[Greenpeace • 19.11.02] "Se tutto il carico fuoriuscisse, potrebbe rientrare tra le peggiori catastrofi petrolifere degli ultimi decenni - commenta Fabrizio Fabbri, direttore scientifico di Greenpeace Italia –finché non inizieranno a circolare in maniera consistente le navi col doppio scafo e questo non avverra' prima del 2015, e' facile che piccole falle portino poi a situazioni drammatiche". La petroliera "Prestige" si e' spaccata in due questa mattina in acque portoghesi, a 200 chilometri dalla costa spagnola della Galizia, mentre veniva trascinata da cinque rimorchiatori.

GREENPEACE: A RISCHIO ECOSISTEMA GALIZIA PER PETROLIERA SPACCATA IN DUE

“Se tutto il carico fuoriuscisse, potrebbe rientrare tra le peggiori catastrofi petrolifere degli ultimi decenni – commenta Fabrizio Fabbri, direttore scientifico di Greenpeace Italia –finché non inizieranno a circolare in maniera consistente le navi col doppio scafo e questo non avverra’ prima del 2015, e’ facile che piccole falle portino poi a situazioni drammatiche”. La petroliera “Prestige” si e’ spaccata in due questa mattina in acque portoghesi, a 200 chilometri dalla costa spagnola della Galizia, mentre veniva trascinata da cinque rimorchiatori. “Il doppio scafo consente, quando una nave riporta dei danni, di trascinarla in porto, evitando gravi fuoriuscite di petrolio, ma la lobby degli armatori ha avuto successo nel ritardare l’introduzione di questa misura, di cui si parla da almeno 15 anni, e  la storia ci insegna che quest’incidenti sono tutt’altro che rari, ogni anno si registra qualche caso” commenta Fabbri. Greenpeace teme per il delicato ecosistema delle zone umide di Corrubedo, in Galizia, tutelato dalla Convenzione di Ramsar, visto che una seconda marea nera sta raggiungendo la costa, interessando un’area piu’ a sud. La raccolta dei mitili e’ gia’ stata proibita nell’area colpita, mentre volontari spagnoli e tedeschi di Greenpeace sono gia’ impegnati in operazioni di ripulitura della costa. Le condizioni metereologiche stanno precipitando ed il vento da nordovest che soffia oggi non promette nulla di buono: l’area colpita e’ destinata ad ampliarsi. Greenpeace sottolinea che in questa catastrofe gli effetti a lungo termine sull’ecosistema potrebbero essere pesanti perché il gasolio trasportato contiene alte percentuali di idrocarburi policiclici aromatici che tendono ad accumularsi nei sedimenti e a degradarsi molto lentamente, entrando nella catena alimentare. “Se sviluppassimo le fonti rinnovabili, non solo ridurremmo l’emissione di gas serra, ma potremmo evitare simili tragedie” conclude Fabbri.


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