[di Mariagrazia Bonollo • 09.11.03] Desiderio, libertà, anonimato, sesso, prostituzione. Sono le parole che definiscono il mondo degli uomini che cercano il sesso a pagamento, non solo in strada, ma anche negli appartamenti e in molti locali notturni, i nuovi luoghi nei quali si sviluppa, con discrezione e riservatezza, questo mercato, rendendo spesso invisibile la sofferenza delle  donne costrette a prostituirsi...

CARITAS VICENTINA. 348.8860498, UN SMS PER PARLARNE. PARTE UN GRUPPO DI AUTO-MUTUO AIUTO PER I CLIENTI DELLE PROSTITUTE

Desiderio, libertà, anonimato, sesso, prostituzione. Sono le parole che definiscono il mondo degli uomini che cercano il sesso a pagamento, non solo in strada, ma anche negli appartamenti e in molti locali notturni, i nuovi luoghi nei quali si sviluppa, con discrezione e riservatezza, questo mercato, rendendo spesso invisibile la sofferenza delle  donne costrette a prostituirsi. Sono le nuove nicchie, di fatto con omologazione di Stato, dove la costrizione di mercenarie del sesso sta ingrossando le fila delle nuove schiave: sempre di più, sempre più giovani, sempre più precarie anche nella loro condizione di permanenza in Italia. E se prima si potevano avvicinare in strada, magari per dare loro un numero di telefono a cui chiamare per avere una mano, ora sono inavvicinabili. Murate dentro quelli che già sono ormai conosciuti come gli “eros center”. Ma l’importante è che non siano in strada, che non si vedano, che non “sporchino” i nostri marciapiedi e che non impressionino i nostri bambini.
E se queste sono le donne oggetto, i clienti chi sono e quanti sono? Sono tanti. Ma ignorati, sia come fenomeno sociale, che come forma di disagio.  Giovani e meno giovani, spesso sposati con  figli, che ricorrono al sesso a pagamento, diventando spesso vittime di comportamenti compulsivi e che a volte, rendendosi conto di ciò, in modo discreto si rivolgono alle strutture della Caritas, magari con l’accasione di voler aiutare una delle ragazze incontrate (sono stati una ventina, questi contatti, solo nel 2002). Dal disagio di alcuni di questi “clienti” nasce ora a Vicenza un gruppo di auto mutuo aiuto. Un paio di anni fa, infatti, alcuni di essi avevano avanzato alla Caritas vicentina la specifica richiesta di avviare una qualche forma di sostegno. Una domanda che ha trovato una sponda nella filosofia che da sempre guida l’agire della Caritas, ossia la prossimità alle varie forme di povertà, una vicinanza intesa come intercettazione di un  bisogno e ascolto delle invocazioni di vita che esso contiene. E’ iniziato così un percorso di discernimento, che alla fine, anche grazie al confronto con specialisti come quelli dell’Istituto Veneto di Terapia Familiare e grazie anche al confronto con altre esperienze similari, ha individuato nel gruppo di auto mutuo aiuto lo strumento più adatto, nel quale ogni persona è una risorsa per sé e per gli altri, in un reciproco scambio di sostegno ed esperienze. Il gruppo sarà supportato solo esternamente da alcuni specialisti, che non saranno quindi chiamati a condurlo. L’andamento e la valenza dell’esperienza saranno via via poi verificati assieme ai volontari della Caritas, chiamati ad accompagnare lo svilupparsi di questo tentativo di risposta ad un disagio.
Per mettersi in contatto con il gruppo basterà inviare un SMS al numero di cellulare 348.88.60.498, o una e-mail a [email protected]. “Siamo un gruppo di persone che non intendono trattarti da malato o da diverso…. Siamo tutti volontari, fra di noi c’è anche chi ha vissuto la tua esperienza, facciamo riferimento alla Caritas vicentina… parliamone assieme” sta scritto nel volantino che la Caritas ha iniziato a diffondere in questi giorni. “Ormai non è più possibile affrontare il problema della prostituzione coatta – commenta il direttore della Caritas diocesana vicentina don Giovanni Sandonà – senza mettere mano all’altra faccia della medaglia, quella dei fruitori del sesso a pagamento. Se è per noi netto lo schierarci dalla parte del più povero e del più debole, in questo caso dalla parte delle donne più o meno spudoratamente costrette al meretricio, e’ altrettanto chiaro che non intendiamo criminalizzare quelle persone che paradossalmente, e magari senza esserne consapevoli, nel sesso a pagamento esprimono altra povertà e altre invocazioni di vita, scansare le quali ci parrebbe più comodo che tentare, fra tanti ma, tanti forse e tanti se, un percorso di condivisione attraverso lo strumento del gruppo di auto mutuo aiuto, dove insieme si impara ad ascoltare la vita e magari a viverla in modo un poco più autentico, liberato e liberante”. La Caritas vicentina si occupa infatti dall’inizio del ’99 del problema della prostituzione, con il “Progetto di accoglienza per la tutela della donna in situazione di prostituzione coatta e di grave emarginazione” gestito dalla Onlus Diakonia – braccio operativo della Caritas diocesana –, del quale è titolare l’Amministrazione Provinciale di Vicenza e che è stato finanziato nel 2003 dalla Regione Veneto, dalla Caritas e dalla Provincia (rispettivamente con 86.600, 78.900 e 10.300 euro). Dal punto di vista operativo il progetto è gestito in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII. Nel 1999 i contatti sono stati 135, 143 nel 2000, 200 nel 2001 e 228 nel 2002.
La rete di azioni messe in campo dalla Caritas propone, una volta abbandona la strada, un percorso di riabilitazione e di inserimento socio-lavorativo con il supporto di due strutture residenziali e con consulenze psicologiche, legali e amministrative. Nel 2002 le donne motivate ad uscire dalla prostituzione coatta che hanno contattato il punto di ascolto sono state 228,  67 di queste hanno accettato un percorso di reinserimento e 34 delle stesse hanno ottenuto il permesso di soggiorno potendosi inserire nel mondo del lavoro. Il loro inserimento sociale e lavorativo è spesso problematico sia per difficoltà di tipo linguistico che relativi alla formazione, ciò nonostante si è riusciti a trovare sistemazioni lavorative presso aziende, famiglie e associazioni. (Mariagrazia Bonollo)