[GRILLOnews • 14.06.04] Il campo estivo a Martin Brod 2004 si inserisce dentro un programma più vasto voluto e realizzato da due associazioni trentine, l’Associazione Progetto Prijedor e Tremembè, sul tema del Turismo responsabile nell’area balcanica...

CAMPO ESTIVO A MARTIN BROND (BOSNIA)

Il campo estivo a Martin Brod 2004 si inserisce dentro un programma più vasto voluto e realizzato da due associazioni trentine, l’Associazione Progetto Prijedor e Tremembè, sul tema del Turismo responsabile nell’area balcanica. Tale programma si articola nella realizzazione di reti di operatori del turismo responsabile nella regione, in attività formative rivolte sia agli operatori territoriali che alle aziende agricole della città di Prijedor, nella valorizzazione delle potenzialità di turismo intelligente nel sud est europeo attraverso la realizzazione e l’aggiornamento costante di un sito web (www.viaggiareibalcani.org) già consultabile e che entro il 2004 avrà una sua versione inglese e serbo-croata. Tra le altre cose, il progetto del campo di conoscenza e ripristino ambientale a Martin Brod, villaggio non lontano dalla sorgente della Una, il fiume degli smeraldi.
 
Fra deregolazione estrema e straordinarie potenzialità
 
Il sistema economico dell’area balcanica è caratterizzato dalle forme più estreme di deregolazione, con l’effetto di annichilire le potenzialità di sviluppo locale legate alla valorizzazione delle risorse del territorio. Con il finire poi dell’emergenza si fa sempre più evidente il carattere insostenibile degli interventi internazionali, evidenziando una spiccata dipendenza economica, l’assenza di un disegno di sviluppo integrato ed il prevalere dell’economia criminale, traffici e commerci di ogni tipo, privatizzazione delle risorse comunitarie, deregolazione sociale ed ambientale, delle quali la guerra è stata una componente non secondaria.
Questo è il dopoguerra nei paesi dell’ex Jugoslavia e negli altri paesi della regione che pur non avendo avuto conflitti armati, soffrono di un contesto che li vede come periferie deregolate della globalizzazione. Non fanno eccezione le stesse aree costiere dell’Adriatico, oltremodo esposte all’assalto del turismo di massa e del cemento.
Per un verso l’abbandono, per altri la militarizzazione del territorio non hanno certo aiutato negli ultimi anni a rompere quella cortina che per decenni ha separato questa parte dal resto dell’Europa, alimentando paura e rimozione, se escludiamo quello straordinario impegno di migliaia di comunità locali e di volontari che hanno avviato una rete diffusa di cooperazione comunitaria.
Questo a fronte di straordinarie potenzialità sotto il profilo naturalistico-ambientale e storico culturale di questa regione, nei secoli luogo di incontro fra oriente e occidente nel cuore dell’Europa. Potenzialità che il programma avviato intende contribuire a valorizzare, a partire dai contesti territoriali dell’area balcanica proprio laddove hanno operato ed operano le realtà della cooperazione decentrata e della diplomazia popolare, a cominciare dalla rete delle 11 ADL oltre alle associazioni e consorzi nazionali (ICS, Ipsia, Consorzio Pluriverso ed altri) e locali (Progetto Prijedor, Associazione ADL Zavidovici, Tavoli trentini con il Kossovo e con la Serbia, associazioni minori di volontariato, ecc.). Fra queste il Progetto Prijedor che da molti anni attiva progetti di generazione di reddito in ambito rurale e mediante percorsi di formazione professionale.
 
Il turismo come modalità di sviluppo locale autosostenibile

Il progetto si pone l’obiettivo di proporre un’attività di turismo responsabile in aree dove questa modalità è ancora molto limitata e in un contesto dove il turismo tradizionale un tempo rappresentava un ambito importante di generazione di reddito. Senza dimenticare che solo vent’anni addietro non pochi erano i turisti che trascorrevano le loro vacanze in questi luoghi trovando validi motivi: ambienti attraenti, alimentazione ricca e una predisposizione naturale all’accoglienza. Il turismo può rappresentare un veicolo straordinario di valorizzazione del territorio e di incontro/scambio di relazioni fra popoli e culture diverse, curando in particolare l’unicità di ogni luogo e il rispetto degli equilibri che le avversità e le guerre hanno teso a spezzare, attenti dunque al carico antropico e alla sostenibilità dello sviluppo.

Turismo ma non solo

Il progetto si propone di: dar vita ad offerte turistiche di qualità che rientrino nella filosofia del turismo responsabile; fornire itinerari e percorsi così caratterizzati nell’area balcanica (vedi il sito: www.viaggiareibalcani.org; formare operatori e soggetti protagonisti di questa forma di turismo; valorizzare le caratteristiche naturali di aree dove sono in corso progetti di sviluppo locale; sensibilizzare i giovani europei verso le problematiche della regione, dentro una visione d’integrazione europea.
 
Campo estivo a Martin Brod – Bihac (Bosnia Erzegovina)
 
E uno dei “tasselli” previsti dal progetto, che lascia intravedere possibili sviluppi per un intervento in futuro più strutturato. Martin Brod è un villaggio poco lontano dalla sorgente dove nasce il fiume “Una”, detto anche fiume degli smeraldi per il suo colore verde.
Tra il 25 luglio e il 9 agosto 2004 una ventina di ragazzi trentini si trasferiranno in questo luogo di straordinaria bellezza che un tempo viveva grazie al lavoro di macinazione delle granaglie (erano più di cento i mulini, praticamente uno per ogni casa del villaggio, ed ora semi abbandonati).
Dormiranno nelle case private e gusteranno le trote ai ferri nella locanda del villaggio. Ma soprattutto daranno il loro contributo per valorizzare questo territorio che vorremmo, un giorno, diventasse patrimonio mondiale dell’Unesco. L’estate 2004 è un percorso condiviso con la comunità locale; le attività previste (pulizia di sentieri dei corsi d’acqua e delle aree verdi, costruzione di piccoli ponti e steccati in legno, realizzazione di pannelli in legno con dipinte le vecchie professioni di un tempo) saranno realizzate con altrettanti giovani che risiedono in quella regione e che fanno riferimento alla Croce Rossa di Bihac e dei villaggi vicini. Quando pensiamo ad un intervento più strutturato per il futuro, immaginiamo il restauro dei mulini, la ristrutturazione della vecchia scuola abbandonata per farne un ostello per la gioventù di tutta Europa e degli altri edifici pubblici del villaggio.
 
Un campo di conoscenza e di prossimità per: valorizzare le aree naturali sopra indicate; potenziare la capacità di lettura critica dei più rilevanti fenomeni socio-economici attuali; sperimentare direttamente l’incontro con culture diverse e coinvolgere familiari e amici sui temi trattati;  contribuire a cambiare gli stili di vita e sostenere scelte improntate alla solidarietà e alla fratellanza.
 
Per saperne di più
Vai al sito http://www.viaggiareibalcani.org/index1.htm

Informazioni e iscrizioni
[email protected]
oppure 0461 824737 (Armando) – 347 4098578 (Michele)