LIBRI. «VERONESI» DI DAVID CONATI

[GRILLOnews • 03.01.08] Il sottotitolo di «Veronesi», recita «Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù». E in questo libro, tutto da leggere e da ridere, gli esempi in tal senso non mancano. «I veronesi sono sicuramente franchi, galli, celti, longobardi, un po’ veneti, austroungarici, germani e cimbri con qualche goto ancora presente nel DNA. Ospitali, certo, vista la marea di popoli che nel corso dei secoli continuano a passare da Verona, ma anche un po’ diffidenti. Qualche foresto, turista o emigrato, arriva a insinuare che i veronesi siano addirittura un po’ xenofobi».

David Conati

«Veronesi»

Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù

132 pagine, anno 2007

ISBN 9788871064376

Edizioni Sonda

Collana: Luoghi non comuni italiani

Prezzo: € 11,00 – Acquista on-line il libro

«É inutile affannarsi più del necessario, perché la vita è una ruota che gira e tutto si ripete, quindi le occasioni prima o poi si rinnovano e si ritrovano, o comunque si riprendono. Così come è inutile lamentarsi: le «òlte», le curve, prima o poi si raddrizzano e «òltela smìssiela («gira e rigira») col tempo tutto si sistema. Meglio chiudere la bocca e rimboccarsi le maniche, come fanno da secoli i veronesi: «tira e tasi» («tira e taci»)».

La guida «Veronesi» è utile per conoscere tutto quello che serve per vivere la città, conoscerne segreti e opportunità e, soprattutto, per gestire i suoi abitanti.

I veronesi sono sicuramente franchi, galli, celti, longobardi, un po’ veneti, austroungarici, germani e cimbri con qualche goto ancora presente nel DNA. Ospitali, certo, vista la marea di popoli che nel corso dei secoli continuano a passare da Verona, ma anche un po’ diffidenti. Qualche foresto, turista o emigrato, arriva a insinuare che i veronesi siano addirittura un po’ xenofobi.

In effetti si mostrano un po’ chiusi, introversi e a volte scontrosi, ma a conoscerli bene si scopre invece che sotto la dura scorza del montanaro, del pescatore del lago o del contadino sono davvero un po’ mati. Sarà forse per l’aria del monte Baldo, oppure per i temporali devastanti che arrivano dal Garda, o per la nebbia che confonde e disorienta o ancora per il livello variabile dell’Adige con cui da sempre devono fare i conti. Ma sanno essere anche bonari e accomodanti, epicurei e ironici, grandi lavoratori ed eccellenti venditori anche del mito di città romantica che l’amore tragico di una Capuleti e di un Montecchi ha ispirato.

I veronesi vanno presi così. Lo sa bene Tim Parks, lo scrittore inglese che da molti anni vive nei pressi di Verona: o tutto o niente, prendere o lasciare.

L’AUTORE

David Conati è nato a Negrar, in Valpolicella. Autore e compositore, ma prevalentemente scrivente teatrale, da bambino ha vissuto per un periodo in Spagna per poi tornare a stabilirsi in terra veronese. Ha vissuto così a Fumane, Bardolino, Isola della Scala, San Bonifacio e Soave dove risiede tuttora, e lavorato in città e in diversi paesi della provincia.

David conatiAvendo avuto modo di confrontarsi con un vasto campionario di pregi e difetti dei suoi conterranei, da bravo scrivente gli è balenata l’idea di riportarli in un libro.

Un po’ inquieto, mato, come ogni veronese che si rispetti, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ha svolto i mestieri e le professioni più disparate: infermiere professionale, dirigente, commesso in un negozio di strumenti musicali, benzinaio, magazziniere, responsabile ufficio acquisti per un’azienda termoidraulica, docente.

Ora collabora come traduttore con l’Agenzia Paola D’Arborio di Roma, con il Teatro Stabile di Verona, l’Accademia Regionale dello spettacolo e altri editori.

Per le Edizioni Sonda ha pubblicato per la collana “Lavori Socialmente Inutili” il volume dedicato agli «Infermieri» e insieme a Paolo Beneventi «Nuova guida di animazione teatrale». Pur amando la tradizione enogastronomica della sua provincia, per una strana ma reale forma di allergia, insiste nel professarsi astemio.