APPELLI. FERMIAMO LA CENSURA PREVENTIVA SULLA GUERRA

Il disegno di legge delega per la revisione delle leggi penali militari (di pace e di guerra), recentemente approvato al Senato e di prossima votazione alla Camera, prevede, nei luoghi oggetto di missione militare italiana, l’applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di guerra, punendo in tale contesto ciò che viene ritenuto illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie militari.

Così giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere “verità scomode” si troverebbe, a meno di una scelta rivolta alla disobbedienza civile, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare.

VOGLIONO NORMARE L’EMERGENZA BELLICA PER NORMALIZZARE LA GUERRA.

Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle garanzie costituzionali, riaffermando con forza il ripudio della guerra e la centralità del parlamento (e non di un governo delegato) nonché la libertà di informazione ed il diritto ad informare ed essere informati.

Per adesioni, informazioni o per dare la propria disponibilità ad attivarsi:

[email protected] – Manuele Messineo 349 5705059

L’APPELLO SU http://www.ostinatiperlapace.org/

Al momento hanno aderito:
ARCI, ART11, Articolo 21, Associazione “Aiutiamoli a Vivere” (Passage to the South), Associazione Obiettori Nonviolenti, Attac Italia, Bastaguerra Roma, Beati costruttori di Pace, Circolo di Rifondazione Comunista “Rosa Luxemburg” di Ostia Lido, RomaComitato Scienziate e Scienziati Contro la Guerra, Donne in Nero di Bologna, Ecoradio, FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Federazione dei Verdi, FIOM, forumdelteatro.org, GAVCI – Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia, Legambiente Lazio, Legambiente (nazionale), Missionari comboniani impegnati con i giovani (G.I.M.), Pane e rose ONLUS – Roma, Partito Umanista di Milano, Pax Christi Roma, Peacelink, Radicali di sinistra, Radio Città’ Aperta – 88.9 fm di Roma e Lazio, Redazione del sito www.giovaniemissione.it, Rete di Lilliput, Rete Radiè Resch, SinCobas, Un ponte per…, Unimondo.org

LE CONSEGUENZE DELL’APPROVAZIONE DEL DECRETO LEGGE

L’obiettivo principale dell’intero progetto è quello di ottenere la massima applicabilità della legge marziale e di mantenere in vita la giurisdizione militare che, ricordiamo, è stata abolita in tutti i paesi della NATO ad eccezione della Turchia e dell’Italia.

L’approvazione del Decreto di Legge colpirebbe: la Costituzione della Repubblica italiana; il  disegno di riforma sgancia il ricorso alla forza militare dal principio costituzionale del ripudio alla guerra e dai principi delle azioni di polizia internazionale in ambito ONU.

Se il disegno di legge passerà verrà aggirata la garanzia fondamentale della deliberazione/dichiarazione dello stato di guerra; al Governo basterà un semplice decreto legge per far andare in vigore la legge marziale e le disposizioni che presuppongono il “tempo di guerra” al di fuori del territorio nazionale; sarà consentito all’Esecutivo di rendere possibile la partecipazione dell’Italia ad avventure belliche di qualsiasi genere.

La libertà di informazione

Sarà vietata la divulgazione di tutte le notizie che le autorità militari (o politiche) non vogliono divulgare, con gravi conseguenze per i civili che si trovano ad operare nelle zone interessate dalle operazioni militari, sia in tempo di pace che di guerra.

Per i civili che operano in zone di guerra (in particolare giornalisti e ONG): in “tempo di pace” la diffusione di informazioni riservate ricevute dai militari saranno perseguibili con la reclusione da cinque a venti anni per concorso in reato militare; se instaurato il “tempo di guerra” non potrà essere diffusa alcuna informazione sugli avvenimenti che non sia autorizzata dalle autorità militari ed i reati commessi saranno perseguiti dal Tribunale Militare in base alla legge marziale.

I diritti dei militari

Il provvedimento, prevedendo l’applicazione della legge marziale ai militari facenti parte di corpi di spedizione inviati all’estero armati, aggrava irragionevolmente la disciplina per i cittadini in uniforme anche quando non è dichiarato il “tempo di guerra”, ne limita i diritti e peggiora le loro condizioni di vita.

Con l’approvazione della legge: sarà reato la raccolta o la partecipazione in forma pubblica a sottoscrizioni per rimostranze o proteste in cose di servizio militare o attinenti alla disciplina; sarà introdotta la punibilità di ufficio, con la reclusione fino a due anni, per il danneggiamento colposo di oggetti di armamento e munizionamento militare ad uso individuale; sono in pericolo le condizioni di lavoro e di vita dei militari a causa dell’attribuzione al giudice militare della competenza su reati in materia di sicurezza e prevenzione infortuni nei luoghi di lavoro, fin qui perseguiti da magistrati ordinari esperti nel particolare campo.
 
Ostinati per la Pace


http://www.ostinatiperlapace.org/