27.04.07 – Verona – «Dall’ONU all’Europa, verso i Corpi civili di Pace»

Comune di Verona e Verona Municipio dei Popoli – Tavolo Pace vi invitano all’incontro-assemblea «DALL’ONU ALL’EUROPA, VERSO I CORPI CIVILI DI PACE». Le ultime guerre hanno confermato che la logica dello strumento militare come unica risorsa non risolve ma anzi complica i conflitti. Il dibattito sull’intervento in Afghanistan e l’incremento delle spese militari, anche nel nostro Paese, confermano questa visione. Noi riteniamo invece che una politica strategica di «prevenzione dei conflitti» e di «gestione non armata» sia la chiave per facilitare la convivenza pacifica nei rapporti internazionali. L’Unione europea ha intrapreso dal 2000, anche grazie al lavoro di Alexander Langer, un percorso di potenziamento delle capacità civili di intervento nelle crisi, che prevede la creazione di Corpi civili europei di pace. In molti paesi ed anche in sede Onu si svolgono ricerche analoghe. Queste esperienze devono trovare un riconoscimento ed uno sviluppo anche a livello istituzionale. Incontro con: Antonio Papisca (Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli – Università degli Studi di Padova), Paolo Bergamaschi (Commissione esteri Parlamento Europeo). Introduce: M. Rita Serantoni (coordinatrice Tavolo Pace Municipio dei Popoli). Modera: Enrico Santi, giornalista de «L’Arena». Appuntamento Venerdì 27 aprile 2007 alle ore 20.45 presso la Sala Convegni dell’Università della Terza Età, in piazzetta S. Eufemia 1 a Verona. Nel dibattito italiano recente sull’intervento nei conflitti internazionali c’è un grande assente: la gestione nonviolenta.
Non una trovata utopica, ma di una serie di misure che l’Unione Europea ha intrapreso dal 2000 portando il Consiglio Europeo a darsi un percorso per il potenziamento delle capacità civili di intervento nelle crisi entro il 2008, con Corpi Civili di Risposta Rapida (Civilian Response Teams). Anche a livello nazionale altri paesi europei stanno decisamente ed il Parlamento Europeo a creare entro breve tempo i Corpi Civili di Pace Europei. A livello nazionale altri paesi europei stanno imboccando questa strada, come la Germania con un Piano per la Prevenzione dei conflitti armati. L’intervento di teams civili nei conflitti è al momento attuato da OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione Europea), e in progetti di peacebuilding finanziati dalla Commissione Europea. Si aggiunge la peculiarità dell’esperienza italiana: le organizzazioni della società civile già a partire dai primi anni ’90, con pochi termini di paragone in Europa e probabilmente nel mondo, hanno reso operativo il ruolo di un corpo civile di pace attraverso interventi di interposizione, diplomazia popolare, ricostruzione del tessuto civile, riattivazione di processi democratici, ecc., nell’ottica di una riconciliazione tra le parti. Nonostante ciò gli interlocutori istituzionali sono stati in Italia quasi unicamente Enti Locali (comuni, province, regioni); alcune esperienze sono state riconosciute e sostenute dalle istituzioni europee. Il dialogo con il governo nazionale, invece, si è spesso arenato poichè questi interventi non erano riconducibili ad azioni classiche di cooperazione. Parallelamente però si è sviluppata in Italia una legislazione avanzata in materia di obiezione di coscienza: la possibilità per gli obiettori di un intervento civile all’estero (primo caso al mondo) e la recente nascita di un comitato consultivo sulla Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta (DCNANV) presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. (ministero della Solidarietà Sociale).