[di Vera Baroni (dal Nordeste del Brasile) • 27.10.03] Cari amici e amiche, alla fine mi faccio coraggio per scrivervi. Ho detto a mio marito Giovanni che siamo riusciti ad attraversare quasi due decenni di dittatura militare, ma il controllo sotto cui i militari tenevano la nostra corrispondenza mi ha segnato profondamente. Solo cosí posso spiegare la mia avversione a scrivere lettere...

BRASILE. UIALA MUKAJI (RESISTENZA FEMMINILE), PER PROMUOVERE I DIRITTI DELLE DONNE NEGRE

Cari amici e amiche, alla fine mi faccio coraggio per scrivervi. Ho detto a mio marito Giovanni che siamo riusciti ad attraversare quasi due decenni di dittatura militare, ma il controllo sotto cui i militari tenevano la nostra corrispondenza mi ha segnato profondamente. Solo cosí posso spiegare la mia avversione a scrivere lettere. Abbiamo da scambiare molte cose belle. Se è possibile sintetizzare l´investimento intrapreso durante tanti anni, si puó dire che il rispetto per la dignitá umana è ciò che ci spinge ad agire nei differenti spazi sociali e politici per contribuire al cambiamento di qualità di vita del nostro popolo. Per noi Afrodiscendenti il rispetto della dignitá umana è fondamentale. Il Brasile è il secondo paese del mondo per popolazione negra, superato solamente dalla Nigeria. Siamo il 45,3 % (ossia 73 milioni) della popolazione brasiliana, che ci autodichiariamo neri e mulatti, cioé neri. In Pernambuco il 68% della popolazione è afrodiscendente. Due settimane fa, una giornalista è stata arrestata per essersi rivolta a due vigili urbani chiamandoli “negro sporco, figlio di un cane, schiavo”. La discriminazione, il pregiudizio razziale e il razzismo sono molto presenti quotidianamente nella vita nazionale. Siccome però si manifestano in forma sottile – diversamente del razzismo americano o sudafricano – in Brasile si è costruita la teoria della democrazia razziale, che solamente adesso stiamo riuscendo a smantellare. I neri e le nere brasiliani sono lontani dai centri e dai posti di potere e sono presenti nella base sociale dove occupano gli spazi piú dequalificati della società. Siamo la maggioranza degli occupanti delle favelas, siamo la maggioranza delle donne di servizio.
Per la prima volta nella storia del Brasile, oggi Negri e Negre occupano il primo grado del Potere Esecutivo. Ci sono tre ministre: Benedita da Silva, Ministra dell`Assistenza Sociale; Matilde Ribeiro, Ministra della Segreteria Speciale per la Promozione della Uguaglianza Razziale; Marina da Silva, Ministra della Conservazione dell`Ambiente (Meio-Ambiente) e c’è il Ministro della Cultura, Gilberto Gil.
Nel Potere giudidiziario per la prima volta è stato scelto un negro per comporre il Corpo dei Ministri del Supremo Tribunale Federale, il Ministro Joaquim Barbosa. Nel Potere Legislativo, dei 513 deputati federali appena 15 sono neri o nere, nel Senato della Repubblica appena uno. E se guardiamo il Clero brasiliano, gli Ammiragli o i Generali non troviamo nessun negro. Nel Ministero Pubblico Federale, su 200 Promotori, appena 11 sono negri e negre.
Per superare la discriminazione istituzionale, noi che componiamo il Movimento Nazionale dei Diritti Umani e il Movimento Negro stiamo dando vita a varie iniziative e interpelliamo lo Stato perché Azioni positive di promozione dell’uguaglianza siano trasformate in Politiche Pubbliche. Una iniziativa è l’apertura del dibattito nelle Università per garantire la riserva di una percentuale di posti per studenti negri e negre. Per fare gli esami di ammissione all’Università (Vestibular) gli studenti si autodefiniscono come negri. Nella valutazione degli esami, i negri/e hanno un punteggio differente. Per noi si tratta dell’applicazione del principio di giustizia, cioè trattare ugualmente gli uguali e in modo diseguale i diseguali, secondo la loro diversità. Poiché i negri non hanno uguali opportunità nella società, è necessario che lo Stato, operando con giustizia, proporzioni le opportunità di accesso perché nel futuro possiamo essere tutti uguali e non siano più necessari trattamenti diseguali e compensativi.
In Pernambuco all’inizio di quest’anno abbiamo costituito una società di Donne Negre, chiamata di UIALA MUKAJI – espressione africana che in lingua quimbanda significa RESISTENZA FEMMINILE. Resistenza è la caratteristica della vita quotidiana dei negri e negre brasiliani; essa proviene dalla resistenza storica dei Quilombos. Gli schiavi africani e afrobrasiliani, quando si liberavano dal giogo della schiavitù fuggivano all’interno in terre lontane dalle piantagioni della canna, dove costituivano i Quilombos – spazi liberi con organizzazione sociale, politica e religiosa degli schiavi liberi. In Pernambuco ancora oggi esistono all’incirca cinquanta comunità rurali, residuo dei Quilombos Tutte queste Comunità vivono in località di difficile accesso, prive della presenza dello Stato, che non offre servizi pubblici essenziali come l’educazione, la salute, l’abitazione, i trasporti e le strade di accesso. La grande lotta di queste comunità è la regolamentazione della proprietà delle terra che occupano da più di cento anni, come stabilisce la Costituzione della Repubblica.
Noi di UIALA MUKAJI, la cui missione è promuovere i diritti delle donne negre, seguiamo due comunità Quilombolas: la Comunità Negra di GUARIBAS, situata nel municipio di Bezerros – nella zona agreste del Pernambuco – a 120 chilometri da Recife e la Comunità delle “11 NEGRE” , situata nella zona Mata Sud a 50 chilometri da Recife. In questo momento stiamo raccogliendo aiuti finanziari per aiutare le Comunitá in progetti di miglioramento della qualità della vita, come la costruzione di Mandala (sistemi integrati di allevamento domestico di pesci, anatre e galline, con orti e frutteti) e la costruzione di Biodigestori di Polietilene di Basso Costo (BPBC) per la produzioni di fertilizzanti biologici e di gas metano per la cucina (è Giovanni che ci sta seguendo).
Parallellamente a UIALA MUKAJI, come azione integrante del Forum delle Donne di Pernambuco, davanti agli assassinii di 121 donne nello Stato di Pernambuco da gennaio ad oggi, abbiamo interpellato lo Stato – esecutivo (statale e municipale), legislativo e giudiziario, perché compia il suo obbligo di garantire la vita delle donne con libertà e senza violenza. In questo momento stiamo preparando una memoria per la Relatrice speciale dell´ONU sulle “esecuzioni arbitrarie, sommarie e extragiudiziarie” di cui sono vittime le donne.
I nostri impegni e le nostre lotte si sentono fortificate con l’appoggio del governo federale con Lula presidente, per cui abbiamo tanto lavorato fin dalla sua prima elezione. Ma noi siamo coscienti che la società organizzata deve mantenere la sua autonomia e definire le priorità in sintonia con il Governo Popolare: è ciò che con il Partito dei Lavoratori e con il Presidente Lula stiamo costruendo ogni giorno, passo dopo passo.
Un grande abbraccio. Vera Baroni (A cura del Comitato italiano di sostegno alle attività di Giovanni e Vera Baroni.

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