L’ARTE CREATIVA DI DAVID CONATI

Cinquanta tra opere teatrali originali e adattamenti. Traduttore di testi teatrali di autori stranieri contemporanei e classici. Cinque libri all’attivo, più due in stampa e uno in cantiere. Una solida competenza in ambito musicale e come autore di canzoni. Animatore di laboratori teatrali e di scrittura nelle scuole. E lo sguardo rivolto – perché no – al grande schermo, il cinema. Nome e cognome? David Conati.

david conatiVive a Soave (Vr) ma gli impegni lo portano ovunque: da Milano a Merano, da Nord a Sud, da Est a Ovest dello Stivale. Gli appassionati di teatro, quelli che leggono le locandine dalla A alla Z e siedono immancabilmente nelle platee venete (ma non solo), incrociano spesso il suo nome. E sappiate che anche i più distratti tra gli spettatori mentirebbero se vi venissero a raccontare di non aver mai udito, letto o annunciato il suo nome negli ultimi anni. Una notorietà conquistata, sia chiaro, non «per grazia ricevuta», ma sul campo. Con lo studio, il lavoro, la passione. Con la curiosità di in bambino e l’immaginazione folgorante del drammaturgo. Insomma, con la paziente composizione di un puzzle di esperienze molto significative. A tal punto da essere oggi – mi dicono i ben informati – l’autore teatrale veneto vivente più rappresentato. Niente male per un 39enne! Basta dare un’occhiata al suo curriculum per scoprire, ad esempio, che nel 2004 «con il gruppo Estravagario Teatro di Verona vince la Maschera d’oro come miglior allestimento per «Cenerentole in cerca d’autore, ovvero attori, autori zucche e topi vari» e si aggiudica la «Rosa d’argento» e tra gli altri anche il premio come miglior allestimento di un’opera moderna al festival Nazionale di Arte Drammatica di Pesaro»… Ma la lista è davvero lunga e potete andare a leggervela con calma nel suo sito personale: www.davidconati.com

Avendo a disposizione solo una manciata di righe, ho chiesto a David di raccontarsi un po’.

Da dove partiamo?

Beh, quello che faccio è un lavoro che mi piace. Davanti a me c’era una carriera nel settore sanitario, come infermiere e caposala. Poi nel 1996 la svolta: mi son detto «Ma perché attendere di andare in pensione per occuparmi di ciò che più mi gratifica?». Così ho deciso di dedicarmi a tempo pieno alla produzione artistica, senza avere, allora, nessuna rendita sicura o contratti firmati e depositati in cassaforte. Non è stata una scelta facile. Ma non è stato nemmeno un salto nel buio. Sono iscritto alla SIAE come autore e compositore musicale dal 1989. E dal 2000 come drammaturgo. Negli ultimi quindici anni ho frequentato molti corsi di recitazione, fonetica, dizione, canto…

E hai conosciuto Mogol

Sì, nel 1997 sono riuscito a passare la selezione al CET (Centro Europeo di Toscolano, Terni – Umbria, ndr), la scuola per autori fondata e diretta da Mogol. Una selezione rigorosa, del resto i posti disponibili erano solo 12. Questo corso di perfezionamento per autori è stato utilissimo: mi ha permesso di formarmi a stretto contatto con professionisti molto bravi, come Oscar Prudente e altri. E quindi, anche, di conoscere e poi collaborare con veri e propri maestri.

Quindi ai blocchi di partenza del tuo percorso professionale c’è la musica

david conatiLa musica, certo. In quegli anni inseguivo il sogno di trovare un posto nella canzone d’autore. Oltre i dischi e le canzoni all’attivo, prodotti quasi tutti dall’etichetta «Azzurramusic», ho investito molte energie nel perfezionamento musicale. Inizialmente ho promosso la creazione della band Arcipelaghi Diversi. Poi, come solista, nel 2000 è arrivato un gradito riconoscimento, con il primo premio al concorso nazionale trentino per giovani cantautori «Premio Pavanello». E poi mi piace ricordare l’esperienza di co-produzione del gruppo A4, a partire dal 2003. Sono stati anni intensi, in cui ho imparato molte cose, in tutti i sensi. Ed ho capito anche che nel mondo della musica sono davvero pochi gli artisti che riescono a sbarcare il lunario. Infatti, parallelamente all’attività musicale ho sempre portato avanti anche l’altro mio grande interesse, il teatro: fin dai primi anni ’90, ero impegnato nella ricerca di testi per il repertorio della compagnia teatrale Teatroprova, dove mi sono cimentato anche come attore.

