[Cgil-Cisl-Uil • 21.05.04] Malgrado la sanatoria, il sindacato valuta in quasi in seicentomila il numero delle persone ancora irregolari in questo Paese. Una cifra destinata a crescere viste le disuguaglianze sociali tra Nord e Sud del mondo e le differenze nei trend demografici, in particolare tra Europa e Africa...

IMMIGRAZIONE. IL SINDACATO APRE UNA FASE DI MOBILITAZIONE

Malgrado la sanatoria, il sindacato valuta in quasi in seicentomila il numero delle persone ancora irregolari in questo Paese. Una cifra destinata a crescere viste le disuguaglianze sociali tra Nord e Sud del mondo e le differenze nei trend demografici, in particolare tra Europa e Africa.

E’ questa anche la conseguenza di un meccanismo di gestione dei flussi (quello del contratto di soggiorno e delle quote d’ingresso) che si è rivelato assolutamente inadatto a garantire l’incontro tra la domanda di lavoro italiana ed offerta di manodopera straniera. Oggi sono poche migliaia gli immigrati che entrano regolarmente nel nostro Paese, mentre gli irregolari sono valutati in quasi duecentomila l’anno. Di questo passo si dovrà procedere tra non molto ad una nuova sanatoria, a riprova che la Legge Bossi-Fini non ha posto le basi per una efficace programmazione dei flussi.

Il quadro delle incertezze, inoltre, è aggravato dalle gravi insufficienze di personale e mezzi negli Uffici stranieri delle questure, che portano i tempi di rinnovo del permesso di soggiorno anche ad oltre  10 mesi nelle grandi città. E non va sottaciuto il clima di caos ed incertezze che, in materia di ricongiungimenti familiari, regna in molti nostri consolati all’estero: una situazione che potrebbe precipitare in conseguenza dell’ondata di richieste di ricongiungimento, fisiologica conseguenza dell’ultima regolarizzazione.

Rispetto alla regolarizzazione ci sono ancora qualche decina di migliaia di domande sospese –per varie motivazioni di irregolarità o truffe- che non possono essere lasciate incancrenire: i lavoratori hanno bisogno di una soluzione di garanzia in attesa che il giudice sentenzi e sanzioni le specifiche responsabilità dei truffatori ed assolva e risarcisca i truffati. Con l’entrata in vigore della legge n.30 sul mercato del lavoro si determina una discriminazione multipla a danno dei lavoratori immigrati, per i quali il mercato del lavoro offre soltanto le tipologie di contratto più precarie e flessibili (lavoro a chiamata, collaborazioni a progetto ecc..), che non vengono però considerate idonee  dalla legge Bossi-Fini rischio concreto che si corre e che una parte consistente di quei 650.000 lavoratori, che sono stati appena regolarizzati, ripiombi fatalmente in una condizione d’irregolarità. Se si considera, infine, che ad oltre 20 mesi dall’approvazione della Legge mancano ancora i regolamenti attuativi e la relazione triennale se ne ricava un quadro di assoluta incertezza e provvisorietà nella politica di gestione dell’Esecutivo che non può più essere accettato.

In questo senso Cgil-Cisl-Uil hanno chiesto l’apertura di un confronto su più tavoli, con i ministeri del Welfare, dell’Interno e degli Esteri, con l’obiettivo di affrontare e dare risposte da subito ad una situazione che non può che aggravare il disagio dei lavoratori stranieri e la sensazione di diffidenza dell’opinione pubblica italiana.

In mancanza di adeguate risposte dall’Esecutivo ed in assenza dell’apertura di un tavolo concertato di programmazione in materia di immigrazione, il sindacato aprirà una  fase di mobilitazione  nei territori ed a livello nazionale, chiedendo l’adesione di tutte le forze sociali e produttive interessate ad una seria ed efficace politica di integrazione ed accoglienza.