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22.05.2018 – Verona – «Biodiversità, punto di forza per un’agricoltura sostenibile»

In occasione della Giornata mondiale della Biodiversità, martedì 22 maggio 2018 l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, presieduta da Claudio Carcereri de Prati, organizza alle ore 10,30 nella propria sede [Palazzo Erbisti, Via Leoncino n.6 – Verona] un incontro dal titolo «Biodiversità, punto di forza per un’agricoltura sostenibile» che vedrà tra i relatori: Mario Marino della Fao, Isabella Dalla Ragione presidente della Fondazione Archeologia Arborea onlus, Gianfranco Caoduro presidente onorario del World Biodiversity Association onlus e Matteo Ducange, docente e responsabile tecnico-scientifico azienda agraria Bovolino dell’Istituto Agrario Stefani-Bentegodi sede di Buttapietra. A moderare l’incontro sarà il giornalista Giorgio Vincenzi.

L’evento, che ha il patrocinio della Provincia di Verona, del Comune di Verona, di Fieragricola Verona, dell’Ordine di Verona dei Dottori Agronomi e Forestali, del Collegio dei Periti Agrari e Periti Agrari laureati di Verona, di Slow Food Verona e di World Biodiversity Association onlus, vuole ricordare l’importanza di tutelare la straordinaria ricchezza costituita da tutte le specie viventi sulla Terra e porre particolare attenzione alla biodiversità agricola.

Secondo la Fao la mancata tutela della biodiversità agricola avrà un notevole impatto sulla capacità dell’umanità di nutrirsi nel futuro e chi ne risentirà di più saranno le popolazioni più povere del mondo. La Fao stima che nel secolo scorso circa il 75 per cento della diversità genetica delle colture sia andata perduta quando gli agricoltori di tutto il mondo sono passati a varietà geneticamente uniformi, ad alto rendimento, e hanno abbandonato molte delle varietà locali. In particolare la Fao sostiene che circa il 22 per cento delle razze animali sono a rischio di estinzione, mentre sullo stato di rischio di molte altre specie semplicemente non si sa molto a causa della mancanza di dati sulle dimensioni e sulla struttura delle loro popolazioni. Per la sicurezza alimentare mondiale c’è quindi bisogno di agricoltura estensiva e di maggiori sforzi direzionati al recupero e alla reintroduzione nel di varietà locali, tradizionalmente riconosciute e strettamente legata al territorio, come ha più volte sostenuto Mario Marino della Fao presente all’incontro in Accademia.

L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità grazie alle sue condizioni geografiche, geo-morfologiche e climatiche: in particolare, ospitiamo circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa. Questa ricca biodiversità è però seriamente minacciata e rischia di essere irrimediabilmente perduta, a causa soprattutto della distruzione, del degrado e della frammentazione degli habitat, dell’introduzione di specie esotiche invasive e del sovrasfruttamento di risorse e specie.

Inoltre, i grandi cambiamenti intervenuti nel tessuto economico e sociale e in agricoltura negli ultimi decenni nel nostro Paese con un ritmo incessante e frenetico hanno portato in generale alla scomparsa di molte varietà di cereali e frutta e di razze animali. In questi ultimi anni però si sta facendo molto per la salvaguardia di questo importante patrimonio genetico grazie al lavoro di associazioni e fondazioni. È il caso di Isabella Dalla Ragione, presente all’incontro del 22 maggio in Accademia, che a San Lorenzo di Lerchi, nell’Alta Valle del Tevere, in Umbria, coltiva 440 piante e 150 varietà di frutti che sembravano estinti e invece sono stati salvati. Del suo lavoro ne ha parlato recentemente anche il The New York Times. Anche le Regioni sono impegnate su questo fronte attraverso i piani di sviluppo rurale (psr). Ne è un esempio il programma Bionet 2017-2022 della Regione Veneto che ha come priorità la conservazione delle risorse genetiche locali di interesse agrario e alimentare a rischio di estinzione o di erosione genetica che è finanziato dal psr veneto 2014/2020 attraverso diverse misure. Tra le razze animali da salvaguardare vi sono bovini, ovini e avicoli (anatre, faraone, oche, polli e tacchini), mentre tra i vegetali varietà di piante da frutto e orticole, viti e cereali. Tra i partner del programma vi è anche l’Istituto Stefani-Bentegodi di Buttapietra (Verona) presente all’incontro in Accademia con il responsabile tecnico scientifico.

Dal 1 dicembre 2015, poi, il Parlamento italiano ha approvato la legge n. 194: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare» che prevede tra l’altro un Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e l’istituzione di un fondo di tutela per sostenere le azioni degli agricoltori e degli allevatori. Il recupero e il mantenimento della biodiversità animale e vegetale all’interno di un’azienda, come sarà illustrato nell’incontro dell’Accademia, può dare agli agricoltori anche un vantaggio economico oltre che di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio agrario in generale.

Per informazioni: tel. 045. 8003668.

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