E quindi hai iniziato a scrivere per il teatro

Sì, la prima commedia è stata «La Ricompensa», nel 1998, messa poi in scena l’anno seguente. Da allora è iniziata la vera e propria attività di katalizzautore, autore che cerca di dar corpo e perfezionare gli spunti di un regista o di una compagnia, fino a farle approdare sul palcoscenico. In tutto ne ho finora scritto una quarantina, tra le quali alcune riduzioni di opere classiche italiane. A queste si possono aggiungere poi le traduzioni di altre quattordici opere di autori contemporanei argentini e francesi e la traduzione e l’adattamento di sei opere classiche, da Shakespeare a Dumas. Mi piace manipolare, giocare con le storie, smontarle e far emergere il lato comico o drammatico di un testo: è la scrittura creativa che mi attrae e appassiona.

É quello che hai fatto anche con gli «Esercizi di stile su Cappuccetto Rosso», se non sbaglio

Esatto. Ma qui apriamo un altro capitolo, pur sempre legato alla scrittura, quello delle pubblicazioni letterarie. C’è da dire che la formazione è stata molto importante anche in questo ambito: per esempio, ho frequentato un corso tenuto da Giulio Mozzi sulla scrittura fantastica e del racconto, poi, nel 2002, ho preso parte ad un master di scrittura teatrale al «Piccolo Teatro» di Milano, dove sono saliti in cattedra artisti del calibro di Gino e Michele, Antonio Albanese e dello scrittore Giampaolo Spinato. E nel 2002 ho dato alle stampe la raccolta veronese di «Commedie e Commedianti». Nello stesso anno è uscito per la collana umoristica «Lavori Socialmente Inutili» dei tipi delle Edizioni Sonda il libro «Infermieri»; nel 2005 «L’osto de Verona» (Gruppo Editoriale Cierre) e lo scorso anno tre prodotti editoriali: due libri («Nuova guida di animazione teatrale» scritta a quattro mani con Paolo Beneventi – Edizioni Sonda; «Esercizi di stile su Cappuccetto rosso» – I libri di Damoli) e l’audioantologia di spettacoli di Cabaret per la scuola «Melacabaret» (Melamusic Edizioni).

Quindi teatro, musica, opere letterarie… Stai pensando anche al piccolo schermo? Progetti per il futuro?


La copertina del nuovo libro di david conatiMah, ho diverse idee che mi frullano per la testa. Tra queste c’è anche il cinema, ma per ora non mi sbilancio. Restando nell’ambito dei libri ti posso anticipare però che sono orami pronti due nuovi lavori: «Veronesi», scritto per la collana «Luoghi Non Comuni» (Edizioni Sonda) e che verrà presentato il 27 novembre a Verona. E «Fantanimali della giungla danzerina». Un altro lavoro per bambini, testi di canzoni, in particolare, uscirà per Natale del 2008. Ah, dimenticavo: mi diverte pensare che perfino gli spettatori del Melbourne Fringe Festival (Australia) troveranno nel cartellone degli spettacoli un mio testo dello scorso anno: «Tu la conosci Giulia?».  Queste sono belle soddisfazioni, davvero.

Un consiglio per i lettori-scrittori?

Continuare a leggere moltissimo. E a chi cerca di mettere le proprie idee nero su bianco di perfezionare la propria tecnica di scrittura partecipando a iniziative formative: il lettore, come lo spettatore, deve rimanere costantemente attratto da ciò che ha di fronte. A teatro, come in un concerto, è l’emozione e l’energia che si riesce a trasmettere che deve avere il ruolo di protagonista. Lo sbadiglio è il nemico numero uno: guai a provocarlo!

Amedeo Tosi