[Ettore Masina • 04.05.04] Orribili immagini di sevizie inflitte da soldati (e soldatesse) americani ai prigionieri iracheni detenuti nel carcere di Abu Ghraib che fu la "Casa delle torture" durante il regime di Saddam: corpi violati, psiche spezzate, persone che non potranno più dimenticare che anche le democrazie hanno i loro carnefici...

CIVILTÁ INCIVILI

Orribili immagini di sevizie inflitte da soldati (e soldatesse) americani ai prigionieri iracheni detenuti nel carcere di Abu Ghraib che fu la “Casa delle torture” durante il regime di Saddam: corpi violati, psiche spezzate, persone che non potranno più dimenticare che anche le democrazie hanno i loro carnefici. Su “La Repubblica” Alberto Flores d’Arcais commenta: “Sono le foto della parte oscura di questa guerra (…), foto che mostrano gli eccessi di pochi e che fanno male a molti”. Che vergogna per il giornale considerato  organo della sinistra moderata e intellettuale del nostro Paese!. Ogni parola di quella frase è il goffo tentativo di ridurre la gravità dei fatti ma è  anche una più o meno deliberata menzogna. “Questa” guerra, infatti,  come tutte le guerre, ha soltanto parti “oscure”.

Un esercito d’occupazione,  tanto più se convinto di appartenere a una razza superiore e di essere protagonista di uno “scontro di civiltà”, usa, sempre e dovunque, la tortura come arma contro i ribelli. Le “Ville Tristi” dei nazisti e dei fascisti, gli elettrodi adoprati dai paràs francesi in Algeria e da nostri soldati nella Somalia del 1984, le “gabbie di tigre” allestite da sudvietnamiti e da americani, le violenze compiute dagli uomini del Mossad israeliano sui prigionieri palestinesi, le sevizie attuate dall’esercito britannico nell’Ulster sono documenti del legame inscindibile  fra guerra e tortura.

In chi viene mandato a uccidere rischiando di essere ucciso si opera inevitabilmente un mutamento culturale, antropologico,. un decadimento etico che nessuna retorica patriottica può nascondere. E’ anche per questo che la Costituzione italiana ripudia la guerra, è anche per questo che si riduce a povera cosa, a illusione o ipocrisia, ogni tentativo di parlare di missione “di pace” in una zona in cui è in corso una vero e proprio conflitto armato.

E si tratta davvero di “eccessi di pochi”? Posto davanti alle prove delle torture, Bush ha detto: “Non è il modo in cui l’America si comporta, non è il modo di servire la nostra patria nella causa della libertà”. Peccato che egli sia il Comandante in Capo di un esercito che, in nome della “civiltà cristiana” e della “sicurezza della democrazia” tiene aperte basi in cui la tortura non solo è prevista come arma di dominio ma anche insegnata “scientificamente” agli alleati. A Fort Benning, in Georgia, l'”Istituto dell’emisfero occidentale per la cooperazione  alla sicurezza”, WHISC, è accusato da molte Chiese di essere una “scuola di assassini”. Difeso strenuamente da Pentagono e Casa Bianca., è l’erede della ignobile Escuela de las Americas nella quale furono addestrati dittatori militari come gli argentini Leopoldo Galtierii e Roberto Viola, il boliviano Banzer, il panamense Noriega, l’haitiano Cedras, il paraguayano Stroessner, il guatemalteco Rios Montt, il salvadoregno D’Aubuisson e centinaia di ufficiali poi coinvolti, nei loro paesi, nelle peggiori violazioni dei diritti umani: l’assassinio dei 6 gesuiti dell’UCA, tanto per dire.

