ANNIVERSARIO DELLA CONVENZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO IN UNA PERIFERIA VIOLENTA DELL’AMERICA LATINA


Quito (Ecuador) – La società civile, tra cui il Movimento nazionale infantile promosso dalla piattaforma di Terre des Hommes-Germania, ha celebrato l’anniversario della Convenzione del Fanciullo il 20 novembre 2008 nella periferia violenta di Bogotà, Alto de Cazuca, per denunciare -nell’ambito di un’udienza con l’appoggio del Presidente della Comissione Diritti Umani del Senato della Repubblica, Senatore Alexander Lopez– il reclutamento forzato di bambini soldato -ben 14.000- da parte dei gruppi armati legali e illegali e delle massicce esecuzioni extragiudiziarie di giovani e adolescenti dei settori popolari da parte dell’Esercito di Stato.

Tra i promotori dell’inizativa spicca l’impegno della Fondazione per l’Educazione e lo sviluppo FEDES, appoggiata dall’Ong italiana «Movimento Laici per l’America Latina MLAL Progetto Mondo» di Verona, con la partecipazione anche dei Missionari della Consolata. In questa occasione si è denunciato il reclutamente forzato dei bambini e adolescenti al conflitto, cosi come la schiavitù sessuale delle bambine rapite come bottino di guerra, come «crimine di lesa umanità» che non deve essere considerato nella categoria legislativa «di peggiore forma di lavoro minorile», come prevede la convenzione n. 182 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro OIL.

Generalizzare la problemática del lavoro minorile non consente una sua efficace soluzione, come dimostra il fallimento delle politiche di sradicamento tout court del lavoro minorile, come sostengono i movimenti NATs a livello mondiale.

Hilda Molano, direttrice FEDES, sottolinea che «Cazuca è un luogo strategico per la connessione con il sud ed oriente del paese verso Venezuela. É una zona oggetto di megaprogetti per lo sfruttamento minerario, che concentra numerosi interessi. Dobbiamo aggiungere tutta la problemática sociale di affari illegali come droga, traffico armi, prostituzione. In particolare le bambine vengono utilizzate dai vari gruppi armati nella prostituzione infantile e per trasportare armi, fenomeno che si è aggravato negli ultimi anni. L’obiettivo dei paramilitari è che i bambini si convertano in raspacines, raccoglitori di foglia di coca».

Durante l’udienza sono stati letti dei messaggi di solidarietà all’impegno delle organizazzioni sociali, tra cui quello di Norberto Liwski, gia Presidente del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del bambino, di Carmen Serrano del BICE-Bruxelles e di Eric Sottas (nella foto) dell’Organizzazione Mondiale contro la Tortura di Ginevra. Monica Frassoni, Presidente dei Verdi al Parlamento Europeo (nella foto), ha scritto che «consideriamo grave e preoccupante che si continuino a vulnerare i diritti dei bambini, bambine e adolescenti in Colombia. Consideriamo che lo Stato Colombiano deve assumere le sue responsabilitá affinché questi crimini commessi dalle Forze dell’Ordine siano indagati e sottomessi alla giustizia. Allo stesso tempo chiediamo che vincolare i bambini e adolescente al conflitto sia considerato crimine di guerra e non peggiore forma di lavoro minorile».

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, l’1 novembre ha affermato che le esecuzioni extragiudiziali in Colombia sono ormai diventate una pratica «sistematica e diffusa», il che potrebbe causare un intervento della Corte Penale Internazionale, se le autorità del paese non riescono a controllare il fenomeno. «Stiamo osservando e mantenendo un registro delle esecuzioni extragiudiziali, e sembra proprio che questa pratica sia sistematica e diffusa», ha detto Pillay, al termine di una missione di cinque giorni in Colombia. Secondo la responsabile dell’Onu, «un delitto diventa crimine contro l’umanità se diventa diffuso e sistematico contro la popolazione civile». Se inoltre non è messo sotto controllo dalle autorità, «allora il Tribunale Penale Internazionale avrebbe il potere e l’autorità necessari per intervenire». Durante la missione in Colombia Pillay si è incontrata con i rappresentanti di un centinaio di Ong ed esponenti della società civile che le hanno presentato un documento unitario.

Va ricordato che il presidente della Repubblica Colombiana Álvaro Uribe Vélez, a fine ottobre ha allontanato dal servizio di 27 tra ufficiali e sottoufficiali, inclusi tre importanti generali, fatto inaudito in Colombia, affermando che «alcune persone sono coinvolte in crimini risultato di una confabulazione tra delinquenti e appartenenti all’esercito, che hanno come interesse assassinare innocenti per dare la sensazione che si stiano combattendo i criminali in quelle regioni, quando i veri criminali sono associati all’esercito per commettere quei crimini».

Queste manifestazioni di movimenti social si uniscono ad altre iniziative organizzate in tutta l’America Latina da reti come il Movimento Latinoamericano di Bambini e Adolescenti lavoratori MOLACNATs, che proprio nell’Anniversario della Convenzione del Fanciullo dell’anno scorso hanno ricevuto l’appoggio della Vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini.

Va ricordato che durante la settimana santa, sempre a Bogotà, si è realizzato il «VII Incontro latinoamericano MOLACNATS» che raccoglie i movimenti sociali di tutto il continente uniti nella difesa dei diritti del bambino, dal titolo «Per il riconoscimento sociale dell’infanzia e adolescenza in America Latina». Si sono riuniti una trentina di adolescenti lavoratori ed educatori provenienti dal Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Bolivia, Guatemala, Paraguay, che fanno parte dei movimenti di base, nati in Perù negli anni Settanta, detti NATs, che sta per Ninos y Adolescentes Trabajadores, bambini e adolescenti lavoratori. Piccoli lavoratori che si organizzano in prima persona per combattere lo sfruttamento, rivendicare diritti, organizzare sindacati e promuevere condizioni dignitose di vita.

Cristiano Morsolin


Cristiano Morsolin, educatore ed operatore di reti internazionali per la difesa dei diritti umani in America Latina. Co-fondatore dell’Osservatorio sulla Regione Andina SELVAS, lavora in America Latina dal 2001 con esperienze in Perù, Ecuador, Colombia e Brasile.