[Nicola Furini • 22.02.05] Il nostro Paese, culla del cattolicesimo, è anche il Paese europeo che più penalizza le esigenze della famiglia. Assegni familiari irrisori, detrazioni fiscali ridicole, mancanza di una seria politica per la casa, intere riforme sociali in cui la famiglia non è neppure nominata. Eppure, in Italia sono oltre 300.000 le famiglie numerose - con almeno sei componenti-. Ma chi sono queste famiglie, cosa fanno e soprattutto come (soprav)vivono? La testata giornalistica on line “Criticamente” ha intervistato Mario Sberna, presidente dell'associazione nazionale famiglie numerose...

FAMIGLIA NUMEROSA È BELLO. ANCHE SE CON QUALCHE DIFFICOLTÀ

Le famiglie numerose sono quelle che – per necessità e non per moda – si specializzano nel riciclaggio dei vestiti e delle scarpe, moltiplicano seggiolini per auto, letti a castello, tricicli e biciclette, tasse scolastiche, libri, quaderni, matite e biro a tonnellate, regali di Natale e compleanni; sono quelli che non vengono invitati spesso a cena dagli amici, perché in casa tutti non ci starebbero; quelli che la congiuntivite e l’influenza  se la passano l’un l’altro e dura due mesi e sono i migliori clienti delle farmacie e dei pediatri ma anche della Tassa sui rifiuti urbani e dell’ICI; quelli che arrivano a sera troppo distrutti per stare dietro ai compiti di scuola di tutti i bimbi. Ma sono anche quelli degli impagabili momenti che quotidianamente colorano la loro famiglia.

Criticamente: perché un’associazione di famiglie numerose?

Mario Sberna: L’art. 31 della Costituzione recita testualmente: “la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la  formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la  maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Sentiamo, sulla nostra pelle, che  davvero è così? Certamente no; chi allora deve muoversi affinché il dettato costituzionale si tramuti in leggi concrete?  Crediamo che oggi spetti a noi, alle famiglie. Per questo è nata l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, perché  l’enunciato costituzionale diventi realtà. Siamo consci di avere problemi, anche economici ma non solo, a gestire il  quotidiano di una famiglia che ha desiderato aprirsi alla vita: abbiamo figli naturali, adottivi e affidati, con quel che  comporta una scelta di questo tipo. Ci affidiamo ad amici, familiari, colleghi, per consigli e aiuti ma spesso notiamo che lo  sguardo attraverso il quale gli altri colgono i nostri problemi, non è illuminato dalla consapevolezza tipica di chi questi  problemi li vive in prima persona, ogni santo giorno. Abbiamo quindi sentito forte l’esigenza di far nascere una famiglia di  famiglie, nella quale, come in ogni famiglia, ognuno ha un ruolo e lo svolge con amore, pazienza, disponibilità, solidarietà  a favore degli altri.

Criticamente: come funziona il collegamento con le famiglie associate?

Mario Sberna: tra queste nostre famiglie, così variegate eppure così simili, è emersa forte l’esigenza di conoscersi, raccontarsi,  scambiarsi idee, riflessioni; la disponibilità a mettere la propria professionalità a disposizione delle altre famiglie,  l’esigenza di creare Gruppi di acquisto solidali, Banche del tempo, Mercatino dell’usato; la necessità dello scambio di informazioni su quanto fanno le Amministrazioni pubbliche a favore delle famiglie numerose, in altre regioni, in altre provincie, in altri comuni, affinché il maggior numero di famiglie possibile possa accedere al più presto a condizioni di vita più dignitose; la volontà di avanzare proposte per rivedere alcune tariffe come quelle delle utenze domestiche (luce/acqua/gas/tassa sporco) o di alcuni servizi (abbonamenti autobus/mense scolastiche/gite e viaggi di istruzione/libri e iscrizioni scolastiche) che sembrano fatte apposta per punirci di aver donato all’Italia splendidi bambini, i nostri.

Criticamente: che senso ha per voi una famiglia numerosa?

