[GRILLOnews • 10.01.04] Sembra che l'aggettivo "etico" legato alla finanza e al risparmio inizi a far gola a chi (istituti bancari) con l'etica e la solidarietà ha ben poco da spartire. Vi proponiamo un piccolo esempio.

FINANZA ETICA. SORELLA NATURA, AHI AHI AHI…

PREMESSA
( dal sito http://www.sorellanatura.org/etiche.htm )

Nel 2001 nasce in Assisi, per operare in Italia e nel mondo, la Fondazione SORELLA NATURA, che raccoglie l’eredità dell’Associazione SORELLA NATURA, fondata nel 1991. La Fondazione, tesa a diffondere una corretta cultura ambientale ispirata all’insegnamento di S. Francesco d’Assisi, ha dedicato gran parte della sua attenzione e riflessione alla necessità di collegare l’economia solidale allo sviluppo sostenibile. Questo impegno ha dato luogo a concrete ipotesi di finanza etica, che, ricevendo l’incoraggiamento di S. Em.za Rev.ma il Cardinale Giovanni Battista Re e del Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, sono state sviluppate, in alcuni mesi di riflessioni, da un comitato tecnico che le pone ora a disposizione del mondo bancario italiano. L’auspicio è che la linea di prodotti di finanza etica qui presentati possa esser adottata, nella sua interezza od in parte, dal maggior numero possibili di Banche Italiane, che, trovando in SORELLA NATURA  (è questa la denominazione che si propone) un punto d’incontro, possano proporre ai risparmiatori ed agli investitori istituzionali la possibilità di una più consapevole e responsabile gestione del proprio denaro, risparmio, investimenti. Adottando SORELLA NATURA  gli Istituti di Credito potranno veicolare prodotti finanziari connotati da un profilo d’elevata responsabilità sociale e, quindi, dimostrare la sensibilità ai valori etici ed ambientali veicolati da SORELLA NATURA.

RISPOSTA DI BANCA POPOLARE ETICA
(dal sito http://www.oneworld.net/article/view/74612/1/ )

Fabio Salviato (Banca Etica): «Con Sorella Natura disorientano gli investitori»

Il 26 ottobre è stata ufficialmente presentata la Fondazione Sorella Natura che comprende i maggiori istituti bancari italiani e che ha lo scopo di creare un network di banche e altre società/enti aderenti finalizzato alla collocazione sul mercato di prodotti finanziari cosidetti «etici». A Fabio Salviato Presidente di SEFEA e di Banca Popolare Etica è stata fatta un’intervista sulla nuova Fondazione «Sorella Natura» presentata da numerose banche italiane tra cui la Banca d’Italia.

Salviato, il 26 ottobre è stata presentata ufficialmente la Fondazione «Sorella Natura». Che opinione vi siete fatti in Banca Etica rispetto a questa operazione? Francamente una cosa ci fa  particolarmente impressione: non più tardi del 23 ottobre la Commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità, cosa di questi tempi piuttosto significativa, la definizione dei parametri per i quali si può definire «etica» la finanza. Bene, se oggi Fondazione Sorella Natura dovesse sottoporre al vaglio di quei parametri il suo progetto «Eticamente», questo non passerebbe l’esame. Quindi questa è una operazione che si colloca decisamente al di fuori del quadro italiano ed europeo della vera finanza etica. Il fatto è che in questo modo si disorientano gli investitori che si trovano sul mercato prodotti tra loro fortemente diversi sotto lo stesso nome. Si tratta qui della semplice devoluzione di soldi a singoli progetti a solo onere del risparmiatore, senza che la banca sia investita da un reale trasparente percorso etico.
Come valutate il sostegno di Banca d’Italia (teorico arbitro del sistema bancario) a questa operazione che interessa solo alcuni istituti? Questo sostegno ci sorprende anche per un altro motivo: Banca d’Italia ha autorizzato un istituto, che si chiama Banca Etica, a lavorare in questo ambito e questa autorizzazione rappresentava anche un riconoscimento della definizione di alcune regole in questo mercato. Noi non siamo stati consultati e allora a questo punto mi chiedo con preoccupazione se questa nuova operazione sia spinta dal reale interesse per una economia socialmente responsabile oppure se non sia soltanto l’accreditamento di istituti con qualche problema di immagine. Agenzie europee di analisi indipendenti («Ethibel» e «Transparency International») hanno recentemente dato una pessima valutazione all’Italia per quanto riguarda il livello «etico» della nostra finanza, considerando vari parametri come la responsabilità politica, la libertà di stampa, la cooperazione internazionale, la corruzione et cetera. E’ un contesto non lusinghiero, che dire? C’è effettivamente un problema di regole in Italia e necessita che qualcuno le faccia rispettare. Come è doveroso confrontarsi sui bilanci e arrivare a tagliare le spese, bisonga ragionare anche sulle regole legate alle responsabilità sociali e ambientali, ad esempio la stessa Banca d’Italia ha indicato lo 0,7% del PIL come minimo di investimenti nello sviluppo internazionale, siamo allo 0,19%. e nessuno chiede che la regola sia rispettata. Penso che questa sia solo una operazione d’immagine, avviata in un momento in cui alcuni problemi forti come il collocamento Cirio e la crisi dei bond Argentina hanno messo in difficoltà gli Istituti coinvolti e la stessa Banca d’Italia. Solo un esempio: i fondi comuni proposti da Etica Sgr negli ultimi dieci mesi si collocano con una quota di mercato pari al 6,10% (al secondo posto dietro San Paolo IMI, prestazione di tutto rispetto al confronto con i «grandi» della finanza). Siamo premiati per la nostra trasparenza e coerenza.