E Guantanamo? Sotto la bandiera stelle-e-strisce da due anni si fanno a pezzi tutte le convezioni internazionali – e 600 persone senza difesa. Private degli stimoli sensoriali, rinserrate in gabbie concepite da veri e propri genî del sadismo, costrette a raccomandarsi per essere portate in catene alle latrine, prive di ogni difesa legale, queste persone vengono disgregate psichicamente dal silenzio assoluto sul tempo della loro detenzione; e in molte hanno già tentato il suicidio: una pagina orribile nella storia della democrazia americana. Un tocco di humour noir nella vicenda di Abu Ghraib? A mostrare l’ottusità e il sadismo fondamentalista del clan di Dobliù Bush, l’ultima notizia è che a riportare legge, ordine e “correttezza” nella prigione irachena sarà, per l’appunto, un ex comandante del lager di Guantanamo!
 
Avendo bene in vista le immagini giunte da Abu Ghraib, mi piacerebbe sentirle commentare dai deputati leghisti e da quelli di Forza Italia che pochi giorni fa, discutendosi alla Camera l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale, hanno votato un emendamento secondo il quale si può parlare di tortura soltanto quando le sevizie sono “reiterate”. Uno dei benemeriti parlamentari padani (e mica uno degli ultimi: un vice presidente del Senato!) ha detto l’altra sera a un Battista un po’ meno prono del solito che quando c’è da scegliere fra un poliziotto e un delinquente, lui, anche per “volere del popolo”, sceglierà sempre il  poliziotto.

Sfugge, a quel molto disonorevole, una elementare verità: fintanto che l’imputato non è stato condannato non lo si può dichiarare delinquente mentre è certissimamente delinquente un poliziotto-torturatore. Riscalda il cuore che un sindacato di polizia (il Silp-Cgil) dichiari che l’emendamento approvato dalla Camera non è  a favore ma contro gli agenti della polizia perché con esso “si evoca la falsa immagine di forze dell’ordine pronte a rinunziare a quel principio di legalità che è la prima ragione della loro esistenza”.

Una riflessione angosciosa è invece imposta dal fatto che a votare l’emendamento non è stata soltanto la Lega e da Alleanza Nazionale ma anche da Forza Italia. La Lega rappresenta purtroppo – ormai lo sappiamo – l’ignoranza e la grettezza di una larga parte di opinione pubblica che ritiene superfluo qualunque principio di legalità che non sia quello di difesa  della propria “roba”. Per questa gente, come ha dimostrato un’altra sciagurata vicenda parlamentare, sarebbe legittima difesa l’uso delle armi contro chi minaccia non già un individuo ma le sue cose.

Tutta la storia della Lega, dimostra come essa sia di fatto una realtà “regressiva” della nazione. Il suo inno non è “Va pensiero…”, ma una versione bellicista de “La me bela Madunina”, in cui “il napoli”, “el terùn” e tanto più “el negher” sono i nuovi barbarossa demolitori della civiltà; e la scissione da Roma ladrona e dal Sud infingardo è il vero ideale sotterraneo, da perseguire prima o poi Quanto ad Alleanza Nazionale non basta certo l’acqua di Fiuggi né quella del Giordano (sponda israeliana) per avare la sua discendenza da un regime poliziesco nel senso peggiore de termine; e difatti l’onorevole Fini era a Genova al momento della durissima repressione antigiovanile.

Ma Forza Italia pretende di presentarsi diversamente: è il partito del presidente del Consiglio, pietra d’angolo portante di una formazione politica che si vanta di chiamarsi “Casa della libertà”; ha portato in parlamento tutti gli avvocati del Cavalier Berlusconi, ed uno di essi, Pecorella, è addirittura il presidente della Commissione Giustizia della Camera. Eppure quell’emendamento è stato compattamente votato dai forzisti. Ha detto Pecorella “Non è facile a tutti i deputati comprendere il significato di un emendamento”. Ha ragione: non a tutti i deputati. Ha detto anche, Pecorella: “Non potevamo ferire la compattezza della maggioranza”; e dunque, ancora una volta, la compattezza della maggioranza risulta più importate della civiltà giuridica, dei fondamenti stessi della libertà.

Ettore Masina


Testo tratto dalla “Lettera n.97” di Ettore Masina. Il titolo è della Redazione di GRILLOnews