati ottenuti sullo strato di ozono grazie all’applicazione del Protocollo di Montreal per l’abbattimento dei clorofluorocarburi e l’aumento sempre più rilevante dell’agricoltura biologica.