AUTO DI PROPRIETÁ? NO, IO GUIDO CAR SHARING

Alle porte del supermercato frugo nelle tasche in cerca di un euro. M’avvicino alla fila dei carrelli, metto la moneta nell’alloggiamento e sblocco il primo carrello disponibile per andare a fare la spesa. Chissà quante persone hanno già usato quel carrello: poco importa però, mi basta che svolga bene la sua funzione. Con lo stesso euro appena utilizzato potrei sbloccare un carrello anche in un altro supermercato, se dovessi fare la spesa altrove un giorno. Al bivio fra la corsia dei surgelati e quella dei prodotti per la casa concludo che non avrebbe senso acquistare un proprio carrello personalizzato, quando sono disponibili al pubblico questi carrelli, lì nella fila, a portata di tutti. Non ho un carrello mio, è vero. D’altro canto: non ho dovuto sostenere alcun costo d’acquisto, non ho responsabilità o spese di gestione, non mi devo preoccupare dello smaltimento, e, infine, ciò che più conta è che posso usare un carrello ogni volta che me ne serve uno.

Se applichiamo lo stesso meccanismo del carrello all’automobile, aggiungendo un pizzico di riduzione del traffico, uno spicchio di rispetto ambientale e una manciata di buone intenzioni, avremo quanto basta per completare la ricetta del “Car Sharing”.

L’iniziativa non è alternativa, ma complementare alle numerose proposte di mobilità sostenibile, dalle quali mutua l’attenzione alla salute e alla sicurezza delle persone. Il Car Sharing (C.S.) si fonda sulla consapevolezza che, ancor oggi, per certi tipi di spostamento l’automobile rimane il mezzo più efficace. Ma la necessità di muoversi con la macchina non deve per forza implicare l’acquisto di una propria vettura. Aristotele lo aveva già capito nel 350 a.c., quando affermava: “tutto sommato, c’è più ricchezza nell’uso che nella proprietà”.

Il Car Sharing consiste nella condivisione della stessa flotta di macchine da parte di un vasto gruppo di utilizzatori. L’utente che si abbona al circuito C.S. locale riceve una chiave elettronica, con la quale può accedere alle vetture ad ogni ora del giorno. Queste ultime sono posteggiate in appositi parcheggi, opportunamente dislocati nelle zone più strategiche del territorio. Dopo essersi iscritti, prenotare un’auto diventa facile, come ordinare una pizza o prendere appuntamento dal parrucchiere: basta infatti una telefonata alla centrale operativa, aperta 24 ore su 24, oppure pochi click del mouse sul sistema prenotazioni via web. Il veicolo in uso va riconsegnato in una delle aree di parcheggio dedicate, generalmente quella di partenza. Il costo fisso di abbonamento si aggira da un minimo di 100 ad un massimo di 180 euro l’anno, a seconda del gestore. Gli altri costi sono variabili e riguardano il tempo d’uso (da 0,55 a 2,60 euro per ora, a seconda del modello utilizzato) e i chilometri percorsi (da 0,15 a 0,50 euro per Km, comprensivi di assicurazione e benzina).

In uno scenario europeo in cui l’80% delle automobili in circolazione nelle città viaggia meno di 60 minuti al giorno, trasportando in media 1,2 persone, il C.S. rappresenta una proposta efficace e attuabile, da affiancare ai mezzi pubblici e ai comportamenti individuali consapevoli, quali l’uso della bicicletta. Per chi guida solo poche migliaia di chilometri l’anno, rinunciare all’auto di proprietà a favore del C.S. determina risparmi significativi, secondo i dati 2005 dell’agenzia EQUA: fino a duemila euro sui dodici mesi (un toccasana per le famiglie, il cui potere d’acquisto scivola ogni giorno più in basso). Si aggiunga la comodità e il piacere di poter guidare di volta in volta la vettura più adeguata alle proprie esigenze, grazie alla varietà del parco macchine C.S., composto da diversi modelli, dalle utilitarie alle familiari.

Potendo contare su una rete capillare di trasporti pubblici ed eco-compatibili, tali da fornire l’alternativa più economica, divertente e sostenibile ai trasferimenti quotidiani casa-lavoro e casa-scuola; potendo fruire di infrastrutture stradali adeguate e sicure, in grado di far prosperare ciclisti e pedoni e dissuadere dall’uso dell’automobile per spostamenti inferiori ai 3 chilometri; potendo questo, il numero di persone che ancora avrebbero effettivo bisogno di una macchina di proprietà verrebbe ridotto drasticamente e il Car Sharing basterebbe a soddisfare le residue necessità di spostamento.

In Italia la gestione operativa di un circuito Car Sharing viene affidata ad organismi specializzati, quasi sempre propagazioni della locale agenzia dei trasporti. I gestori sono assistiti da una struttura di coordinamento nazionale, ICS Iniziativa Car Sharing, promossa e finanziata dal Ministero dell’Ambiente. Gli enti locali aderenti a ICS sono 20: 17 comuni capoluogo di provincia e 3 province. Di questi, solo 8 hanno di fatto avviato l’iniziativa: Bologna (2002), Firenze (2005), Genova (2004), Modena (2003), Provincia di Rimini (2002), Roma (2005), Torino (2002) e Venezia (2002). Milano non partecipa ancora a ICS, ma è comunque sede di un progetto C.S. di successo operato da Legambiente e sostenuto da oltre 400 soci. Nell’insieme, gli “sharers” italiani sono circa seimila e sembrano destinati ad aumentare notevolmente, come suggerito dall’andamento positivo delle iscrizioni.

Secondo ICS ogni vettura in Car Sharing ne toglie 8,2 dalle strade, contribuendo così alla riduzione del traffico veicolare. Questo si traduce in migliore viabilità, più posteggi liberi, impatti ambientali attenuati, meno PM10 e gas intossicanti nell’aria che respiriamo e, nel complesso, in un approccio più cosciente e civile alla mobilità. Sono queste le note ripetitive del ritornello che numerose associazioni locali e nazionali, in testa quelle ambientaliste, propongono alle amministrazioni e alla popolazione, che ascoltano e simpatizzano, ma, alla prova dei fatti, dimostrano di intendere poco. Leggerezza pericolosa, se pensiamo che in gioco ci sono il benessere e la salute di ciascuno.

La latitanza di Verona e della Provincia veronese, assenti nella lista degli enti associati a ICS e mancanti di una qualsiasi proposta di Car Sharing, stupisce e delude, ancor di più se si considerano i problemi di viabilità e i record di inquinamento atmosferico che il comune scaligero ha collezionato negli ultimi anni.

Marco Anderle

 

Approfondimenti

ICS Iniziativa Car Sharing (Ministero dell’Ambiente)

Milano Car Sharing

Car Sharing Europeo