[di Pierpaolo Romani • 2001] - Tra le varie persone che ho conosciuto durante la mia attività presso la Commissione parlamentare antimafia, Tano Grasso costituisce sicuramente una di quelle che ho apprezzato maggiormente. Ma chi è Tano Grasso, molti si chiederanno.

BERLUSCONI RIMUOVE TANO GRASSO. PERCHE’?

E’ – o meglio è stato fino a ieri – il Commissario di governo per le iniziative antiracket e antiusura grazie al quale dal 21 dicembre 1999 al 24 agosto 2001 sono state esaminate 1.400 istanze e sono stati erogati oltre 37 miliardi a 284 operatori economici taglieggiati dai mafiosi e distrutti dagli usurai. Per comprendere la mole di lavoro svolta in poco meno di due anni rispetto ai precedenti Commissari, va ricordato che, in materia di estorsione, dal 1994 al 1999 (la legge antiracket è stata approvata nel febbraio 1992), sono state accolte 111 istanze per un importo pari a circa 10 miliardi, mentre in materia di usura, negli anni 1997-98-99 (la legge antiusura è stata approvata nel marzo 1996), sono state accolte 73 istanze per un importo di quasi 11 miliardi. Risultati sorprendenti, quelli raggiunti da Tano Grasso, che dimostrano come con competenza, tenacia e passione civile è possibile sconfiggere concretamente la mafia e i suoi fiancheggiatori. La domanda, allora, come dice Antonio Lubrano, nasce spontanea. Perché Tano Grasso è stato cacciato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, scrupoloso imprenditore “prestato” alla politica sicuramente attento ai numeri nel valutare il rendimento dei suoi dipendenti? Ipotizziamo quattro possibili risposte. Nell’ordine: 1) Tano Grasso è un semplice commerciante di scarpe, non un prefetto di carriera come i suoi predecessori e i suoi successori e a nulla vale che egli abbia fondato la Federazione Italiana delle Associazioni Antiracket, la prima delle quali a Capo d’Orlando, in Sicilia, e sia stato, nel corso della sua esperienza parlamentare, il fautore delle leggi antiracket e antiusura attuali; 2) Tano Grasso è un comunista e, data anche la sua mole, c’è da sospettare fortemente che in questi anni abbia mangiato diversi picciotti suscitando le vive preoccupazioni e proteste dei boss mafiosi con i quali – come un ministro ha recentemente affermato – dobbiamo rassegnarci per forza a convivere; 3) Tano Grasso è sì un imprenditore, ma non sa parlare inglese (molto bene, invece, il dialetto siciliano) e fatica a chattare con i suoi “clienti” – le vittime dell’estorsione mafiosa e degli usurai – via Internet. Che peccato!; 4) Per dirla con le parole della moglie di Libero Grassi, Pina Maisano: “Qualcuno sta pagando il conto dei patti fatti con i mafiosi in periodo elettorale” (Corriere della Sera 19 ottobre 2001). Comunque, non per tutti la cacciata di Tano Grasso, rappresenta un evidente segnale di arretramento nella lotta alla mafia. Grazie a questo evento, infatti, anche agli usurai e agli estortori, dopo i mafiosi e i corruttori, è stata aperta la porta della Casa delle libertà, dove si lavora e si vive all’insegna delle tre fatidiche “I”: 1) impunità; 2) intolleranza; 3) ingiustizia. A occhi aperti, ragazzi!


Siti consigliati – www.antiracketusura.it (Sito del Commissario straordinario per le iniziative antiracket e antiusura); www.libera.it (Sito dell’associazione di associazioni Libera); www.parlamento.it/parlam/bicam/mafia/home.htm (Sito della Commissione parlamentare antimafia); Testi consigliatiTano Grasso, Contro il racket. Come opporsi al ricatto mafioso, Laterza, Roma-Bari, 1992; Tano Grasso – Gaetano Savatteri, Ladri di vita. Storie di strozzini e di disperati, Laterza, Roma-Bari, 1996; Tano Grasso, Il racket del pizzo e L’usura, in P. Romani (a cura di), Conoscere le mafie, costruire la legalità, Camera dei deputati, Roma, 2000 (Il testo è scaricabile dal sito della Commissione parlamentare antimafia della XIII legislatura, il cui indirizzo è: www.camera.it à organismi bicamerali à precedente legislatura à Commissione parlamentare antimafia à Sportello scuola e volontariato); L’estorsione e l’usura, in Enzo Ciconte – Pierpaolo Romani, L’andamento della criminalità negli anni novanta, Edizioni Commercio, 2001, Roma  (Il testo è richiedibile inviando una e-mail al dottor Lino Busà, direttore Centro studi “Temi” di Confesercenti, al seguente indirizzo: [email protected])