Mario Sberna: la famiglia è il luogo primo di accoglienza della vita, di educazione, di solidarietà e di ospitalità; è quindi la cellula fondante della società. Per questo, una nazione che vuole favorire la libertà, la maturità e la qualità di vita dei suoi cittadini deve aiutare e promuovere la formazione e la vita delle famiglie. Il nucleo familiare possiede vincoli vitali e organici con la società, perché ne costituisce il fondamento e l’alimento continuo mediante il suo compito di servizio alla vita. Dalla famiglia nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l’anima della vita e dello sviluppo della società stessa. Così, in forza della sua natura e vocazione, lungi dal rinchiudersi in se stessa, la famiglia si apre alle altre famiglie e alla società, assumendo il suo compito sociale.

Criticamente: ovvero?

Mario Sberna: Per sommi capi, il compito sociale della famiglia può essere così riassunto:

• rigenera la società. La decisione di mettere al mondo figli è si un fatto privato, ma che, tuttavia, produce conseguenze positive sull’intera collettività. Eppure la mentalità ancora dominante è tale che mentre i costi della procreazione vengono addossati alla famiglia, i benefici di quella decisione vanno a vantaggio di tutta la società.

• Integra e ridistribuisce i redditi da lavoro. E’ a tutti nota la capacità della famiglia di riequilibrare la distribuzione personale del reddito, la quale diventa più egualitaria quando si passa dalla distribuzione personale a familiare. In questo senso la famiglia si configura come un potente ammortizzatore sociale.

• Sostiene e tutela i soggetti più deboli, dai bambini in età prescolare agli anziani non autosufficienti, dalla cura dei disabili all’assistenza dei malati.

Criticamente: e la vostra associazione, per cosa si caratterizza?

Mario Sberna: la nostra presenza di famiglia numerosa nel mondo attuale è una testimonianza di fede, di coraggio, di ottimismo; per chi crede, è un atto di fiducia vissuta e totale nella Provvidenza Divina, e una celebrazione eloquente dei valori più alti e santi della famiglia; è una attestazione di retta coscienza morale, in una società e in un particolare momento che presentano talora sintomi preoccupanti di egoismo, di indifferenza, di edonismo gretto e spesso conformista a decadente costume.

Criticamente: quali sono i vostri impegni concreti?

Mario Sberna: l’Associazione nasce per restituire alla famiglia la consapevolezza dei propri diritti, per aiutarla a difenderli ed a riappropriarsi delle proprie funzioni, per rivendicare il pieno riconoscimento della sua soggettività sociale. Per questo si pone accanto ai genitori nella loro opera quotidiana come aiuto nell’affrontare piccoli e grandi problemi di ogni giorno. Cercheremo di essere particolarmente attivi sul piano legislativo, promuovendo una legislazione locale per la famiglia ed intervenendo per sostenere le esigenze della famiglia nel corso della formazione delle leggi nazionali, regionali e provinciali che in qualsiasi modo interessino la famiglia. Come associazione vogliamo dunque offrire la disponibilità per uno sportello informativo sulle leggi per la famiglia, operanti a livello nazionale, regionale e provinciale.

A questo scopo, stiamo preparando il materiale occorrente:

• Una carta dei servizi alla famiglia, che raccolga in modo sintetico tutte le misure attualmente in essere dal livello nazionale a quello comunale;
• Una raccolta delle leggi, delibere e regolamenti sugli interventi in argomento;
• Una raccolta della modulistica necessaria per l’espletamento delle varie pratiche.

Criticamente: dunque, che proposte vorreste fare ai nostri politici?

