«A mezzanotte ho lasciato il mondo dei ricchi diretto all’emisfero Sud…»
Così inizia il libro recentemente pubblicato da Feltrinelli: Korogocho – Alla scuola dei poveri di Alex Zanotelli.
Non è solo un libro dei ricordi di Padre Alex per la sua esperienza in Kenya conclusasi di recente. E’ principalmente uno spaccato di vita quotidiana o meglio di sopravvivenza quotidiana in una bidonville.
Alcuni di noi avevano in parte già potuto conoscere questa realtà tramite dei volontari che erano passati da Korogocho e poi avevano raccontato la realtà al loro rientro.
Però dal racconto che viene fatto da chi ci è vissuto per più di 14 anni si colgono proprio tutte le sfaccettature del mondo delle bidonville, gli stati d’animo di chi arriva dall’esterno e ci si immerge, i momenti di crisi, le domande senza risposta, la rabbia e la sensazione di impotenza davanti a questi quotidiani e ripetuti, nonché silenziosi ..”11 settembre..”.
Però è su un’altra parte del libro che volevo esprimere qualche considerazione. Nella parte seconda Alex rivive il periodo della sua gestione come Direttore di Nigrizia e in particolare vorrei soffermarmi sul 1985 quando Nigrizia pubblicò “Il volto italiano della fame africana”.
Non voglio ripercorrere il documento che ritengo sia stato in assoluto il primo documento ufficiale che sollevava il coperchio (poi richiuso fino al 1991, con la forza e con l’allontanamento di Zanotelli dall’Italia) su Tangentopoli, però riprenderei alcuni flash espressi nel libro:
la legge dei 1900 miliardi (n° 73 del 1985) prevedeva l’assegnazione di contratti, progetti e lavori in Africa alle aziende italiane di fatto sulla base dei legami partitici; nello stesso periodo, come si legge nel libro “Un omicidio al crocevia dei traffici” su Ilaria Alpi, partivano da Roma aerei militari carichi di viveri con destinazione Somalia, che atterravano in Sicilia dove venivano svuotati di viveri e riempiti di armi. In cambio c’era l’accordo col governo somalo di scaricare sul suolo del paese o nel mare rifiuti tossici italiani. Secondo la ricostruzione tale operazione era resa possibile dalla collaborazione tra mafia, servizi segreti, cooperazione italiana e, aggiungo io, politica; Craxi che con i socialisti di allora erano in prima fila nella gestione di questa torta di fondi, disse a Milano in un occasione non circostanziata nel libro, ma riportata tra virgolette: “I missionari facciano i missionari”…
Ecco vorrei soffermarmi su quest’ultima affermazione perché è l’occasione per sgomberare alcuni luoghi comuni o equivoci e chiarire anche lo stile che noi come operatori del Commercio equo stiamo cercando di portare avanti.
Commercio Equo e Solidale non vuol dire solo aiuto e supporto al Sud del mondo nelle forme del pre-finanziamento, della formazione, del giusto prezzo, del riconoscimento della dignità del lavoro e dell’uguaglianza che tutti noi più o meno conosciamo.
Commercio equo e Solidale vuol dire anche attenzione alle politiche internazionali, critiche alle leggi miopi od inique, sollecitazione alle autorità politiche nazionali ed internazionali per proporre novità legislative più giuste, campagne di sensibilizzazione per fermare scelte a sfavore del Sud del mondo, boicottaggi se necessario per far sentire la voce potente del rifiuto non-violento.
Entrambe queste due focalizzazioni sono importanti e inscindibili tra loro per assicurare la necessaria efficacia la nostro impegno: azione nel piccolo, azione nel grande, pensiero al locale e pensiero al globale.
Anche questo è fare i missionari, anche questo è operare per un mercato internazionale più giusto e più solidale, anche questo è fare politica, ma non certamente quella citata poc’anzi e comunque non “partitica”.
Vorrei infine ringraziare da questo nostro foglio informativo padre Alex per il contributo che ha dato a tutti noi, per gli spunti (riportati anche nel libro) che in tutti questi anni ha fatto avere ai noi impegnati nel Nord del mondo, per le sollecitazioni che inviava periodicamente agli “addetti ai lavori” ed esprimo la speranza che con l’avvicinarsi delle festività natalizie e del solito rito dei regali, questo libro prezioso possa diventare un dono sobrio per chi lo porge e ricco di contenuti per chi lo riceve.
E Auguri di un Buon Natale solidale ed equo con tutti.
Il Presidente della Cooperativa “La Rondine” di Verona
Alberto Bonomo
Questo articolo è stato pubblicato sul n.2 di Equsolidale, giornalino della Cooperativa “La Rondine”, che gestisce una bottega del mondo in Via Pallone 2, a Verona.