[Amedeo Tosi • 02.02.05] Si chiamano GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e si stanno radicando su tutto il territorio nazionale. In pratica si tratta di esperienze di acquisto collettivo da parte di gruppi di famiglie, orientate secondo criteri precisi di solidarietà...

GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE. L’UNIONE FA LA SPESA

Si chiamano GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e si stanno radicando su tutto il territorio nazionale. In pratica si tratta di esperienze di acquisto collettivo da parte di gruppi di famiglie, orientate secondo criteri precisi di solidarietà.

I GAS si propongono, quindi, l’acquisto di beni e servizi per la realizzazione di una concezione più umana dell’economia, più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando un’etica del consumare in modo critico che unisce le persone invece di dividerle.

I criteri su cui si basano i GAS nella scelta dei prodotti sono: l’attenzione nei confronti di prodotti locali a vantaggio di una maggiore freschezza e di un minore impatto ambientale; l’acquisto di prodotti biologici ed ecologici; la preferenza di “fare scorta” presso piccoli produttori, spesso esclusi dai canali della grande distribuzione: cooperative sociali o enti non profit. E l’attenzione alla dignità del lavoro.

L’acquisto in gruppo oltre a favorire il risparmio delle famiglie, data l’elevata quantità di prodotti “messi nel carrello”, favorisce lo scambio di idee, la circolazione delle informazioni sui prodotti e sui produttori, la definizione dei criteri volti a ridurre e riorientare i consumi. Rappresenta quindi un’alternativa economica praticabile.

A dieci anni dalla nascita del primo gruppo a Fidenza (Parma), i GAS si sono organizzati in una rete nazionale e nelle scorse settimane è stato inaugurato anche un sito internet, che si propone di diffondere l’iniziativa mettendo in rete le varie realtà esistenti nella penisola (attualmente sono oltre 160). Su www.retegas.org è possibile anche rintracciare i recapiti dei gruppi e tutto quello che serve per capire come si può fare la spesa direttamente dai produttori, scelti secondo criteri di sostenibilità ambientale e di rispetto della dignità del lavoro.

Le dimensioni dei gruppi variano molto: si va da realtà medio-piccole (dai 20 ai 50 partecipanti) a quelle di grandi dimensioni (dalle 100 alle 300 persone), che non di rado si costituiscono in associazione. Nelle aree geografiche con maggior densità di gruppi d’acquisto (come Milano, Torino e la Brianza) sono nate reti locali di coordinamento, che organizzano momenti di incontro, scambio di informazioni e appuntamenti culturali. Ma l’obiettivo più ambizioso è costruire i “distretti di economia solidale”, spazi di economia fondata sulla collaborazione tra diversi soggetti dell’economia solidale (GAS; botteghe del commercio equo; realtà di finanza etica e di turismo responsabile; cooperative sociali, di produzione e di servizi) per creare un circuito economico in grado di auto-sostenersi con la propria domanda interna. Alcune esperienze di questo tipo sono già in corso, a livello embrionale, a Milano, Roma, Torino, Como, Lucca, in Brianza e nelle Marche.

Anche a Vicenza sono presenti GAS. Ad esempio -per citarne uno- da tempo l’associazione di promozione sociale “EquiStiamo”, gruppo associato a Unicomondo (cooperativa di commercio equo della provincia di Vicenza) fa parte della rete provinciale dei GAS ed aderisce al nodo vicentino della rete Lilliput. «Il nostro GAS Unicomondo, ormai al quinto anno di attività, e alcuni gruppi locali di commercio equo, dopo un percorso di circa un anno e con l’appoggio e la “consulenza” di Unicomondo, hanno deciso di diventare “associazione di promozione sociale”» spiegano gli animatori dell’iniziativa.

«Facile intuire che molte persone fanno parte sia dell’una che dell’altra realtà. L’attività principale di EQuiStiamo è quella legata all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi legati agli effetti di “certa” globalizzazione, sulla necessità e opportunità di adottare nuovi stili di vita, sul consumo consapevole, il commercio equo, la finanza etica». Inoltre EquiStiamo sta cercando «di coinvolgere i nostri figli e, in generale, i volontari minorenni, non solo proponendo loro di diventare soci simpatizzanti (senza quota associativa) ma anche di organizzarsi per esprimere dei loro portavoce all’interno dell’associazione».

I GAS sono insomma una fucina di buone idee controcorrente. E di voglia di fare. In questi giorni, ad esempio, Luigi Revrenna del gruppo GAS di Thiene, ha lanciato l’idea di organizzare una grande Festa dei GAS, con momenti di incontro tra tutti i gruppi del Triveneto, nell’ambito della terza edizione di FestAmbiente, che si terrà a Vicenza dal 23 al 26 giugno 2005. Luigi ed altri sono già al lavoro. Per loro “l’unione fa la spesa”: e per voi?

Amedeo Tosi