23.02.08 – Bolzano – «LE STRADE DELL’ACQUA»

Siete invitati il 23 febbraio alla prima dello spettacolo «LE STRADE DELL’ACQUA», storie di predatori, migranti amanti e sognatori. Produzione: Centro per la Pace del Comune di Bolzano. Drammaturgia: Francesco Comina. Attrice: Flora Sarrubbo. Musicisti: Claudia Zadra, Francesco Brazzo, Cristiano Giongo, Daniele Ravagnani. Luci: William Trentini. Sabato 23 febbraio, ore 21 presso l’Auditorium Battisti – Via Santa Geltrude 3 – BOLZANO.

Sono le storie dell’acqua. Quelle che bagnano il mondo e che incrociano le strade dei popoli. Nel grande Sud i dannati della terra affondano nella miseria. Nel Nord dominante i tecnocrati delle privatizzazioni hanno già deciso che le guerre di domani saranno combattute per il dominio dei beni essenziali.

Ma se nell’Occidente dominatore predomina il tempo delle “passioni tristi”, la fine delle utopie che hanno determinato il rinnovamento del Novecento, nel grande Sud c’è ancora voglia di sognare e di resistere. E proprio intorno alla guerra dell’acqua i sognatori di un nuovo mondo possibile hanno deciso di organizzare la resistenza di uomini e donne decisi a tutto pur di salvare il diritto alla vita e alla salvaguardia delle risorse naturali.

Le storie che raccontiamo vibrano di amore e di passione.

A vent’anni dall’assassinio di Chico Mendes, il Gandhi dell’Amazzonia (22 dicembre 1988) la vedova ripensa all’uomo che ha attraversato il grande fiume per difendere la vita dei seringueiros, mentre le parole di David Maria Turoldo ricordano l sacrificio: «Ucciso anche tu, Chico Mendes / perché la terra non muoia di sete, / ucciso perché la foresta non sia uccisa / e tutti gli alberi stiano in piedi, verdi, / alti, imponenti e verdi, / e tutti i figli dell’uomo possano / respirare ancora / l’ultima aria pura».

Teresita ha 29 anni e vive nell’inferno degli allagados di Bahia, la favela fatta di palafitte sul mare. È carnevale e per una volta la miseria si trasforma in canto, ballo, gioia, speranza. Jorge Amado canta l’amore appassionato di Vadinho, l’eroe del carro più bello, l’incantatore folle delle notti brasiliane mentre Caetano Veloso canta.

In India il Gange muore ogni giorno. L’anno scorso i brahmini hanno boicottato perfino la festa tradizionale della Ard Kunbh Mela. «Troppo inquinata – dicono – si rischiano malattie». La sacerdotessa ricorda che Mamma Ganga è sacra, ma noi la stiamo uccidendo.

Se nei fiumi e nei mari del sud si muore di acqua, nelle montagne del nord dove i fiumi e i laghi sono cristallini l’accesso alle fonti deve fare i conti con il mercato. E così nei rifugi dolomiti l’acqua si paga.

Nel Mare Nostrum i dannati della Terra salpano sulle carrette dei mari e attraverso le strade dell’acqua raggiungono una speranza che non c’è. Molti muoiono. I padri depositano i piccoli che non ce la fanno nei fondali del mare perché almeno loro, vulnerabili stranieri, possano venir cullati dalle onde del mare piuttosto che bastonati dalle leggi repulsive degli stati occidentali.

Ma i due mondi sono divisi dal muro dell’indifferenza. Le strade dell’acqua terminano col sogno infranto di Christoph, manager di una multinazionale dell’acqua che in un locale periferico di Cochabamba in Bolivia incontra Esperanza, la donna che ha affollato le sue notti insonni. Ma Esperanza è una attivista di una organizzazione ecologica che lotta contro le politiche di privatizzazione dell’acqua che Christoph impone al suo governo. E l’amore sognato si spegne nelle logiche selettive della globalizzazione.