06-07.03.08 – Verona – L’8 marzo dell’Associazione culturale «Esposta»

L’Associazione culturale «ESPOSTA» di Via Interrato dell’Acqua Morta 13b, Verona, in occasione della settimana dell’8 marzo, sente l’esigenza di tornare a riflettere e di aprire spazi di confronto sulla antica ma sempre attuale questione dell’aborto.
Per questo siete invitati giovedì 6 marzo alle ore 18 alla proiezione del film «Tre vite allo specchio» (If these walls could talk) di Nancy Savoca, Cher. con Demi Moore, Cher, Sissy Spacek, Anne Heche (USA 1996). Il film è diviso in tre episodi ambientati nella stessa casa, e ripercorre le storie di tre donne che affrontano l’aborto ognuna a modo suo, all’interno di contesti sociali e politici e durante epoche diverse.

Venerdì 7 marzo, alle ore 18, ci sarà la presentazione dell’ultimo libro di Diotima «L’ombra della madre». Partecipano due delle autrici: Diana Sartori e Wanda Tommasi. Questo libro ha ispirato la mostra MATRILINEARE tuttora in corso presso la sede dell’Associazione Culturale ESPOSTA.

Riconosciamo il lavoro che tante donne prima di noi hanno fatto, lavoro che ci ha stimolate e continua a guidarci:

«Noi di Rivolta Femminile sosteniamo che da uno a tre milioni di aborti clandestini calcolati in Italia ogni anno costituiscono un numero sufficiente per considerare decaduta di fatto la legge antiabortiva. La comunità femminile ha rischiato la vita, l’ostracismo civile e religioso di uno stato patriarcale affrontando clandestinamente le pratiche abortive alle quali tuttora è affidata l’ultima parola per sottrarsi ad un processo di gestazione non voluto. Ci rifiutiamo oggi di subire l’affronto che poche migliaia di firme, maschili e femminili, servano da pretesto per richiedere dagli uomini al potere, ai legislatori, quello che in realtà è stato il contenuto espresso da migliaia di vite di donne andate al macello dell’aborto clandestino. Noi accederemo alla libertà di aborto, e non a una nuova legislazione su di esso, a fianco di quei miliardi di donne che costituiscono la storia della rivolta femminile perchè solo così faremo di questo capitolo fondamentale della nostra oppressione il primo capitolo di presa di coscienza da cui minarte la struttura del dominio maschile.[…] Libera sessualità e libera maternità, cioè le premesse della donna come persona, a distanza di millenni passano ancora attraverso l’affermazione del libero aborto? Libera maternità e libera sessualità devono trovare i loro significati all’interno della nostra presa di coscienza: solo così saremo sicure che la libertà di cui si parla è la nostra […] L’uomo ha lasciato la donna sola di fronte ad una legge che le impedisce di abortire: sola, denigrata, indegna della collettività. Domani finirà per lasciarla sola di fronte a una legge che non le impedirà di abortire: sola, gratificata, degna della collettività». (Rivolta Femminile, 1971)

«L’aborto non è mai stato un problema (notare l’astrazione del termine), ma una realtà vissuta, cioè qualcosa vissuto da sempre in prima persona, non solo sulla propria pelle, ma dentro al proprio utero. Solo alle donne deve essere riconosciuto titolo per parlarne: nessun uomo ha il diritto in questo momento di ricordare astrattamente che si ‘deve rispettare la vita’, non perchè la vita non deve essere rispettata, ma perchè unica garanzia morale della protezione, del rispetto e della cura della vita e del suo amore per essa sono state storicamente le donne, nonostante e a dispetto delle violenze delle guerre.
Non si può più accettare la ‘vita’ come destino, come casualità, come sottomissione a forze naturali o sociali al di fuori e al di sopra di lei, incontrollate e incontrollabili». (Nucleo romano di collegamento tra le donne, Noi e l’aborto)

Non si può costringere una donna ad avere un figlio.
Una vita comincia solo quando entra in relazione con la propria madre che dice sì.
Senza quel sì non si stabilisce nessuna relazione, quindi non c’è una madre, nè tantomeno un padre.

Per tutta la settimana proietteremo continuativamente nella salà da tè interna alla galleria il documentario ‘The abortion diaries’ di Penny Lane. Nel video dodici donne parlano apertamente della loro esperienza di aborto. Le loro storie si intrecciano con il diario della regista nello spazio di una cena dove lo spettatore è chiamato ad ascoltare ciò che le donne dicono nelle conversazioni private, sulla maternità, le tecnologie mediche, la sessualità, la spiritualità, l’amore, il lavoro e soprattutto il loro stesso corpo.

ESPOSTA apre il mercoledì dalle 9 alle 15 e dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 23.