LUISA MORGANTINI ELETTA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SVILUPPO DEL PARLAMENTO EUROPEO

Luisa Morgantini, deputata italiana del Gruppo confederale della sinistra unita e dei Verdi Nordici (GUE/NGL) è stata eletta Presidente della Commissione Sviluppo del Parlamento europeo. E’ stata una delle ultime votazioni estenuanti di questa tornata costitutiva del Parlamento, in cui si sono consolidate le presidenze e vicepresidenze delle future commissioni di lavoro del Parlamento.

Luisa MorganitiniL’elezione di Luisa Morgantini a presidente di una commissione che tratta i problemi dello sviluppo e della cooperazione con i paesi in via di sviluppo è innegabilmente il riconoscimento del ruolo da lei svolto nella passata legislatura. Luisa ha saputo lavorare in modo trasversale mantenendo però ben saldi gli obiettivi e i modi  che caratterizzano il suo impegno: la pace, il ripudio della guerra e soprattutto  l’affermazione dei diritti umani per tutte e tutti. Grazie anche alla sua incessante attività la questione del popolo palestinese, il diritto ad uno stato in coesistenza con lo Stato israliano, insieme alla questione curda, afghana, la contrarietà alla guerra in Iraq sono  state una costante per tutto il Parlamento ma anche nei movimenti.

Luisa, come ti senti in questo nuovo ruolo e che cosa significa per te?

Un po’ stretta. Come sempre. Penso sia mio un limite ma forse anche la mia forza quello di vedere i diversi lati del mondo e delle cose. Sarà il mio amore per I sentieri e le rocce delle montagne: stare con i piedi ben piantati per terra e nello stesso tempo volere andare oltre, vedere nuovi scenari. Penso sia una grande responsabilità ed una sfida, dovrò studiare come una matta, già in questi due giorni ho cercato di vedere  i dossier della prossima settimana, un’ enormità, si passa dalla tragedia di  Darfur, alle elezioni in Indonesia, alla cooperazione UE  con l’ America latina e l’Asia e tanto altro. Sono pervasa dalla paura di non riuscire ad essere ugualmente impegnata sulla Palestina anche se ovviamente farò parte della delegazione che se ne occupa e già ho programmato il mio Agosto nei territori occupati, per l’autunno alla riapertura del Parlamento, abbiamo una serie di iniziative con gli autori palestinesi e israeliani dell’accordo di Ginevra, con le associazioni e I famigliari dei prigionieri politici palestinesi, con i refusnik israeliani. Insomma cercherò di farcela, senza farmi ingabbiare dalla gestione istituzionale anche se dovrò essere attenta alle mediazioni,  continuando ad essere ben legata al movimento dei movimenti e non solo.

Tu hai già lavorato nella commissione sviluppo, ha lavorato su qualche rapporto in particolare?

Diverse cose, dalla campagna contro le mine al parere sul controllo del commercio internazionale delle armi, ma penso che il rapporto sul commercio e lo sviluppo che ho presentato lo scorso settembre, alla vigilia dell’incontro del WTO Cancun sia stato, malgrado i cambiamenti subiti con gli interventi di gruppi politici di centro e di destra, abbia affermato principi importanti per la cooperazione allo sviluppo. Le proposte delle Ong sono state ampiamente  recepite  nel testo, per esempio il sostegno anche economico al  commercio equo e solidale. L’acqua viene riconosciuta come bene comune, il cui controllo va affidato ad istituzioni nazionali e locali, gestite in forma democratica e partecipata assicurando nel contempo il finanziamento pubblico e la promozione di una educazione ad una gestione responsabile ed eco-sostenibile.

Quali gli obiettivi del prossimo lavoro della commissione?

Le sfide maggiori riguardano la lotta contro la fame e la povertà insieme agli altri obiettivi di sviluppo del Millenio definiti dalle Nazioni Unite. L’importante per i PVS  è avere finanziamenti  chiari che non si traducano in prestiti capestro ed interessati ad aumentare una dipendenza coloniale dei paesi in via di sviluppo e volontà politiche trasparenti. Alcune regioni del pianeta sono più a rischio di altre: l’Africa sub-sahariana è la sola regione in cui la popolazione che vive in condizioni di povertà assoluta é cresciuta dal 42 al 47% negli ultimi venti anni. Ma c’è molto altro, intanto la prima cosa che chiederò di fare è un audizione con le organizzazioni non governative che sono impegnate nei progetti di cooperazione nei Paesi in Via di Sviluppo o nelle zone di conflitto, e con quelle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Penso sia indispensabili una riflessione comune sui problemi sviluppo e della democrazia.