L’ITALIA, IL G8 E LA LOTTA ALLA POVERTÁ


Tra le enormi contraddizioni che “gridano vendetta davanti a Dio” c’è una vergogna in più che ci viene ricordata dalla Tavola della pace. «Il G8 costa più dell’intero bilancio che l’Italia dedica alla lotta alla povertà: 400 milioni di euro contro i miseri 321,8 milioni stanziati quest’anno dal Governo italiano per lottare contro la morte per fame e la miseria nel mondo», sottolinea Tonio Dell’Olio in una sua riflessione scritta per la rubrica «Mosaico dei giorni» e intitolata «Briciole per i poveri». Ed aggiunge: «Le fonti governative invece ci fanno sapere che il G8 si occuperà delle regole finanziarie, dei cambiamenti climatici e dell’Africa. L’esperienza dei precedenti G8 ci insegna che anche a fronte di dichiarazioni solenni e di documenti significativi per le sorti dell’universo… queste riunioni non sono servite a granché. Somigliano tanto ad un party per VIP che parlano più sinceramente dopo aver bevuto un drink, piuttosto che attorno a un noiosissimo tavolo. Ci saranno le ormai abituali performance del premier del Paese ospitante e le foto di rito con lo sfondo delle case distrutte dal sisma di aprile. Quante cose più importanti e serie si sarebbero potute fare con 400 milioni di euro!».

L’ITALIA INVESTE POCO E MALE NELLA RICERCA SULLE MALATTIE DIMENTICATE

Medici Senza Frontiere, ad esempio, nei giorni scorsi ha sottolineato che «l’Italia investe poco e male nella ricerca sulle malattie dimenticate e sulla tubercolosi». Dati alla mano, il rapporto «Tubercolosi: omissione di soccorso – L’impegno per gli investimenti italiani nella ricerca e lo sviluppo di nuove terapie contro una malattia globale», curato dall’organizzazione sanitaria in collaborazione con altri enti, «esamina le diverse fonti di finanziamento della ricerca sanitaria in Italia e analizza in particolare il sistema di finanziamento della ricerca e sviluppo di nuovi farmaci o strumenti diagnostici per la tubercolosi (TBC), la malaria e le altre malattie tropicali dimenticate». Il governo italiano destina complessivamente alla ricerca 427,8 milioni di euro, comprensivi di 46,8 milioni di euro derivanti dal 5×1000, una quota irrisoria se paragonata all’investimento in ricerca fatto nel corso del 2006 dalle Fondazioni bancarie (171 milioni euro) e gli 1,07 miliardi di euro allocati dalle aziende farmaceutiche (dato Farmaindustria 2005) in attività di ricerca e sviluppo di nuovi farmaci.

«Tra pochi giorni in Italia si svolgerà il G8», commenta Pietro Marcenaro, presidente della Commissione del Senato per i diritti umani. «È in quella sede che il nostro paese può rinnovare il proprio impegno e sollecitare l’attenzione dei Grandi del pianeta affinché certe malattie richiamino l’attenzione e la responsabilità di tutti. Naturalmente le condizioni perché questa ambizione sia legittima è che, come oggi non avviene, gli impegni assunti e le parole date siano rispettate. E che non capiti che le risorse destinate allo sviluppo dei paesi più poveri, in particolare dell’Africa sub-sahariana, invece che aumentare diminuiscano».

Secondo i dati raccolti da MSF, «nel corso del 2007 sono stati allocati per la tubercolosi e altre malattie trascurate, ma non sempre realmente spesi, 31,131 milioni di euro, pari al 7,27 % del totale dei fondi destinati alla ricerca», dichiara Raffaella Ravinetto, Presidente di MSF. «L’irrisorietà della cifra è a dir poco sconcertante quando pensiamo che la tubercolosi uccide ogni anno 1,7 milioni di persone, ne contagia nove milioni e si presenta oggi con nuovi volti ancora più difficili da combattere, come la co-infezione HIV-TBC e la diffusione di ceppi resistenti ai farmaci».

MSF biasima non soltanto la quota che l’Italia destina alla ricerca di nuovi farmaci e nuovi strumenti diagnostici per la tubercolosi e le altre malattie dimenticate ma anche il fatto che l’Italia non abbia istituito fondi specificamente destinati per ciascuna malattia. Per questo MSF chiede al governo italiano e agli altri enti analizzati «una maggiore trasparenza: è stato necessario a MSF un processo lentissimo di ricerca per raccogliere i dati necessari alla stesura del rapporto, che sarebbero invece dovuti essere facilmente disponibili, come avviene negli altri paesi dell’Unione Europea. È inoltre necessaria una maggiore chiarezza sui fondi realmente stanziati, in quanto negli enti analizzati MSF ha riscontrato una difficoltà a monitorare la destinazione tematica dei fondi».

FINANZIAMENTI ALTERNATIVI

«Oltre ad aumentare i fondi allocati alla ricerca di nuovi farmaci e nuovi strumenti diagnostici per combattere la tubercolosi, il Governo italiano dovrebbe supportare meccanismi di finanziamento alternativi per la ricerca e lo sviluppo, che garantiscano lo sviluppo di farmaci, sistemi diagnostici e vaccini in un modo che li renda accessibili per coloro che ne hanno bisogno». In particolare, MSF chiede al governo italiano l’istituzione di un fondo premio per un test della tubercolosi nel point of care (effettuare il test al «point-of-care» vuol dire che la diagnosi viene effettuata il più vicino possibile al luogo di residenza del paziente). Oggi, infatti, l’85% dei pazienti colpiti dalla tubercolosi cerca le cure in cliniche di piccole dimensioni o centri di salute dove o non è possibile effettuare il test diagnostico, oppure l’unico test disponibile è quello al microscopio dell’espettorato, un test rimasto sostanzialmente lo stesso da 130 anni e che identifica solo il 66% dei casi in pazienti ed è sostanzialmente inutile per i bambini o le persone colpite dall’HIV».

MSF chiede inoltre all’Italia, che ospiterà il prossimo il G8, di svolgere un ruolo attivo e propositivo anche in quella sede per promuovere un maggiore impegno nella lotta alla tubercolosi e alle altre malattie dimenticate.

Il rapporto «Tubercolosi: omissione di soccorso – L’impegno per gli investimenti italiani nella ricerca e lo sviluppo di nuove terapie contro una malattia globale» è disponibile qui.