Mario Sberna: le proposte sono tante, ma tutte sensate e importanti. Eccole:
A) Promozione attiva della natalità e tutela della maternità: poiché mettere al mondo un figlio comporta notevoli conseguenze  anche sotto il profilo economico, è prioritario ed irrinunciabile attuare interventi integrativi di promozione e sostegno alla maternità, sia prima che dopo la nascita, con particolare riguardo alle situazioni di disagio.
B) Case per le famiglie: poiché occorre salvaguardare il diritto alla casa di ogni famiglia, con particolare attenzione alle famiglie numerose, è prioritario ed irrinunciabile destinare fondi a tasso agevolato per le famiglie numerose che intendano acquistare la prima casa, proporzionalmente al reddito percepito e ai carichi familiari; rendere disponibili le abitazioni sfitte e predisporre interventi che, pur nel legittimo interesse dei proprietari, consentano di sfruttare al meglio il patrimonio immobiliare del Comune, degli enti pubblici e dei privati; prevedere agevolazioni in materia di oneri di urbanizzazione e di costo delle aree per chi costruisce, riservando una quota di alloggi da destinare alla locazione o alla futura vendita a favore delle famiglie numerose; rivedere completamente l’ICI, tenendo conto degli spazi necessari ad una famiglia numerosa e riducendo la percentuale in funzione del numero dei componenti.
C) Sistema tariffario che tenga conto della composizione del nucleo familiare: poiché sono numerosi i servizi locali per i quali  i cittadini sono chiamati a corrispondere una tassa o un canone, è prioritario ed irrinunciabile far sì che in tutti i casi di contribuzione ai servizi locali – per i quali i cittadini sono chiamati a corrispondere una tassa o una tariffa – si consideri l’utente non come singolo, ma come appartenente ad un nucleo familiare, predisponendo un sistema di tariffe (acqua, gas-metano, rifiuti solidi, servizi e trasporti scolastici…) che tenga sempre conto della composizione familiare (quoziente familiare); riconsiderare i criteri di incremento progressivo dei costi dei servizi pubblici (acqua, luce, gas, rifiuti ecc.) legati ai maggiori consumi delle famiglie numerose. Infatti attualmente le famiglie con figli, consumando necessariamente di più, sono ingiustamente penalizzate dall’aumento più che proporzionale del costo procapite.
D) Permanenza dei soggetti deboli nella realtà familiare: poiché è indispensabile prevedere una serie di aiuti socio-economici a favore delle famiglie numerose che si prendono cura dei membri socialmente più deboli, è prioritario ed irrinunciabile predisporre ed attuare forme di sostegno economico a favore di chi volontariamente rinuncia ad intraprendere un’attività retribuita autonoma o subordinata per provvedere all’assistenza di familiari la cui situazione richiederebbe il ricovero; promuovere forme temporanee di assistenza che sostengono il lavoro di cura della famiglia, in situazioni di particolare disagio; provvedere affinché le scelte per il miglioramento delle strutture e della organizzazione dei servizi (protocolli di intesa e accordi di programma) siano improntate non solo a criteri di efficienza, ma sempre di più ad una maggiore umanizzazione dell’assistenza.
E) Infanzia, educazione, istruzione: poiché occorre innanzitutto rispettare le scelte educative della famiglia, è prioritario ed irrinunciabile incoraggiare la permanenza in casa dei bambini nei primi anni di età, in alternativa all’inserimento nell’asilo nido, prevedendo un sostegno economico mensile alle madri disposte a ritardare il rientro al lavoro extradomestico; prevedere orari di lavoro e tempi della città a misura delle famiglie; avviare nuove forme di autoaiuto tra famiglie e il sostegno a esperienze di reciproca collaborazione tra famiglie; ridurre considerevolmente i costi per iscrizioni scolastiche, materiale didattico, libri, mense, trasporti per le famiglie che hanno più figli in età scolare.
F) Revisione dell’ISEE, degli assegni familiari, delle detrazioni fiscali: occorre aumentare l’importo mensile degli assegni familiari rimodulando soprattutto l’importo relativo al numero dei figli; mantenere gli assegni familiari per i figli maggiorenni all’interno del nucleo che ancora studiano; considerare nel calcolo ISEE che l’abitazione di una famiglia numerosa è necessariamente grande (pertanto inserire un quoziente di abbattimento del valore in funzione del numero dei componenti); considerare inoltre il costo per altri tipi di rate mensili, oltre al muto per la casa (per esempio le rate per acquisto di autovetture necessariamente spaziose o le rate per le spese universitarie); quadruplicare le detrazioni fiscali per i figli a carico;  considerare che uno stipendio lordo di 30.000 euro, che praticamente toglie ogni possibilità di accesso ad agevolazioni e contributi pubblici, è calibrato su una famiglia tipo in Italia (padre, madre e un figlio) ma completamente incoerente per una famiglia numerosa (30.000 euro in tre sono 10.000 euro a testa ma solo 5.000 in sei e meno di 4.000 in otto, cioè sotto la soglia di povertà Istat 2003, pari a 4.500 euro).

Criticamente: grazie Mario, per tutto quello che fate e rappresentate.
 
Nicola Furini


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